Categoria: Animali domestici

  • Dall'antico Egitto a Twitter: l'evoluzione continua dell'amore “felino” – Quotidiano.net

    Dall'antico Egitto a Twitter: l'evoluzione continua dell'amore “felino” – Quotidiano.net

    Roma, 17 febbraio 2016 – Nell’Antico Egitto erano venerati come divinità, oggi sono i ‘padroni’ di casa di 7 milioni di italiani. Si celebra la giornata del gatto e su Twitter gli amanti dei mici condividono foto e messaggi d’amore per i loro compagni di vita a quattro zampe. Spiriti liberi e anticonformisti, i gatti sono “come un amante, devi conquistarlo ogni giorno e non è detto che tu ci riesca”, scrive un utente su Twitter. In braccio ai loro padroni, sonnacchiosi sul divano o su un piumone, i mici hanno conquistato i social network. La giornata del gatto si celebra ogni anno in Italia dal 1990. 
     

    Nella giornata dedicata ai gatti, padroni di casa e del cuore di tanti italiani, si scopre che per un gatto si spendono circa 800 euro l’anno, per un cane di taglia media quasi 1800 euro, praticamente più di uno stipendio medio. Ma in un anno, ovviamente, non al mese. Rispetto a 10 anni fa si spende il 70% in più. E’ quanto emerge da una analisi, in occasione della Giornata Mondiale del Gatto, dell’Adoc sui costi degli animali domestici presenti nelle case degli italiani. Una presenza importante, visto che circa il 40% delle famiglie ne possiede almeno uno. “Occuparsi di un cane costa poco meno di 1800 euro l’anno tra alimenti, accessori e spese mediche – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – mentre per un gatto si spendono quasi 800 euro l’anno. La spesa è aumentata in media del 70% dall’introduzione dell’euro, circa il 5% ogni anno. Per un gatto, festeggiato oggi a livello internazionale, si spende in media, solo per gli alimenti, il 62% in più rispetto al 2001, per un cane la cifra lievita al +86%. Nel 2001, infatti, per mantenere un cane di media taglia bastavano circa 1000 euro l’anno, per un gatto servivano massimo 300 euro. Oggi accudire un animale domestico rappresenta una spesa e un costo considerevoli, che va ad aggiungersi agli altri problemi di bilancio delle famiglie. Senza contare che circa il 10% della spesa per gli amici a quattro zampe finisce nella pattumiera: dalle nostre indagini risulta che il 7% dei prodotti alimentari acquistati non viene utilizzato, perché scaduto o “non gradito” dall’animale, mentre c’è uno spreco di medicinali di circa il 3%. La causa principale è il mal confezionamento, non conforme alla terapia prevista”.

    Secondo l’Adoc il giro d’affari per cani e gatti è pari a poco più di 12 miliardi di euro annui. “Il 40% delle famiglie possiede un cane o un gatto, per un totale stimato di circa 10 milioni di amici a quattro zampe – continua Tascini – la spesa media di mantenimento annua è di 1260 euro, per un totale di oltre 12 miliardi di euro. Considerando che la media di vita, sia per un cane che per un gatto, è di circa 15 anni, mantenere un cane per tutta la sua vita costa circa 26mila euro, un gatto si spendono più di 9mila euro. Cifre considerevoli, molto più elevate rispetto a quelle sostenute per altri animali domestici come tartarughe, criceti o uccellini: sebbene per questi ultimi la spesa iniziale sia più sostenuta, nell’ordine di circa 150 euro, comprensiva di acquisto dell’animale, di gabbiette e prime cure. Ad ogni modo le spese di “gestione” non superano in media i 300 euro l’anno”. Ma sicuramente non è la stessa cosa.
    Per contatti con la nostra redazione: animali@quotidiano.net

    RIPRODUZIONE RISERVATA

  • Dall'antico Egitto a Twitter: l'evoluzione continua dell'amore “felino” – Quotidiano.net

    Dall'antico Egitto a Twitter: l'evoluzione continua dell'amore “felino” – Quotidiano.net

    Roma, 17 febbraio 2016 – Nell’Antico Egitto erano venerati come divinità, oggi sono i ‘padroni’ di casa di 7 milioni di italiani. Si celebra la giornata del gatto e su Twitter gli amanti dei mici condividono foto e messaggi d’amore per i loro compagni di vita a quattro zampe. Spiriti liberi e anticonformisti, i gatti sono “come un amante, devi conquistarlo ogni giorno e non è detto che tu ci riesca”, scrive un utente su Twitter. In braccio ai loro padroni, sonnacchiosi sul divano o su un piumone, i mici hanno conquistato i social network. La giornata del gatto si celebra ogni anno in Italia dal 1990. 
     

    Nella giornata dedicata ai gatti, padroni di casa e del cuore di tanti italiani, si scopre che per un gatto si spendono circa 800 euro l’anno, per un cane di taglia media quasi 1800 euro, praticamente più di uno stipendio medio. Ma in un anno, ovviamente, non al mese. Rispetto a 10 anni fa si spende il 70% in più. E’ quanto emerge da una analisi, in occasione della Giornata Mondiale del Gatto, dell’Adoc sui costi degli animali domestici presenti nelle case degli italiani. Una presenza importante, visto che circa il 40% delle famiglie ne possiede almeno uno. “Occuparsi di un cane costa poco meno di 1800 euro l’anno tra alimenti, accessori e spese mediche – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – mentre per un gatto si spendono quasi 800 euro l’anno. La spesa è aumentata in media del 70% dall’introduzione dell’euro, circa il 5% ogni anno. Per un gatto, festeggiato oggi a livello internazionale, si spende in media, solo per gli alimenti, il 62% in più rispetto al 2001, per un cane la cifra lievita al +86%. Nel 2001, infatti, per mantenere un cane di media taglia bastavano circa 1000 euro l’anno, per un gatto servivano massimo 300 euro. Oggi accudire un animale domestico rappresenta una spesa e un costo considerevoli, che va ad aggiungersi agli altri problemi di bilancio delle famiglie. Senza contare che circa il 10% della spesa per gli amici a quattro zampe finisce nella pattumiera: dalle nostre indagini risulta che il 7% dei prodotti alimentari acquistati non viene utilizzato, perché scaduto o “non gradito” dall’animale, mentre c’è uno spreco di medicinali di circa il 3%. La causa principale è il mal confezionamento, non conforme alla terapia prevista”.

    Secondo l’Adoc il giro d’affari per cani e gatti è pari a poco più di 12 miliardi di euro annui. “Il 40% delle famiglie possiede un cane o un gatto, per un totale stimato di circa 10 milioni di amici a quattro zampe – continua Tascini – la spesa media di mantenimento annua è di 1260 euro, per un totale di oltre 12 miliardi di euro. Considerando che la media di vita, sia per un cane che per un gatto, è di circa 15 anni, mantenere un cane per tutta la sua vita costa circa 26mila euro, un gatto si spendono più di 9mila euro. Cifre considerevoli, molto più elevate rispetto a quelle sostenute per altri animali domestici come tartarughe, criceti o uccellini: sebbene per questi ultimi la spesa iniziale sia più sostenuta, nell’ordine di circa 150 euro, comprensiva di acquisto dell’animale, di gabbiette e prime cure. Ad ogni modo le spese di “gestione” non superano in media i 300 euro l’anno”. Ma sicuramente non è la stessa cosa.
    Per contatti con la nostra redazione: animali@quotidiano.net

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  • Il gatto? Costa 800 euro l'anno (per il cane almeno mille in più) – Corriere della Sera

    Il gatto? Costa 800 euro l'anno (per il cane almeno mille in più) – Corriere della Sera

    Milano, 17 febbraio 2016 – 12:05

    Secondo una ricerca dell’Adoc, ci sono 10 milioni di gatti e di cani in Italia, per un giro di affari di 12 miliardi di euro. Le spese per mantenere un animale domestico sono cresciute in 15 anni del 70%

    (Ap)

    (Ap)

    Non sono gli 8000 euro all’anno stimati per mantenere un figlio, ma la cifra per accudire un animale domestico ha comunque una sua importanza, tale da incidere sul bilancio familiare: in media 1260 euro l’anno, in particolare 800 euro per un gatto, 1800 euro per un cane. Nella Giornata mondiale del gatto, è l’associazione di consumatori Adoc a fare una stima di presenze e costi degli animali domestici nelle famiglie italiane. Una presenza importante, visto che quattro famiglie italiane su dieci (il 40%) hanno un animale domestico, per un totale di 10 milioni di gatti e cani e un giro di affari di oltre 12 miliardi di euro.

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    17 febbraio, festa nazionale del gattoUna giornata per celebrare i felini
    Costi saliti del 70% in 15 anni

    Alimenti, accessori, spese mediche: tenere in casa un animale da compagnia è impegnativo, sempre di più. La spesa è aumentata del 70% dal 2001 ad oggi, circa il 5% all’anno. Quindici anni fa si spendevano in media 1000 euro l’anno per un cane, circa 300 per un gatto. Adesso la cifra è lievitata del 62% per i felini e dell’86% per i costi del mantenimento di un cane, che variano ovviamente anche in base alle dimensioni dell’animale.« Oggi accudire un animale domestico rappresenta una spesa e un costo considerevoli, che va ad aggiungersi agli altri problemi di bilancio delle famiglie», sottolinea Roberto Tascini, presidente dell’Adoc. Considerando che la media di vita, sia per un cane che per un gatto, è di circa 15 anni, mantenere un cane per tutta la sua vita costa circa 26mila euro, per un gatto si spendono più di 9mila euro.

    La pappa che non piace

    Gli sprechi, proprio come nella gestione dei bambini, sono all’ordine del giorno: si stima che il 10% della spesa fatta per gli animali domestici finisca tra i rifiuti. Spesso si tratta di alimenti non graditi dagli animali oppure scaduti, o ancora di medicinali che, non essendo confezionati in maniera conforme alle normali terapie, devono essere buttati dopo la prima apertura e non possono essere conservati. Sprechi, che incidono sulla spesa complessiva per il sostentamento dell’animale.

    Meglio un canarino

    Valutazioni, queste, che possono spingere le famiglie a orientarsi su «pet» meno impegnativi, come tartarughe, criceti, o uccellini: dopo la spesa iniziale per l’animale, la gabbia e le prime cure (che si aggira intorno ai 150 euro), i costi di gestione non superano in 300 euro in media all’anno. Rinunciando a fusa e mugolii di accoglienza, si taglia il budget.

    17 febbraio 2016 (modifica il 17 febbraio 2016 | 12:19)

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

  • Il gatto? Costa 800 euro l'anno (per il cane almeno mille in più) – Corriere della Sera

    Il gatto? Costa 800 euro l'anno (per il cane almeno mille in più) – Corriere della Sera

    Milano, 17 febbraio 2016 – 12:05

    Secondo una ricerca dell’Adoc, ci sono 10 milioni di gatti e di cani in Italia, per un giro di affari di 12 miliardi di euro. Le spese per mantenere un animale domestico sono cresciute in 15 anni del 70%

    (Ap)

    (Ap)

    Non sono gli 8000 euro all’anno stimati per mantenere un figlio, ma la cifra per accudire un animale domestico ha comunque una sua importanza, tale da incidere sul bilancio familiare: in media 1260 euro l’anno, in particolare 800 euro per un gatto, 1800 euro per un cane. Nella Giornata mondiale del gatto, è l’associazione di consumatori Adoc a fare una stima di presenze e costi degli animali domestici nelle famiglie italiane. Una presenza importante, visto che quattro famiglie italiane su dieci (il 40%) hanno un animale domestico, per un totale di 10 milioni di gatti e cani e un giro di affari di oltre 12 miliardi di euro.

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    17 febbraio, festa nazionale del gattoUna giornata per celebrare i felini
    Costi saliti del 70% in 15 anni

    Alimenti, accessori, spese mediche: tenere in casa un animale da compagnia è impegnativo, sempre di più. La spesa è aumentata del 70% dal 2001 ad oggi, circa il 5% all’anno. Quindici anni fa si spendevano in media 1000 euro l’anno per un cane, circa 300 per un gatto. Adesso la cifra è lievitata del 62% per i felini e dell’86% per i costi del mantenimento di un cane, che variano ovviamente anche in base alle dimensioni dell’animale.« Oggi accudire un animale domestico rappresenta una spesa e un costo considerevoli, che va ad aggiungersi agli altri problemi di bilancio delle famiglie», sottolinea Roberto Tascini, presidente dell’Adoc. Considerando che la media di vita, sia per un cane che per un gatto, è di circa 15 anni, mantenere un cane per tutta la sua vita costa circa 26mila euro, per un gatto si spendono più di 9mila euro.

    La pappa che non piace

    Gli sprechi, proprio come nella gestione dei bambini, sono all’ordine del giorno: si stima che il 10% della spesa fatta per gli animali domestici finisca tra i rifiuti. Spesso si tratta di alimenti non graditi dagli animali oppure scaduti, o ancora di medicinali che, non essendo confezionati in maniera conforme alle normali terapie, devono essere buttati dopo la prima apertura e non possono essere conservati. Sprechi, che incidono sulla spesa complessiva per il sostentamento dell’animale.

    Meglio un canarino

    Valutazioni, queste, che possono spingere le famiglie a orientarsi su «pet» meno impegnativi, come tartarughe, criceti, o uccellini: dopo la spesa iniziale per l’animale, la gabbia e le prime cure (che si aggira intorno ai 150 euro), i costi di gestione non superano in 300 euro in media all’anno. Rinunciando a fusa e mugolii di accoglienza, si taglia il budget.

    17 febbraio 2016 (modifica il 17 febbraio 2016 | 12:19)

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  • Il gatto? Costa 800 euro l'anno (per il cane almeno mille in più) – Corriere della Sera

    Il gatto? Costa 800 euro l'anno (per il cane almeno mille in più) – Corriere della Sera

    Milano, 17 febbraio 2016 – 12:05

    Secondo una ricerca dell’Adoc, ci sono 10 milioni di gatti e di cani in Italia, per un giro di affari di 12 miliardi di euro. Le spese per mantenere un animale domestico sono cresciute in 15 anni del 70%

    (Ap)

    (Ap)

    Non sono gli 8000 euro all’anno stimati per mantenere un figlio, ma la cifra per accudire un animale domestico ha comunque una sua importanza, tale da incidere sul bilancio familiare: in media 1260 euro l’anno, in particolare 800 euro per un gatto, 1800 euro per un cane. Nella Giornata mondiale del gatto, è l’associazione di consumatori Adoc a fare una stima di presenze e costi degli animali domestici nelle famiglie italiane. Una presenza importante, visto che quattro famiglie italiane su dieci (il 40%) hanno un animale domestico, per un totale di 10 milioni di gatti e cani e un giro di affari di oltre 12 miliardi di euro.

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    17 febbraio, festa nazionale del gattoUna giornata per celebrare i felini
    Costi saliti del 70% in 15 anni

    Alimenti, accessori, spese mediche: tenere in casa un animale da compagnia è impegnativo, sempre di più. La spesa è aumentata del 70% dal 2001 ad oggi, circa il 5% all’anno. Quindici anni fa si spendevano in media 1000 euro l’anno per un cane, circa 300 per un gatto. Adesso la cifra è lievitata del 62% per i felini e dell’86% per i costi del mantenimento di un cane, che variano ovviamente anche in base alle dimensioni dell’animale.« Oggi accudire un animale domestico rappresenta una spesa e un costo considerevoli, che va ad aggiungersi agli altri problemi di bilancio delle famiglie», sottolinea Roberto Tascini, presidente dell’Adoc. Considerando che la media di vita, sia per un cane che per un gatto, è di circa 15 anni, mantenere un cane per tutta la sua vita costa circa 26mila euro, per un gatto si spendono più di 9mila euro.

    La pappa che non piace

    Gli sprechi, proprio come nella gestione dei bambini, sono all’ordine del giorno: si stima che il 10% della spesa fatta per gli animali domestici finisca tra i rifiuti. Spesso si tratta di alimenti non graditi dagli animali oppure scaduti, o ancora di medicinali che, non essendo confezionati in maniera conforme alle normali terapie, devono essere buttati dopo la prima apertura e non possono essere conservati. Sprechi, che incidono sulla spesa complessiva per il sostentamento dell’animale.

    Meglio un canarino

    Valutazioni, queste, che possono spingere le famiglie a orientarsi su «pet» meno impegnativi, come tartarughe, criceti, o uccellini: dopo la spesa iniziale per l’animale, la gabbia e le prime cure (che si aggira intorno ai 150 euro), i costi di gestione non superano in 300 euro in media all’anno. Rinunciando a fusa e mugolii di accoglienza, si taglia il budget.

    17 febbraio 2016 (modifica il 17 febbraio 2016 | 12:19)

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  • Incroci con i lupi per cani più aggressivi – Corriere Romagna

    Incroci con i lupi per cani più aggressivi – Corriere Romagna

    RIMINI. Lupi cecoslovacchi incrociati con lupi selvaggi per dar vita a una super razza di cani domestici. C’è anche una allevatrice riminese, tra le persone finite nel mirino del Cites-Corpo forestale dello Stato che ha sgominato un’organizzazione criminale con vertice nell’Europa dell’Est e proseliti in molte città del Belpaese.

    Decine gli esemplari incrociati sequestrati, gran parte trovati in un allevamento sull’appenino Toscoemiliano.

    Alla 59enne riminese la Forestale nella perquisizione della sua casa di Miramare, non hanno trovato cani “geneticamente” modificati ma solo due splendidi esemplari di lupo cecoslovacco. A lei sono arrivati monitorando un sito “specializzato” in questa “clonazione” dove aveva scambiato messaggi e informazioni con uno degli organizzatori del traffico. Interrogata, assistita dall’avvocato Marco De Pascale, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Il reato che le viene contestato è quello di importazione illegale dilupi grigi e di detenzione (sulla scorta delle foto trovate nel suo cellulare) senza autorizzazione della prefettura di lupo selvatico.

    A regolare questo mondo c’è la Convenzione di Washington che tutela gli esemplari entro le quattro generazioni e definisce illegali questi incroci. Per la loro detenzione ci vuole un certificato, che gli allevatori illegali non forniscono. I lupi-cane evoluzione impazzita del Mutara sono considerati animali molto pericolosi.

    La storia. Il primo incrocio è stato realizzato nella Repubblica Ceca nel 2002. Tre lupi selvaggi vennero inseriti in un allevamento di cani lupo cecoslovacchi, i bellissimi e sufficientemente aggressivi Mutara, esemplari già frutto di incrocio, a forte istinto territoriale, difficili da gestire. Gli sperimentatori temevano che l’animale da preda si sarebbe mangiato quello domestico, ma quando i lupi hanno trovato le femmine giuste si sono accoppiati e l’incrocio malsano è diventato nuova vita. Gli allevatori illegali si sono accorti presto della bellezza dell’animale ibrido: grande, il muso allungato, il manto lucente, o nero o bianco. Un vero e proprio lupo, da mettere tranquillamente nelle case degli occidentali. E dal valore di tutto rispetto. Per assicurarsene uno si possono spendere anche quattromila euro.

  • Cane in casa costa il doppio del gatto – AGI – Agenzia Giornalistica Italia

    Cane in casa costa il doppio del gatto – AGI – Agenzia Giornalistica Italia

    Roma – Per un gatto si spendono circa 800 euro l’anno, per un cane di taglia media quasi 1800 euro, praticamente piu’ di uno stipendio mensile medio. E rispetto a 10 anni fa si spende il 70% in piu’. E’ quanto emerge da una analisi, in occasione della Giornata Mondiale del Gatto, dell’Adoc sui costi degli animali domestici presenti nelle case degli italiani. Una presenza importante, visto che circa il 40% delle famiglie ne possiede almeno uno. “Occuparsi di un cane costa poco meno di 1800 euro l’anno tra alimenti, accessori e spese mediche – dichiara Roberto Tascini, Presidente dell’Adoc – mentre per un gatto si spendono quasi 800 euro l’anno.

    La spesa e’ aumentata in media del 70% dall’introduzione dell’euro, circa il 5% ogni anno. Per un gatto, festeggiato oggi a livello internazionale, si spende in media, solo per gli alimenti, il 62% in piu’ rispetto al 2001, per un cane la cifra lievita al +86%. Nel 2001, infatti, per mantenere un cane di media taglia bastavano circa 1000 euro l’anno, per un gatto servivano massimo 300 euro. Oggi accudire un animale domestico rappresenta una spesa e un costo considerevoli, che va ad aggiungersi agli altri problemi di bilancio delle famiglie. Senza contare che circa il 10% della spesa per gli amici a quattro zampe finisce nella pattumiera: dalle nostre indagini risulta che il 7% dei prodotti alimentari acquistati non viene utilizzato, perche’ scaduto o “non gradito” dall’animale, mentre c’e’ uno spreco di medicinali di circa il 3%.

    La causa principale e’ il mal confezionamento, non conforme alla terapia prevista”.Secondo l’Adoc il giro d’affari per cani e gatti e’ pari a poco piu’ di 12 miliardi di euro annui. “Il 40% delle famiglie possiede un cane o un gatto, per un totale stimato di circa 10 milioni di amici a quattro zampe – continua Tascini – la spesa media di mantenimento annua e’ di 1260 euro, per un totale di oltre 12 miliardi di euro. Considerando che la media di vita, sia per un cane che per un gatto, e’ di circa 15 anni, mantenere un cane per tutta la sua vita costa circa 26mila euro, un gatto si spendono piu’ di 9mila euro. Cifre considerevoli, molto piu’ elevate rispetto a quelle sostenute per altri animali domestici come tartarughe, criceti o uccellini: sebbene per questi ultimi la spesa iniziale sia piu’ sostenuta, nell’ordine di circa 150 euro, comprensiva di acquisto dell’animale, di gabbiette e prime cure. Ad ogni modo le spese di “gestione” non superano in media i 300 euro l’anno”.(AGI) 

    17 febbraio 2016 ©

  • Cane: Qual è la Razza più Adatta al tuo Bambino – Vita Da Mamma

    Cane: Qual è la Razza più Adatta al tuo Bambino – Vita Da Mamma

    I bambini cresciuti con animali domestici, hanno la capacità di comprendere, gestire ed esprimere in modo efficace i propri sentimenti, ed interpretare quelli degli altri. Una delle richieste più frequenti dei bambini, è quella di acquistare un animale domestico. D’altro canto, sono molti gli specialisti che fin dai primi anni d’età, consigliano come amico speciale, un cane. Di fronte a tale richiesta si è sempre un pò scettici.

    Un cane in casa, particolarmente in presenza di bambini, è un ulteriore impegno per la famiglia.

    Il tempo per i bisognini, la maggiore pulizia, le vaccinazioni, un’educazione da dargli, spesso ci fanno desistere.

    Talvolta, percepiamo il cane come un grande pericolo per il bambino. Ma molti studi,  dimostrano che l’interazione con un cane ha effetti benefici sulla crescita del bambino.

    Accompagnare la crescita dei bambini con la compagnia di un cane, è un plusvalore all’educazione dei nostri figli. Un animale, infatti, educa alla “diversità”, al rispetto di tutto ciò che è altro dalla specie umana. Gran parte degli psicologi, individua molteplici benefici psicologici per i bambini.

    • L’amicizia con un cane, insegna valori come la lealtà, la tolleranza, il rispetto.

    Il principale beneficio, è la scomparsa della sensazione di solitudine; le attenzioni richieste dal cane, modificano il modo in cui il bambino si sente parte integrante del mondo. Inoltre, grazie all’affetto del cane, il bambino si sente più apprezzato e migliora così la sua autostima, la fiducia ed il senso di sicurezza.

    • Un cane in casa, trasmette allegria e favorisce l’espressione delle emozioni positive.

    Oltre ai benefici psicologici, una sana relazione con un animale domestico, rende i bambini più socievoli e favorisce l’esternazione dei loro sentimenti. Ancora, crescere con un cane, migliora lo sviluppo cognitivo del bambino, facilitando l’acquisizione del linguaggio. I bambini infatti, tendono anche a dialogare con gli animali. Non è escluso che questo potrebbe aiutare a combattere disturbi logopedici come le balbuzie.

    Vivere con un cane può essere utile anche ai genitori, nell’ affrontare temi importanti come la nascita, la morte e le differenze uomo donna.

    Il ciclo di vita dell’animale, può essere motivo di familiarizzazione con questi argomenti. La morte del cane è un evento indubbiamente doloroso, ma può essere un opportunità di apprendimento. Aiuta il bambino a comprendere il ciclo di vita di tutti gli essere viventi, e a percepire la morte come parte integrante della vita. La riproduzione dell’animale, e la nascita dei cuccioli invece, potrebbero indirizzare all’affronto di temi legati all’origine della vita. 

    cane e bambino insieme

    Ciò nonostante, la scelta di adottare un cane non deve essere presa “a caso”. E’ possibile capire, qual è la razza canina più portata alla convivenza con i bambini. 

    La dolcezza e la compassione dei bimbi è senza limiti. Questo, li porta ad amare indistintamente qualsiasi animale ma, non sempre, il cane potrebbe rivelarsi idoneo. Difatti, esistono razze canine, maggiormente portate a vivere sotto lo stesso tetto di un cucciolo d’uomo.

    Diversi, sono gli aspetti caratteriali del cane che è importante considerare:

    Cani protettivi: Si tratta di razze molto legate e gelose dei propri territori, i classici cani da guardia. Fra questi troviamo il Rottweiler ed i Chow-Chow. Hanno un carattere abbastanza diffidente e non tanto sopportano urla e giochi dei bambini. Invece, lo Schnauzer ed il Boxer, seppure inizialmente diffidenti, possono successivamente mostrarsi dolci amici ed affidabili guardie del corpo.

    Cani autonomi e sovrani: Un cane sicuro di sé è più difficile da addestrare. Hanno un carattere prevalentemente attivo e vivace. Possono instaurare comunque un buon rapporto con i bambini, ma è bene far capire loro chi comanda in casa. Spesso l’eccessiva attività e giovialità li rende particolarmente euforici e sicuri di sé. Ne sono esempio l’ Alaskan malamute, i Dalmata, il Levriero afgano, l’Husky Siberiano e molti Terrier.

    Cani abitudinari: Un cane amante della tranquillità, potrebbe essere restio al trambusto dei bambini. Ne è esempio il Bassotto, il Pechinese e lo Chihuahua.

    Cani affidabili ed intelligenti: Sono gli ideali per i nostri bambini. Meno adatti alla guardia, e quindi amanti dell’uomo e della sua compagnia. Hanno un carattere molto versatile, per cui è più semplice educarli. Sono di ottima compagnia. Fanno parte di questo gruppo l’Alano, il Bassethound, il Cocker, il Terranova.

    In generale, è consigliato scegliere per i bambini d’età inferiore ai 5 anni, un cane di piccola taglia e non aggressivo. Ad esempio il Carlino ed il Barboncino Nano. Per i bambini d’età superiore ai 6 anni, possiamo scegliere cani di taglia medio-grande. La scelta potrebbe ricadere su un Cocker o uno Sharpei.

    cane e bambino insieme

    Attenzione! La prima cosa da insegnare ad un bambino, è la responsabilità che un cane comporta.

    Potenzialmente, tutti i cani potrebbero istaurare un buon rapporto con i nostri bambini, ammesso che ricevano un’attenta educazione. Gli effetti benefici sui bambini sono stati provati, ma si tratta comunque di un animale il cui comportamento non sempre è prevedibile. E’ precauzionale non lasciare mai il bambino solo con il cane, ed è’ importante far capire che l’animale non è un giocattolo a cui si può far tutto, ma un amico che va rispettato ed amato nella sua diversità.

  • “Il mio gatto è una spia”: i ricercatori studiano il caso di un uomo … – L'Huffington Post

    “Il mio gatto è una spia”: i ricercatori studiano il caso di un uomo … – L'Huffington Post

    Quando il gatto entra di soppiatto in una stanza oppure fa capolino della porta e posa il suo sguardo indagatore sul suo padrone, è facile per quest’ultimo lasciarsi andare ad un pensiero: “Mi sta spiando”. Se chi possiede questo animale domestico può averlo pensato almeno una volta, c’è chi ne è assolutamente convinto: il sito “Science of Us” del New York Times ha raccontato il caso di un uomo di 71 anni, convinto che il suo gatto fosse una spia, che fosse stato cioè rimpiazzato da un altro, addestrato e mandato dall’FBI con il proposito di spiarlo.

    L’uomo in questione, il cui caso è stato riportato in una ricerca pubblicata sulla rivista “Neurocase”, è affetto dalla “sindrome di Capgras”, una rara malattia psichiatrica che porta chi ne soffre a credere che le persone più care siano state rimpiazzate da alieni o da impostori a loro identici. Il disturbo può estendersi ad animali domestici o luoghi familiari e può fare la sua comparsa in associazione a disturbi psichiatrici, come schizofrenia, o essere il risultato di demenza e danni cerebrali.

    Come riporta il New York Times, il paziente, affetto da disordine bipolare, aveva un passato da alcolista e aveva subito dei danni cerebrali a causa di alcuni infortuni sportivi. Prima di iniziare a riconoscere nel suo gatto una spia, aveva smesso di prendere i suoi farmaci antipsicotici ed era diventato paranoico: credeva che l’intera casa, in cui abitava con la famiglia, fosse sotto lo stretto controllo di misteriosi agenti. Quando le sue condizioni mentali si sono fatte più critiche ha iniziato a vedere nel suo gatto un essere coinvolto in una cospirazione contro di lui. Fisicamente vedeva in lui sempre lo stesso animale, ma qualcosa era cambiato.

    Stando alla ricerca, la letteratura medica riporta pochi casi di questo genere con animali domestici come protagonisti: se ne contano due con i gatti, due con gli uccelli e uno con un cane. Il caso di questo paziente, però, è unico in quanto è la prima volta che la malattia viene messa in relazione a specifici danni cerebrali. Non è ancora chiaro cosa possa scatenare questi pensieri, ma gli studiosi credono che la reazione sia correlata ad una perdita di memoria: quando si fa fatica a riconoscere una persona, un animale o un luogo come familiare, lo si vede sempre come nuovo e gli si può attribuire un significato diverso ogni volta. La scienza dovrà fare passi avanti prima di fornire una spiegazione soddisfacente sul fenomeno. Intanto il sito “Science of Us” ironizza sulla questione: “Strano che nessuno abbia proposto un’altra teoria, ossia che quel gatto fosse davvero una spia”.

  • “Il mio gatto è una spia”: i ricercatori studiano il caso di un uomo … – L'Huffington Post

    “Il mio gatto è una spia”: i ricercatori studiano il caso di un uomo … – L'Huffington Post

    Quando il gatto entra di soppiatto in una stanza oppure fa capolino della porta e posa il suo sguardo indagatore sul suo padrone, è facile per quest’ultimo lasciarsi andare ad un pensiero: “Mi sta spiando”. Se chi possiede questo animale domestico può averlo pensato almeno una volta, c’è chi ne è assolutamente convinto: il sito “Science of Us” del New York Times ha raccontato il caso di un uomo di 71 anni, convinto che il suo gatto fosse una spia, che fosse stato cioè rimpiazzato da un altro, addestrato e mandato dall’FBI con il proposito di spiarlo.

    L’uomo in questione, il cui caso è stato riportato in una ricerca pubblicata sulla rivista “Neurocase”, è affetto dalla “sindrome di Capgras”, una rara malattia psichiatrica che porta chi ne soffre a credere che le persone più care siano state rimpiazzate da alieni o da impostori a loro identici. Il disturbo può estendersi ad animali domestici o luoghi familiari e può fare la sua comparsa in associazione a disturbi psichiatrici, come schizofrenia, o essere il risultato di demenza e danni cerebrali.

    Come riporta il New York Times, il paziente, affetto da disordine bipolare, aveva un passato da alcolista e aveva subito dei danni cerebrali a causa di alcuni infortuni sportivi. Prima di iniziare a riconoscere nel suo gatto una spia, aveva smesso di prendere i suoi farmaci antipsicotici ed era diventato paranoico: credeva che l’intera casa, in cui abitava con la famiglia, fosse sotto lo stretto controllo di misteriosi agenti. Quando le sue condizioni mentali si sono fatte più critiche ha iniziato a vedere nel suo gatto un essere coinvolto in una cospirazione contro di lui. Fisicamente vedeva in lui sempre lo stesso animale, ma qualcosa era cambiato.

    Stando alla ricerca, la letteratura medica riporta pochi casi di questo genere con animali domestici come protagonisti: se ne contano due con i gatti, due con gli uccelli e uno con un cane. Il caso di questo paziente, però, è unico in quanto è la prima volta che la malattia viene messa in relazione a specifici danni cerebrali. Non è ancora chiaro cosa possa scatenare questi pensieri, ma gli studiosi credono che la reazione sia correlata ad una perdita di memoria: quando si fa fatica a riconoscere una persona, un animale o un luogo come familiare, lo si vede sempre come nuovo e gli si può attribuire un significato diverso ogni volta. La scienza dovrà fare passi avanti prima di fornire una spiegazione soddisfacente sul fenomeno. Intanto il sito “Science of Us” ironizza sulla questione: “Strano che nessuno abbia proposto un’altra teoria, ossia che quel gatto fosse davvero una spia”.