Categoria: Cani

  • Monty, il cane 'archeologo' che ha scoperto reperti risalenti all'Età … – greenMe.it

    Monty, il cane 'archeologo' che ha scoperto reperti risalenti all'Età … – greenMe.it

    Era a passeggio col suo amico umano in un villaggio della Boemia Settentrionale quando col suo muso peloso si è imbattuto in un vero e proprio tesoro. Il cane Monty ha ritrovato una serie di reperti e oggetti risalenti all’Età del Bronzo.

    Un vero e proprio archeologo. Durante una passeggiata nel villaggio di Kostelecké Horky, nel cuore della Repubblica Ceca, il cane ha scovato più di 20 oggetti unici risalenti a migliaia di anni fa. I reperti sono stati analizzati dagli archeologi e, da giovedì, sono esposti in una mostra speciale nella città di Kostelec nad Orlicí.

    Non si tratta di un fatto recente. Era un marzo quando il sig. Frankota era a spasso con Monty per i campi. All’improvviso il suo amico a quattro zampe iniziò a scavare freneticamente e quando l’uomo si avvicinò, quello che vide lo lasciò a bocca aperta.

    Dal terreno emergevano infatti una serie di oggetti apparentemente di bronzo. Dopo la fine delle operazioni di scavo portate avanti dal cane-archeologo, sono stati individuati 13 dei falcetti, 2 punte di lancia, 3 asce e una serie braccialetti. Secondo gli scienziati che li hanno poi esaminati, si tratta di oggetti che potrebbero avere più di 3000 anni.

    Martina Beková, archeologa del Museo e della Galleria dei Monti Orlické nella vicina città di Rychnov, era nel team che si è occupato di esaminare gli oggetti dopo la scoperta:

    “Il fatto che ci siano così tanti oggetti in un unico posto è quasi certamente legato ad un atto di onorabilità, molto probabilmente un sacrificio. Ciò che ci ha sorpresi è stato soprattutto il fatto che gli oggetti fossero interispiega. Circostanza inusuale. “Questi oggetti sono belli, ma il fatto che siano completi e in buone condizioni è molto più prezioso per noi”.

    La dott. Beková e i suoi colleghi credono che appartengano a un gruppo di indoeuropei vissuti nella regione durante la tarda età del bronzo. La loro pratica di creare grandi cimiteri, dove i defunti erano collocati in urne, ha portato alla loro designazione archeologica ufficiale come la “cultura dei campi di urne”, la cui caratteristica principale riguarda l’introduzione del rito funerario della cremazione.

    Dalla scoperta di Monty, i campi circostanti sono diventati un’area di interesse. Secondo gli scienziati che stanno indagando con metal detector, visti i cambiamenti considerevoli subiti dal terreno circostante nel corso dei secoli, è possibile che gli strati più profondi nascondano ancora alcuni segreti.

    Al momento, l’unico tesoro è quello svelato da Monty, con buona pace dei “colleghi” archeologi umani.

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    Francesca Mancuso

  • Starbucks nega l'entrata al cane ei social insorgono – il Giornale

    Starbucks nega l'entrata al cane ei social insorgono – il Giornale

    Starbucks, nota catena americana, inondata di messaggi dopo che ha rifiutato l’ingresso a un cane. Non si è fatta attendere la reazione del proprietario, Tommaso Zorzi, che ha subito scatenato i social aprendo l’hashtag “#Iostocongildina”. Prese letteralmente d’assalto le bacheche italiane della caffetteria che ha da pochi giorni aperto il suo negozio in piazza Cordusio, nel centro di Milano.

    Tommaso Zorzi, influencer e personaggio televisivo italiano, figlio di un’importante famiglia milanese, non ha gradito il divieto a entrare con la sua amata Gilda. Il ragazzo ha raccontato di aver fatto una fila molto lunga per poter accedere al locale, e una volta arrivato alla porta, gli sarebbe stato impedito l’ingresso a causa del cane.

    Zorzi ha spiegato il suo disappunto usando anche un linguaggio colorito, supportato dai suoi sostenitori che hanno assalito i canali social di Starbucks di messaggi, accusando la catena americana di non essere “dog friendly”. Il locale non ha replicato alle accuse.

    “Sono furibondo, mi hanno buttato fuori da Starbucks perché ho il cane. Mi fai schifo, non comprerò mai più un caffè. Sono stato da Starbucks a Singapore, Dubai, Londra, New York, Parigi, sempre entrato col cane… a Milano no. Vedono il cane, mi dicono, basta che stia in braccio, entro e mi fanno uscire perché mi dicono,scusa hai il cane ? Non ho parole”, ha riferito il ragazzo sul web.

    Molti utenti, alcuni proprietari di cani, si sono sentiti presi in causa e hanno attaccato Starbuchks, avvertendo che mai e poi mai entreranno nel negozio per bere un caffè, preferiranno altri bar, amici degli animali. Strano che la catena abbia scelto di percorrere questa linea, in un momento in cui social e televisioni continuano a portare avanti battaglie per i diritti degli animali.

    Strana la decisione di Starbucks, anche perché era stata loro l’idea di inventare il pappuccino, dall’inglese pup che significa cucciolo, creato appositamente per i cani che accompagnano i loro padroni a bere un caffè. Non credo che in 2,400 metri quadrati di locale, a tanto corrisponde la grandezza del negozio a Milano, qualche cane possa creare problemi. Forse Starbucks dovrebbe rivedere il divieto, in modo da accontentare i padroni e i loro cani, sempre più presenti in città.

  • Cani: perché annusano le parti intime dell'uomo – GreenStyle

    Cani: perché annusano le parti intime dell'uomo – GreenStyle

    I cani possiedono un olfatto piuttosto sviluppato, che li spinge a valutare il mondo circostante proprio attraverso il loro naso. All’apparenza una semplice parte corporea utile solo per respirare, in realtà il naso è per Fido un mezzo di comunicazione importantissimo. Attraverso le sue mucose il quadrupede dialoga, valuta, analizza e intercetta pericoli anche lontani. Un filtro indispensabile che rivolge anche nei confronti dell’uomo, per testare le intenzioni e l’indole. E per recuperare il maggior numero di informazioni, il cane punta il suo naso sulle parti intime dell’uomo, una pratica sdoganata e in apparenza imbarazzante ma per lui normale e utilissima.

    Olfatto

    L’olfatto del cane, come anticipato, è fortemente sviluppato ed è il senso che maggiormente utilizza. In grado di selezionare i profumi in entrata possiede una memoria legata a ciò che annusa, che perdura anche negli anni. I 300 milioni di recettori presenti all’interno del tartufo gli consentono di individuare anche la direzione da cui arriva un odore, e captare profumi anche particolari – come ad esempio le feci di balena – oppure odori a distanze ragguardevoli. Sono in grado di individuare anche la presenza di cellule di natura sospetta, per questo da tempo il cane ha trovato un ruolo anche in campo scientifico-medico.

    => Scopri perché i cani si annusano

    Comunicazione

    Annusare è per Fido un mezzo di comunicazione fondamentale, è una pratica che persegue costantemente con i suoi simili. Sempre alla ricerca di dati e informazioni il quadrupede si spinge ad annusare il corpo e in particolare le parti intime degli altri animali, zona principale di interazione dove le ghiandole apocrine sudoripare emettono i feromoni. Questi sono una sorta di banca dati dell’animale perché rilasciano una serie di informazioni, come l’età dell’individuo annusato, il sesso, il suo stato d’animo, se disponibile all’accoppiamento e la variazioni ormonali.

    Parti intime uomo

    Un discorso simile vale per l’uomo, perché queste ghiandole sono collocate nella zona ascellare e in quella inguinale. Per questo motivo Fido, alla ricerca di dati e informazioni sociali, punta il naso verso le parti intime umane specialmente se la persona è sconosciuta. Nel caso il cane rivolgesse le stesse attenzioni nei confronti del proprietario, vuol dire che sta cercando di comprendere lo stato d’animo dell’amico bipede. Un comportamento del tutto normale, e ovviamente il suo interesse aumenta nei confronti delle persone con variazioni ormonali evidenti come donne incinte, partorienti, persone che hanno avuto un rapporto sessuale e molto altro ancora.

    => Scopri i cinque sensi del cane

    Cosa fare

    Cani al parco

    Dovesse accadere il fenomeno, non è il caso di agitarsi o limitare il comportamento canino: Fido si sta solo informando e per questo motivo è giusto permettergli di annusare le parti intime. Nessun imbarazzo, basta spiegare la motivazione ai presenti così da giustificare la scelta del quadrupede.

    18 settembre 2018

  • La storia dei cani che salvano vite ha avuto inizio qui, a Seriate – Bergamo Post

    La storia dei cani che salvano vite ha avuto inizio qui, a Seriate – Bergamo Post

    «È iniziato tutto a Seriate, trent’anni fa. Facevo parte di un piccolo gruppo di protezione civile nella zona di Ponte Nossa insieme a quattro amici, uno di essi Stefano Zambelli mi accompagna ancora, e mi sarebbe piaciuto avere un cane che potesse essere d’aiuto agli altri. Pur non avendo mai visto un Terranova in vita mia, sfogliando un vecchio manuale della Garzanti (costava 800 lire), una piccola enciclopedia di tutte le razze canine che conservo ancora, lo sguardo è caduto sul disegno di questo grosso cane nero e dopo aver letto la descrizione delle sue caratteristiche ho cercando sulle pagine gialle un allevamento nella Bergamasca dove ho acquistato Mas, il mio primo cucciolo di Terranova, con l’obiettivo di farlo addestrare». Ferruccio Pilenga ricorda così l’avvio dell’attività della Sics (Scuola Italiana Cani da Salvataggio), che presiede e ha fondato nel 1989 e che ogni anno mantiene circa 400 cani brevettati, operativi sulle spiagge di tutta Italia in aiuto dei bagnanti.

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    «Per addestrare Mas mi sono rivolto ai colleghi della Protezione Civile che però non facevano salvataggio in acqua ma soltanto in zone con macerie e ricerca delle persone scomparse – racconta Ferruccio –. Quindi, mi sono rivolto ad alcuni amici che facevano parte dell’unità Sar (Search and Rescue) dell’Aeronautica e con loro abbiamo iniziato a lavorare col cane seguendo la tecnica illustrata nel libro Il richiamo della foresta di Jack London in cui viene raccontata l’impresa del cane Bucca che, legato a una corda, trae in salvo il suo padrone Toto. Ispirandoci alla narrazione, ci siamo inventati un’imbragatura ad hoc per il cane che poteva essere impegnato nel salvataggio delle persone. La prima esercitazione in elicottero, durante la quale mi sono calato con il cane per recuperare un pericolante, risale al 1992 ed è stata eseguita in Bergamasca. È nata così la nuova tecnica, che utilizziamo ancora oggi, che io definisco “a delfino”. In questo modo il cane trasporta il conduttore verso la persona in pericolo e poi riporta entrambi a riva. Un esempio concreto può dare la misura della forza di questi animali, basti pensare che se per trainare una slitta si devono impiegare sei cani, un cane da salvataggio in acqua può salvare da solo sei persone. Siamo l’unico organismo civile riconosciuto a supporto delle istituzioni pubbliche e dal 1996 delle Capitanerie di Porto e della Guardia Costiera; inoltre, da quasi sei anni le motovedette della polizia provinciale sul lago d’Iseo tutti i fine settimana estivi ospitano una nostra unità cinofila».

    Le razze principalmente utilizzate nei salvataggi sono quelle dei Terranova, Labrador, Golden retriever, per la loro indole socievole e le loro capacità natatorie, ma vengono impiegati anche pastori tedeschi o Rottweiler, anche se rappresentano una piccola quota. «Tra i salvataggi impressi nella memoria ci sono sicuramente il primo e l’ultimo. Il primo venne eseguito al lago Moro, quando Mas salvò mia figlia Valentina che si era pericolosamente allontanata in acqua da un’amica. Bastò un comando e Mas la portò subito in salvo; l’ultimo è stato eseguito pochi giorni fa a Forte dei Marmi. Chi si rivolge alla nostra scuola, dopo una prova può decidere di far conseguire il brevetto di salvataggio, che ha validità annuale, al suo cane. La preparazione dura all’incirca un anno e mezzo durante il quale formiamo il padrone per fare in modo che lui stesso sia in grado di addestrare il suo cane – spiega Ferruccio –. Inoltre, i cani che devono essere brevettati vengono sempre affiancati dai nostri cani istruttori esperti. Ogni animale in media inizia a operare da quando ha un anno e mezzo fino agli undici anni. Ogni anno circa quaranta cani vanno “in pensione” ma riusciamo a brevettarne circa ottanta tra tutte le nostre sezioni. Ogni nostro risultato è frutto dell’impegno dei volontari e della passione che ci anima, la nostra arma vincente».

    Un modello che la Sics ha esportato, non solo in tutta Italia, ma anche all’estero. «Un esempio italiano che in molti ci invidiano; siamo gli unici ad applicare queste tecniche con successo – continua Pilenga –. Abbiamo cominciato Seriate e oggi il centro di addestramento principale è all’Idroscalo di Milano. Adesso ci stiamo espandendo in Germania, ad Augsburg, in Svizzera e abbiamo progetti alle Canarie, alle Azzorre e negli Usa, a Boston, New York e San Diego. Siamo appena stati a Lugano, dove siamo stati invitati per una dimostrazione durante un’esercitazione di elisoccorso. Da ultimo, siamo impegnati anche sul fronte della divulgazione: nel maggio scorso io e il mio ultimo cane, Reef, siamo stati chiamati a bordo delle motovedette della Guardia Costiera per girare il documentario Superpower dogs in Imax 3d, distribuito nelle sale cinematografiche, e sempre Reef è protagonista di un documentario di 40 minuti sui cani da salvataggio realizzato da Sky, che si può vedere online. Inoltre, da ormai tre anni, con i nostri cani ci rechiamo negli ospedali di Milano – conclude Pilenga –, in particolare al Buzzi, al Policlinico De Marchi e al San Raffaele, oltre che nella casa di riposo per anziani Castellini a Melegnano, dove i nostri eroi a quattro zampe visitano bambini e anziani ricoverati nei diversi reparti nell’intento di trasmettere simpatia e positività. Spesso capita che diversi pazienti, una volta dimessi, vengano a trovarci al mare o all’Idroscalo».

  • Pescate, lite al parco per il cane libero – La Provincia di Lecco

    Pescate, lite al parco per il cane libero – La Provincia di Lecco

    Lite nel parco tra proprietari di cani finisce a sassate

    • Martedì 18 Settembre 2018

    Pescate, lite al parco per il cane libero

    Il padrone scaglia una sassaiola

    Incredibile episodio a La Punta, la discussione degenera, un ferito

    Il sindaco: «Controlleremo le telecamere, il responsabile non entrerà più»

    Preso a sassate e ferito nel parco. È questo l’inquietante episodio che si è verificato lunedì mattina al parco La Punta e su cui stanno indagando gli agenti della Polizia intercomunale di Pescate e Garlate.

    Davanti a testimoni

    È accaduto davanti a testimoni, in un parco molto frequentato e pare che tutto sia nato per futili motivi, per una discussione che riguardava cani. Per questo, se tutti i fatti saranno accertati, il sindaco Dante De Capitani cercherà di attivare una sorta di daspo, o comunque un provvedimento che obblighi il presunto aggressore a stare lontano dai parchi pescatesi .

    A ricostruire i fatti è proprio il sindaco che è anche comandante della Polizia intercomunale: «Stando a quanto abbiamo ricostruito finora, un pescatese si trovava al parco con i suoi cani, tenuti regolarmente al guinzaglio, ma si è ritrovato davanti un cane di grossa taglia, libero». L’uomo avrei fatto presente la cosa al proprietario.

    «Ne è nata una discussione che è degenerata in un fatto increscioso. Il proprietario del cane di grossa taglia si è scagliato sul pescatese con una sassaiola». La raffica di sassi ha colpito il malcapitato al volto, procurandogli ferite, per fortuna non gravi.

    Poi l’aggressore è fuggito insieme al cane.

    «Per fortuna il ferito sta bene, ma resta il fatto che quanto successo è stato estremamente grave – commenta De Capitani – la Polizia locale sta effettuando tutti gli accertamenti, a iniziare dalla visione dei filmati delle telecamere che monitorano le aree verdi e il paese. Poi visto che è successo in pieno giorno, contiamo di trovare nei video, informazioni utili. Testimoni hanno riconosciuto l’uomo, come un frequentatore abituale dei nostri parchi. Abbiamo già informato anche i Carabinieri di Olginate».

    Altri particolari su La Provincia di Lecco in edicola martedì 18 settembre

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  • Ecco come pulire la ciotola del cane – Stile.it

    Ecco come pulire la ciotola del cane – Stile.it

    La ciotola del cane è come le nostre posate: deve essere sempre pulita per non compromettere la salute di chi la usa. Oltre a garantire a un cane un regolare esercizio fisico e una dieta sana, è dovere del padrone mantenere puliti la ciotola e i giochi. Le ciotole per cani possono attrarre sporco e germi e devono essere lavate regolarmente, specialmente se tenute in cucina. Germi che, se ingeriti, possono causare disturbi allo stomaco, o conseguenze peggiori.

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    Ciotola pulita, regole d’oro

    La maggior parte delle ciotole per cani sono realizzate con materiali progettati per essere resistenti, quindi non sono così difficili da pulire. Per prima cosa, vedere se quella del nostro cane è lavabile in lavastoviglie. In caso contrario, lavare a mano con una spugna e un detersivo delicato. Lasciare a bagno in acqua calda e sapone o una soluzione debole di aceto e acqua calda per rimuovere eventuali incrostazioni. Se si vuole essere sicuri che la ciotola sia extra pulita immergerla in una soluzione diluita di candeggina e acqua fredda. Risciacquare con acqua fresca e asciugare.

    Le ciotole per cani in acciaio inox sono più igieniche di quelle fatte con altri materiali, ma possono arrugginire se non vengono curate. Dunque, evitare di graffiare la superficie della ciotola con uno scrubber. Ttilizzare una spugna o un panno morbido e detersivo per rimuovere le macchie di cibo. Riempire la ciotola con aceto e soluzione di acqua tiepida, oppure con una soluzione di candeggina e acqua fredda. Risciacquare con acqua pulita e asciugare.

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    Ciotola pulita, i passi chiave

    Per riassumere, quindi, ecco come avere una citola pulita. Controllare se le ciotole per cani sono lavabili in lavastoviglie, o se sono appropriate solo per il lavaggio a mano. Risciacquare quotidianamente e lavare ogni settimana. Pulire anche i giochi secondo le istruzioni riportate sull’etichetta.

  • Sono cani che hanno sofferto 200 pavesi in attesa di adozione – La Provincia Pavese

    Sono cani che hanno sofferto 200 pavesi in attesa di adozione – La Provincia Pavese

    PAVIAa casa. La cosa più importante non è la stazza del cane, ma il suo carattere, valutiamo quello». Una cosa per volta, dunque. Intanto però 200 pavesi si sono fatti avanti per accogliere un aninale che ha sofferto. Ora sperano di poterlo adottare. —

    ALESSIO MOLTENI

  • Starbucks si rifiuta di fare entrare il suo cane: e lui scatena la … – MilanoToday

    Starbucks si rifiuta di fare entrare il suo cane: e lui scatena la … – MilanoToday

    I canali social italiani ufficiali di Starbucks, sbarcato ufficialmente da qualche giorno a Milano e in Italia, con un grande store in Cordusio, sono letteralmente presi d’assalto in queste ore dall’hashtag “#Iostocongildina”. 

    Gildina, infatti, è il cane di Tommaso Zorzi, personaggio televisivo rampollo di una ricchissima famiglia milanese, noto per la sua partecipazione a ‘Riccanza’ e ora protagonista della nuova edizione di Pechino Express. Secondo quanto raccontato sul suo profilo Instagram, dopo essere stato lungamente in coda per entrare da Starbucks, all’ingresso l’avrebbero costretto a tenere l’animale in braccio; e poi, al momento di entrare nel locale col cane, gliel’hanno impedito. Costringendolo a star fuori. 

    Il web influencer non ha mancato di far notare il suo disappunto, con un linguaggio particolarmente colorito, e i fan si sono scatenati, inondando di messaggi il colosso delle caffetterie. Che non ha replicato alle accuse di essere ‘poco friendly’ per gli animali.

    “Sono furibondo – ha detto – mi hanno battuto fuori da Starbucks perché ho il cane. Mi fai schifo, non comprerò mai più un caffè. Sono stato da Starbucks a Singapore, Dubai, Londra, New York, Parigi, sempre entrato col cane… a Milano no. Vedono il cane, mi dicono ‘basta che stia in braccio’, entro e mi fanno uscire perché mi dicono ‘scusa hai il cane’? Non ho parole”, ha concluso. 

    “Noi entriamo anche al supermercato e non esiste che lo Starbucks piu’ grande d’Europa a Milano non consenta almeno ai cani piccoli di entrare neanche in braccio! Volevo provarci e passare con il mio bassotto, ora che so questo non ci verro’”, scrive un utente. Ma altri messaggi sono ancora più coloriti: “Quindi io col mio Mojito non potrò entrare? Ma andate a cagare oggi e per sempre Sturbucks!”.

  • Grande partecipazione ad Amico cane (foto) – Vco24 (Comunicati Stampa) (Blog)

    Grande partecipazione ad Amico cane (foto) – Vco24 (Comunicati Stampa) (Blog)

    CAMBIASCA – 17.09.2018 – Grande successo

    di pubblico ieri alla festa “Amico cane”, giunta quest’anno all’8ª edizione e svoltasi al campo sportivo di Cambiasca. Molto seguito l’intervento dell’educatore cinofilo Giancarlo Gianelli del centro “Roxana cinofila”, che ha illustrato ai presenti le accortezze da seguire per vivere bene col proprio cane. Dopo questo appuntamento, sono stati presentati alcuni cani ospiti del “Rifugio del cane” di Verbania in cerca di adozione. Poi la tradizionale sfilata di numerosi cani privati, a cui una giuria composta da bambini ha dato il voto. Era presente anche Iris, un cane adottato dal canile cittadino anni fa, accompagnato da Tiziana, che ora sta seguendo un corso per “Pet therapy”. Nel corso della giornata si sono svolti una serie di eventi collaterali, tra cui l’applaudita esibizione delle piccole ginnaste della scuola capitanata dalla maestra Valentina Borella”. Infine la cena (con musica live), alla quale hanno preso parte oltre un centinaio di persone. Gli organizzatori -soddisfatti dell’esito della manifestazione, in primis il presidente del sodalizio Loredana Brizio- hanno raccolto una discreta somma che verrà utilizzata per la cura e il mantenimento dei cani del rifugio, nonché per sostenere quelli in difficoltà. Al biglietto n° 2376, estratto durante la festa, è andato il 1° premio: un weekend per due persone a Parigi.

  • Nella Marsica arriva Progetto Serena, cani da allerta per le crisi … – Terre Marsicane

    Nella Marsica arriva Progetto Serena, cani da allerta per le crisi … – Terre Marsicane

    Il diabete è una malattia metabolica cronica che sempre più interessa i bambini ma si riscontra in persone di ogni età. Nel territorio Marsicano si registrano 5 casi in più l’anno di diabete infantile.

    Bisogna dare alla famiglia l’educazione terapeutica adeguata per assicurare al proprio figlio, ogni giorno, il piano di cura di cui necessita. Quello che più di tutto preoccupa le famiglie sono le ipoglicemie, soprattutto quelle notturne.

    Affidarsi a un fedele amico che avvisa in caso di una crisi glicemica significa riuscire ad intervenire prontamente e salvargli la vita. E se il diabetico non reagisce alla segnalazione,il cane va a cercare aiuto allertando un familiare. E se è solo in casa? Il cane è preparato a premere un sistema di allarme.

    Progetto Serena nasce nel 2013 grazie alla passione e all’impegno del responsabile cinofilo Roberto Zampieri che ne ha delineato il Protocollo, unico della ONLUS e sperimentato sul campo.

    Il percorso si svolge in due parti, la prima dedicata alla costruzione della relazione , alla creazione di un rapporto empatico tra cane e diabetico , la seconda dedicata alla vera e propria preparazione per l’allerta diabete.

    Questo ha la durata di 2 anni ma i primi risultati, lavorando costantemente, arrivano nei primi 3 mesi. L’ istruttore sarà a fianco del diabetico per tutta la vita del cane.

    Nel territorio marsicano , dal 15 Settembre 2018 è presente la figura di un istruttrice che dopo 1 anno di duro lavoro, impegno e dedizione ha ottenuto la qualifica tecnica di PREPARATORE CANE ALLERTA NEL DIABETE.

    Di Benedetto Silvia fa il suo ingresso nel mondo degli Interventi Assistiti dagli Animali nel 2011 frequentando il corso di laurea in Tutela e Benessere Animale presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’ Università degli studi di Teramo. Nel settembre del 2014 si laurea con il massimo dei voti presentando la tesi di laurea in “Pet- Therapy e animali da servizio” dal titolo “Percorso di Ippoterapia: dalla progettazione alla realizzazione”. Nel corso degli anni i suoi studi non si fermano acquisendo diverse certificazioni di cui l’ultima quella di preparatore cani allerta nel diabete.

    Il lavoro è reso possibile grazie alle naturali doti olfattive del cane ma soprattutto grazie alla relazione empatica che si crea tra cane e diabetico”afferma Silvia “ il cane, appena percepisce l’odore, si avvicina al diabetico e glielo segnala. Lo fa fino a quando lui non gli mostra il glucometro, si misura la glicemia e si corregge . Questo sia in caso di ipo che di iperglicemia. Per il cane si tratta di un gioco, per il diabetico si tratta della vita”.

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