Assicurare un futuro ad animali altrimenti destinati alla ricerca: si consolida l’esperienza della LAV in questo campo, con altri 27 macachi accolti presso il Centro di Recupero di Semproniano in Maremma e provenienti dal Consorzio per la Ricerca Sanitaria  di Padova, già noto come Corit-Consorzio per la Ricerca sul Trapianto di Organi. Un’operazione senza precedenti in Italia per numero di macachi sottratti alla sperimentazione per xenotrapianti: il Consorzio, infatti, ha così chiuso la linea di ricerca su primati e liberato la colonia presente nello stabulario.

Un risultato reso possibile grazie a LAV e alla volontà e impegno di numerose parti coinvolte, innanzitutto il Consorzio, ma anche l’Università di Padova e l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie.

“Attenti e curiosi, i macachi hanno ben presto preso confidenza con la nuova condizione di vita in semi libertà – afferma la biologa Michela Kuan, responsabile LAV Area ricerca senza animali – Dopo le prime settimane di fisiologico adattamento ai nuovi spazi, i tre maschi sterilizzati a breve verranno uniti al gruppo più ampio delle femmine, in modo da ricomporre un gruppo sociale equilibrato che veda la presenza di entrambi i sessi con conseguenti ruoli e gerarchie. Tutta la colonia sta bene. Tutti hanno preso confidenza con i keeper, si fanno “viziare” con frutta secca e verdure oltre a farsi imboccare col pellet (mangime ad alto contenuto proteico). Il loro percorso di recupero fisico e psicologico sarà utile per creare protocolli di riabilitazione da condividere con le società di primatologia di tutto il mondo, nella speranza di diventare un’unica voce per i loro diritti, che non conosce confini linguistici o culturali.” 

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“La liberazione di questo gruppo di macachi è la più grande operazione di dismissione di primati “da laboratorio” avvenuta in Italia, emblema di un cambiamento che vede sempre di più rivolgersi a metodi di ricerca non basati su cavie ma su modelli sperimentali non animali, affidabili, etici e all’avanguardia. In particolare, il ricorso alle scimmie è fortemente vincolato da norme nazionali e direttive comunitarie in base sia a considerazioni morali, legate alla complessità comportamentale e la percezione del dolore in queste specie filogenitcamente così vicine all’uomo, che scientifiche, frutto di analisi che ne hanno evidenziato la scarsa utilità e l’inattendibilità – afferma Michela Kuan, biologa, responsabile LAV Area ricerca senza animali – Vasta l’esperienza maturata dalla LAV nel ricollocare animali destinati alla ricerca: dalla colonia di macachi provenienti dall’Università di Modena, trasferiti presso il Centro di Recupero di Semproniano già nel 2016, ai quasi tremila cani beagle di Green Hill, per i quali è stata possibile la sistemazione in famiglia”.

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