Quando la nonna venne ad aprirmi la porta e mi vide con l’abito elegante, stese il braccio verso di me e con la mano fermò la mia avanzata:

– Resta dove sei – disse mettendosi davanti alla porta e ingegnandosi per impedire a me di entrare e alla gattina di uscire. La gattina, infatti, sembrava proprio impaziente di strusciarsi contro le mie gambe in segno di saluto, e si era appressata zampettando velocemente sul pavimento lucido e scivoloso.

– Questa è una birichina – disse la nonna: – oltre che sulle tende, ha preso anche l’abitudine di arrampicarsi sulle piante di casa provviste di tronco e sulle nostre gambe se indossiamo pantaloni. Non vorrei che provasse anche ad arrampicarsi sul tuo bell’abito: sarebbe un peccato presentarsi alla festa con il segno delle sue unghie!

Detto ciò, la nonna prese in braccio la gattina per impedirgli di rovinare la mia serata, ed io mi limitai ad accarezzarla dispiaciuta di non poter giocare con lei qualche minuto. Purtroppo, proprio quella sera, la gattina aveva deciso di trattare le mie mani come se fossero una preda da cacciare; dunque quando le sentì sul suo corpicino, anziché rilassarsi per godersi le mie carezze, iniziò a morderle e a trattenerle con le sue unghie affilate.

Se il mio abito fu risparmiato dal suo vivace temperamento e potei esibirlo con orgoglio per il resto della serata, altrettanto non poteva dirsi delle mie mani che sembravano piuttosto appartenere a una ragazzina che aveva trascorso il pomeriggio a raccogliere more tra i rovi selvatici.

– Dio santo! Cosa ti è accaduto? – chiese Filippo notando sulle mie mani i vistosi segni della simulazione di caccia della gattina della nonna: – solo se tentassi di rubare la ciottola piena di cibo al mio Miu digiuno da una settimana sarei conciato a quel modo.

– In effetti, questa è opera di un gatto che ha dimenticato che più volte al giorno qualcuno gli riempie abbondantemente la ciottola di cibo sollevandolo dalla  necessità di affinare le proprie capacità predatorie.

– Vuoi dire che il gatto ha deciso di utilizzare le tue mani per allenare la sua attitudine alla caccia?

– Già, – affermai sconsolata: – e proprio questa sera. Sembra, infatti, che i gatti si divertano a simulare la caccia in particolare di sera, momento in cui, in natura, caccerebbero maggiormente. Capisco che la gattina dei nonni abbia seguito semplicemente il suo istinto, ma non dovrebbe fare pratica con l’amico umano.

– Per caso, prima di morderti e graffiarti, aveva mangiato l’erba gatta? – chiese Filippo. – Alcuni felini sembrano impazzire dopo aver mangiato quell’erba.

– L’erba gatta? Che roba è?

Non comprendevo bene se Filippo si stesse facendo beffe di me oppure parlasse seriamente.

– Si tratta della Nepeta Cataria. Appartiene alla stessa specie della menta, con foglie a forma di cuore e bordi dentellati. E’ molto simile a questa sia per il profumo sia per il sapore. Il gatto trova irresistibile il nepetalactone, un elemento in essa contenuto, che agisce su di lui come una sostanza eccitante. In pratica si tratta di un olio essenziale la cui struttura chimica è simile a quella dell’LSD. Non si capisce bene come operi sul cervello felino: gli effetti durano solo una quindicina di minuti, poi il gatto si placa e perde interesse per l’erba, ma dopo un paio di ore ne è nuovamente attirato e manifesta i medesimi effetti. In realtà non tutti i gatti rispondono alla stessa maniera al medesimo stimolo. Forse la predisposizione dipende dalla presenza di un gene. Nei gatti sensibili la reazione si manifesta leccando l’erba, strofinandosi, rotolandosi sulla schiena ed emettendo vocalizzazioni, oltre a fare le fusa.

Non avevo mai sentito parlare di quella particolare erba e chiesi sconcertata:

– In pratica mi stai domandando se la nonna ha fatto assumere a Bast della droga?

– Sì, ma si tratta di una droga per gatti. Alcuni di essi, dopo averne mangiato, sembrano entrare in uno stato di allucinazioni; ma stai tranquilla: l’erba gatta è del tutto legale, non ha effetti collaterali, e non crea dipendenza. Quest’erba non va confusa con l’erba per gatti che ha l’aspetto simile a fili d’erba.

– Non credo che i nonni conoscano quel tipo di erba – dissi: – comunque la loro gattina non mi aveva mai morso o graffiato prima, o almeno non in questa maniera.

– Infatti, ti ha proprio lasciato il segno! Ecco perché sei restia ad avvicinarti al buffet. Non ti preoccupare, ci sono io per questo – disse facendosi strada in direzione del tavolo imbandito.

Dea di seduzione’ di Michela Pugliese

Sito: www.gocciadinchiostro.wordpress.com

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