Milano, 30 novembre 2017 «Ho avuto la fortuna di crescere con gli animali e ho un’istintiva fiducia nei loro confronti. Mi piace osservarli, studiarli, sono un mondo vicino al nostro, ma allo stesso tempo così lontano. Gli animali sono complessi ma una cosa è certa: sono miei amici». Così dice Bruno Bozzetto che ha accettato volentieri di animare con il suo inconfondibile tratto i 12 mesi del calendario 2018 di Alimenta l’Amore di Coop Lombardia. Il suo amore per gli amici pelosi è sincero: oltre a due cani e un gatto, gironzola nella sua casa a Bergamo anche una pecora. Nato a Milano 80 anni fa, Bozzetto da molti anni vive in campagna a Bergamo. A Milano ha sempre lavorato come regista e disegnatore. Il suo personaggio più famoso è il signor Rossi. Nella sua carriera ha realizzato lungometraggi e cortometraggi, anche per i programmi di Piero Angela, ottenendo l’Orso d’Oro al festival di Berlino del 1990 per «Mister Tao» e la nomination all’Oscar nel 1991 con «Cavallette». Oggi, nello studio di produzione milanese «Studio Bozzetto&Co», si dedica anche a nuove serie per la tv.

Come è nata questa iniziativa?

«Per caso. Ho conosciuto su Facebook la fotografa Silvia Amodio. Credo sia rimasta colpita da un disegno che avevo pubblicato, dove alcuni animali dicevano, rivolti agli esseri umani: “Il vostro destino è ignoto, noi tutti sappiamo che finiremo nella vostra pancia”. Mi ha chiamato parlandomi del progetto a cui è aderito con entusiasmo. Le sue immagini sono bellissime e ho avuto molti spunti. La sfida è stata trasformare i personaggi-animali in interpreti. Spero che i miei disegni abbiano raggiunto lo scopo».

È vero che ha adottato una pecora?

«L’ultima arrivata nella “famiglia”, 3 anni fa. Si chiama Bella, un gregge di passaggio l’aveva lasciata indietro. Aveva ancora il cordone ombelicale attaccato quando il contadino che l’aveva soccorsa ce l’ha portata. È cresciuta in salotto fino a quando le sue dimensioni non ci hanno costretto a costruirle una casetta tutta sua. Interessantissima, mi ha ispirato dei fumetti. Nel passato ho avuto anche merli, ermellini, paperi, passeri».

Un animale come amico?

«Di quelli sinceri. L’uomo può indossare delle maschere. Un animale no. In lui è assente l’ipocrisia: è quello che è. Adoro la sua semplicità, l’immediatezza, la concretezza. Non c’è bisogno di parlarsi, comunica con gli occhi quello che c’è da dire».

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