Il più noto tra i cani da pastore che da tempo è entrato nelle nostre case come animale da compagnia è forse il Border Collie. Eppure anche lui – come il massiccio Kangal turco o il Pumi ungherese, un piccolo cane che ricorda un koala , e ancora la Laika della Siberia Occidentale usata per il monitoraggio degli orsi e il Lapinkoira dei Lapponi – è un cane nato per lavorare con le greggi. Il 9 e 10 dicembre, Pizzighettone, cittadina che sorge lungo l’Adda e è nota per la Torre del Guado dove fu imprigionato il re di Francia, Francesco I, ospita una due giorni dedicata alla pastorizia (PAN, Pastorizia, Arte, Storia e Natura) dove sarà possibile conoscere razze antiche e poco diffuse, ma anche ascoltare esperti parlare del lupo, di cui è stata segnalata la presenza nella pianura padana, dal Ticino alle campagne cremonesi. Non manca la selvaggina, perché il predatore si sfami.

Ma i pastori da secoli sanno bene che il modo migliore per salvaguardare le proprie greggi è avere degli ottimi cani da pastore. Giovanni Todaro, esperto di razze e studioso della materia, spiega ad Amici di Casa, che «i cani da pastore si dividono in due gruppi, da conduzione e cioè aiutano il pastore a spostare il gregge, o da protezione cioè con l’unico compito di difendere le pecore. Il solo che svolge entrambi i compiti è il nostro Pastore bergamasco. Non c’è un cane migliore di un altro, ma ogni cane è adatto ad un territorio». Dai cani da pastore c’è molto da imparare. «Per esempio si impara che spesso hanno ragione loro, ci avvisano perché sono intelligenti, veloci, hanno una altissima soglia di attenzione», dice Todaro. Non ci avvisano a vuoto, se lo fanno il pericolo c’è. I cani da pastore non sono necessariamente cani atletici o da portare in passerella. Nella cerchia muraria di Pizzighettone, il Lupino del Gigante, i Pastori della Sila, il Pastore del Caucaso e molti altri si esibiranno invece in dimostrazioni di lavoro di conduzione di pecore, capre e altri animali.

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