Una crudeltà estrema, fatta di sevizie e uccisioni a sangue freddo, che vede un 76enne accusato della morte orribile di un gatto e del grave ferimento di un labrador. La vicenda risale al 2015 quando, nell’entroterra riccionese, una 60enne invalida e con la passione per gli animali da parecchio tempo si vedeva letteralmente sparire i propri gattini. L’abitazione della signora, che si trova in aperta campagna, era contigua con quella del proprio zio il quale, non gradendo la presenza degli animali, aveva minacciato la donna di farglieli sparire. Minacce che, in un’occasione, erano state fatte anche in presenza di alcune amiche che erano andate a trovare la 60enne costretta sulla sedia a rotelle. Pochi giorni dopo il labrador di proprietà della figlia della padrona di casa era incappato in una tagliola e, il povero quattrozampe, era rimasto ferito seriamente mentre l’ennesimo micio della signora era sparito per riapparire, pochi giorni dopo, privo di vita ed eviscerato nel giardino dell’abitazione.

Sul posto erano intervenuti i carabinieri e i poveri resti del gatto analizzati dal veterinario che, oltre a certificare il decesso per la profonda ferita alla pancia, aveva dichiarato che la bestiola era stata catturata con una tagliola. Anche alla luce delle minacce fatte in passato dal 76enne, le indagini degli inquirenti si erano subito concentrate sull’uomo, fratello del padre della 60enne e vicino di casa della donna, tanto che in un capanno di sua prorpietà era stato trovato un altro gatto di proprietà della nipote. L’anziano è quindi finito a processo per uccisione di animali, rischiando la reclusione da quattro mesi a due anni, mentre la padrona delle bestiole si è costituita parte civile con l’avvocatessa Maria Luisa Trippitelli.

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