Il 27 maggio si svolgerà il Palio di Legnano, nonostante la terribile morte del cavallo “Polveroso” avvenuta il 7 aprile durante una delle prove di addestramento, quando, in seguito a una mortale caduta, il cavallo veniva ucciso tramite iniezione letale, in conseguenza della gravità della frattura riportata.

L’ennesima morte annunciata, che conferma la pericolosità di qualsiasi corsa ippica e le problematiche legate alla sicurezza, con misure dimostratesi ampiamente insufficienti ad azzerare il rischio di cadute con danno irreparabile per i cavalli coinvolti, puntualmente liquidate come tragica fatalità.

Ma la morte di “Polveroso”, avvenuta all’interno di un centro ippico privato, solleva anche il problema della responsabilità in capo all’organizzazione delle corse di addestramento, nelle quali vengono provati i cavalli da iscrivere al Palio: i Maggiorenti del Palio di Legnano, infatti, hanno subito preso le distanze dall’accaduto e il Comune si è dichiarato “estraneo all’organizzazione della corsa, promossa da un soggetto privato all’interno di un centro ippico autorizzato e dotato di regolare licenza”.

A questo punto ci chiediamo: chi è questo privato che ha organizzato le corse di addestramento, secondo il Comune da considerarsi esclusivamente come evento ufficioso privato a partecipazione libera e gratuita?
Se la manifestazione non si è svolta sotto l’egida della F.I.S.E. (cui l’impianto è affiliato) dovremmo presumere che sia possibile radunare cavalli, fantini e spettatori in un impianto F.I.S.E. ma al di fuori dell’ambito sportivo regolamentato?

Domenica 27 vigileremo su questa discutibile competizione che fa piombare la città nel Medioevo.

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