Mercoledì, 21 Ottobre 2015 14:49

bestiame in africaNuovi fondi per attività di sorveglianza, studi epidemiologici, prevenzione e miglioramento delle capacità dei veterinari in Asia, Africa e Medio Oriente. L’Agenzia americana per lo sviluppo internazionale (USAID) sostiene l’impegno della FAO nella lotta contro la minaccia di possibili pandemie animali in Asia, Africa, e Medio Oriente, con un finanziamento aggiuntivo di 87 milioni di dollari per il periodo 2015-19. Il sostegno finanziario complessivo di USAID dal 2004 a oggi ammonta adesso a 320 milioni di dollari.
I nuovi fondi sosterranno le attività di monitoraggio e sorveglianza, gli studi epidemiologici, la prevenzione e il controllo, oltre a migliorare le capacità dei veterinari in Asia, Africa e Medio Oriente. E’ la seconda fase del Programma USAID Emerging Pandemic Threats (EPT-2).

Circa 50 milioni di questo contributo sosterranno la lotta globale contro il virus Ebola e far luce sul possibile ruolo del bestiame nella trasmissione della malattia.

Contemporaneamente, una migliore comprensione dell’epidemiologia della sindrome respiratoria da coronavirus medio orientale (MERS-CoV) sarà al centro delle attività nel Corno d’Africa e nel Vicino Oriente.
Anche se il virus MERS-CoV in circostanze normali non sembra diffondersi facilmente da persona a persona, la sua origine animale significa che la prevenzione di una possibile trasmissione da animale a uomo deve essere un elemento fondamentale per fermare la comparsa di un ceppo con potenziale epidemico. Ma questo impegno è ostacolato da lacune nelle conoscenze riguardo a dove è presente il virus, quali animali sono colpiti, come l’allevamento e la commercializzazione potrebbero essere fattori di trasmissione, oltre al ruolo che potrebbero avere gli animali selvatici.

In Africa occidentale, il finanziamento potenzierà gli sforzi della FAO per arginare la diffusione del virus altamente patogeno dell’influenza aviaria H5N1, che ha causato malattie umane e decessi – attraverso attività di prevenzione, individuazione e controllo volte a eliminare la malattia nel settore avicolo e rafforzare la capacità delle autorità veterinarie e dei produttori di pollame di evitare future recidive e perdite economiche.
Il primo attacco del virus H5N1 in Africa occidentale è stato nel 2006, ma in tre anni è stato eliminato con successo. Alla fine del 2014 il virus si è reintrodotto in Nigeria, dove da allora si è rapidamente diffuso in Burkina Faso, in Costa d’Avorio, in Ghana e in Niger, con oltre 2,5 milioni di volatili abbattuti o morti a causa del virus. Con focolai recentemente rilevati in Ghana, la FAO è preoccupata che, senza uno sforzo per contenerlo e debellarlo, l’H5N1 potrebbe espandersi ad altri paesi della regione.

La FAO sta anche utilizzando il sostegno di USAID per lanciare un nuovo programma “Il Futuro del bestiame in Africa” che coprirà l’intera regione sub-sahariana e analizzerà le tendenze nel settore zootecnico, aiutando i paesi a prevenire possibili minacce per la salute e l’impatto ambientale.

In Asia, il nuovo finanziamento USAID rafforzerà i programmi in corso della FAO che monitorano e prevengono l’impatto degli agenti patogeni infettivi animali – specialmente dell’influenza A, del coronavirus, e dell’henipavirus – e lavorano per ridurre al minimo il ruolo dell’agricoltura nella minaccia sempre crescente di microrganismi antimicrobici resistenti.

Studi della FAO hanno mostrato come nel corso degli ultimi decenni, la crescita della popolazione, l’espansione agricola, e l’aumento delle filiere alimentari a diffusione globale abbiano drasticamente modificato il modo in cui le malattie emergono, saltano i confini delle specie, e si diffondono.

Livestock in food security – La zootecnia nel mondo

(fonte)

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