Possedere un cane non dev’essere una scelta determinata dalla volontà di soddisfare una velleità personale, non deve divenire uno status symbol, ma, al contrario, dev’essere una decisione presa con cognizione di causa e portata avanti secondo regole e comportamenti precisi. Partendo dal caso di Cloe, il pastore tedesco che lo scorso anno ha azzannato mortalmente una bimba di tre anni, ieri pomeriggio, negli spazi dell’ex convento di San Francesco, si è sviluppato un confronto sui modi corretti di gestire un cane. Sono intervenuti Aurora Bozzer, presidente del canile di Villotta, realtà che ha organizzato il momento di approfondimento, Alessandra Marchi, avvocato da anni impegnata nella difesa dei diritti degli animali, Roberta Bolzoni, giudice del tribunale di Pordenone, Marco Brusegan, pm in città, e Pierluigi Raffo, l’istruttore che si sta occupando della riabilitazione di Cloe.Prima del video conclusivo in cui si vede la stessa Cloe (che presto, con tutta probabilità, sarà adottata dopo un un lungo percorso di rieducazione, distante dalle ipotesi di abbattimento circolate nei giorni successivi la tragedia), ci sono stati l’introduzione di Bozzer e gli interventi di Marchi, Bolzoni e Brusegan. Tre relazioni dai contenuti diversi, passando dagli aspetti giuridici al rapporto tra uomo e animali. Si è parlato, quindi, di alcune pratiche illegali come il collare elettrico, oltre che delle norme che regolano il settore. Di grande impatto l’intervento di Raffo, professionista che ha riabilitato mille 700 cani autori di gesti di violenza contro l’uomo. «Dobbiamo pensare alle esigenze del nostro cane – ha detto l’educatore –, non limitarci a quello che riteniamo possa essere il meglio per lui. Un cane è il prodotto dell’ambiente sociale in cui cresce. Se nel suo percorso di formazione vengono meno determinati passaggi, dentro l’animale si romponoequilibri e si possono verificare situazioni difficili». Senza entrare nel caso di Cloe, almeno per buona parte del suo discorso, Raffo ha più volte rimarcato la necessità di “ascoltare” le esigenze del cane, di inserirlo adeguatamente nel contesto di famiglia.©RIPRODUZIONE RISERVATA

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