Quando ero un ragazzino se veniva a mancare una persona di 70 anni si allargavano le braccia come a dire «Beh, ormai c’era da aspettarselo». Oggi le diagnosi precoci e una maggiore attenzione delle persone per la propria salute, hanno allungato notevolmente l’aspettativa di vita, anche se spesso a costo di assumere un numero impressionante di farmaci. Oggi, la morte di una persona di 70 anni induce a esclamare: «Però, era ancora ben giovane!».

Allo stesso modo i nostri cani e gatti hanno visto la loro vita allungata di diversi anni, rispetto a pochi decenni fa e le motivazioni sono abbastanza simili. Una maggiore attenzione (talvolta anche esagerata) per la loro salute e il loro benessere, assieme a un generale miglioramento delle coscienze nei confronti dei diritti animali, hanno fatto sì che anche loro seguissero il nostro destino e anche i trattamenti con compresse, gocce e capsule, sono diventati numerosi con un’unica non irrilevante differenza: spesso il costo dei farmaci per uso veterinario è esorbitante rispetto agli stessi per uso umano e non esistono fasce ed esenzioni, perché è tutto a pagamento. Questo condiziona talora l’aspettativa di vita del cane o del gatto in negativo, accorciandola significativamente. Non tutti possono infatti permettersi il lusso di spendere 200 euro al mese solo di farmaci per Fido o Silvestro, quindi si tende a tagliare. Nonostante questo oggi incontrare un gatto di 18 o un cane di 16 anni non suscita più la sorpresa di qualche anno fa. Liz e Ian Finlay, marito e moglie che vivono nell’Oregon, hanno festeggiato, lo scorso giugno, i 31 anni di Nutmeg, il gatto trovato in brutte condizioni dietro il giardino di casa. Difficili i paragoni delle età tra animali e persone, ma si può ragionevolmente calcolare che i 31 anni del micio americano equivalgano a circa 150 dei nostri. Nutmeg non è ancora ufficialmente il gatto più vecchio del mondo, secondo il Guinness dei primati, ma si appresta a diventarlo e non manca giorno che ai coniugi non arrivi la richiesta della «ricetta» per rendere possibile una vita così lunga.

Senza pensare di volere arrivare a longevità simili, che sono del tutto eccezionali come è ovvio, si possono però dare alcuni consigli ai proprietari per fare affrontare ai propri cani e gatti una serena vecchiaia. Sarà bene chiarire che l’aspettativa di vita del cane dipende da molti fattori, primo dei quali la razza. I cani di piccola taglia vivono molto più a lungo rispetto a quelli di taglia gigante. Un Alano è già vecchio a 7 anni, mentre un Barboncino di 10 anni è ancora un giovanotto. Tutto ciò ha scarso o nullo valore per i gatti. I meticci poi, i cosiddetti bastardini, vivono più a lungo rispetto ai cani di razza (il famoso «vigore degli ibridi») e questo vale anche per i gatti. Il gatto mostra molto meno del cane (e dell’uomo) i segni del tempo. Che una persona abbia 90 anni, per quanto in buona salute, si intuisce e così anche per un cane di 18. Un gatto di 20 anni invece, di solito non li dimostra minimamente.

Quando invecchiano, i cani soffrono di un maggior numero di malattie, rispetto al gatto, soprattutto degenerative (artrosi, ernie discali, cataratte), mentre il tallone d’Achille del gatto è il rene. Le malattie renali sono la principale causa di morte del gatto. C’è un campanello d’allarme, in particolare, che deve mettere in allarme il proprietario: l’eccessiva sete. Quando il gatto (e anche il cane)

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