cucciolo labrador ragazzaANMVI Lombardia rinnova agli assessorati regionali la richiesta urgente di correggere la norma sul divieto di cessione di cuccioli prima dei 90 giorni.

Si tratta del divieto- recentemente introdotto nella normativa lombarda-  di destinare al commercio cani o gatti di età inferiori ai 90 giorni (art. 105, comma 1, lettera e) della  L. R. n. 15 del 29 giugno 2016). La lettera è firmata dal Vicepresidente di ANMVI Lombardia Francesco Orifici ed è indirizzata all’Assessore al Welfare, Giulio Gallera, all’Assessore all’Agricoltura, Giovanni Fava e ai dirigenti della struttura veterinaria regionale, Piero Frazzi e Laura Gemma Brenzoni.

La lettera evidenzia che proprio in questi giorni la Regione Marche– dando seguito alle istanze dei Medici Veterinari– ha ridotto da 90 a 60 giorni il limite temporale per la separazione dei cuccioli dalla fattrice: “Le Marche hanno corretto una anomalia normativa e scientifica che non trova riscontro nelle disposizioni nazionali ed europee, ma che purtroppo è stata recentemente introdotta nella legislazione lombarda (L. R. n. 15 del 29 giugno 2016). Con la presente, anche alla luce dell’emanando regolamento regionale, ne sollecitiamo nuovamente l’urgente correzione”.

“La nostra Regione, fra le poche ad essersi dotata di una “Consulta regionale per la tutela degli animali d’affezione e per la prevenzione del randagismo”, ha non di meno emanato una norma che viene meno al proprio approccio legislativo avanzato”- prosegue Orifici che della fa parte della Consulta.  Per un “bene commerciale” peculiare come il cucciolo, bene vivente e senziente, imporre ben 30 giorni in più sul limite ottimale dei 60 giorni, determina una grave compromissione del suo sviluppo e del suo benessere”.

“Un periodo inferiore ai 60 giorni priverebbe il cucciolo dei benefici sanitari e psico-evolutivi derivanti dal contatto con la madre, ma un tempo superiore può compromettere in maniera irreversibile la corretta socializzazione del cucciolo e inibire lo sviluppo armonico del suo comportamento, con riflessi sul potenziale aggressivo dovuto a carente relazione con il gruppo sociale umano (detentore, proprietario, nucleo familiare, convivenza sociale in pubblico). Riteniamo che la norma regionale dei 90 giorni vada anche a detrimento della tutela del patrimonio cinofilo lombardo e delle attività produttive ad esso collegate”.

L’auspicio è che le autorità regionali vogliano “tempestivamente riallineare la legislazione lombarda alle evidenze scientifiche, nell’interesse dei cuccioli e della filiera cinofila”.

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