Categoria: Animali domestici

  • Portare gli animali domestici in ufficio migliora il lavoro dei dipendenti – QuiFinanza

    Portare gli animali domestici in ufficio migliora il lavoro dei dipendenti – QuiFinanza

    Animali da compagnia in ufficio? Sembra una cosa impossibile in Italia, dove i regolamenti aziendali spesso non permettono di portare nulla della vita quotidiana tra le mure aziendali. Moltissime ricerche nord americane invece hanno trovato come la presenza dell’amico a 4 zampe sia un ottimo modo per allentare la tensione e migliorare la produttività aziendale. Sono tantissimi gli studiosi che sono in grado di dimostrare come chi possiede un animale domestico tenda ad avere minori problematiche legate allo stress. Sembra che questa visione sia applicabile anche in ufficio.

    Negli Stati Uniti le prime aziende che hanno permesso ai dipendenti di portarsi l’animale da compagnia sono quelle più dinamiche ed innovative; lo stesso avviene in Italia, dove sono state Google e Nintendo Italia le prime realtà a rendere possibile questo: i dipendenti possono portare in ufficio il loro animale, purché siano in grado di gestirlo. Anche alcuni studi professionali si sono attivati in questo campo, anche perché per ora sembra difficile far entrare un animale in alcune realtà aziendali. Coloro che hanno potuto godere dell’amico a 4 zampe vicino alla scrivania sono in genere dipendenti di aziende che lavorano per obiettivi e che danno ai loro dipendenti anche altre libertà.

    I risultati sono comunque sorprendenti: verrebbe da pensare che avere un cane in ufficio possa rendere la giornata scarsamente produttiva; invece non è così: avere un animale da compagnia rende i lavoratori più rilassati, meglio disposti a lavorare in team ed collaborare con i colleghi, allenta le tensioni durante le riunioni più importanti. In alcune realtà italiane è presente esclusivamente il pet friday: il venerdì è possibile portarsi l’animale da casa. Le ricerche delle Università statunitensi mostrano come questa libertà porti ad un incredibile aumento della produttività, probabilmente a causa del fatto che avere vicino il proprio animale da compagnia dà maggiori capacità di gestire le diverse problematiche che si presentano durante una normale giornata di lavoro. Nella maggior parte dei casi, in Italia, coloro che possono portarsi al lavoro il proprio animale si dicono molto soddisfatti della possibilità e tendono a portarsi il cane di casa molto spesso nell’arco della settimana.

    Immagini: Depositphotos

  • Portare gli animali domestici in ufficio migliora il lavoro dei dipendenti – QuiFinanza

    Portare gli animali domestici in ufficio migliora il lavoro dei dipendenti – QuiFinanza

    Animali da compagnia in ufficio? Sembra una cosa impossibile in Italia, dove i regolamenti aziendali spesso non permettono di portare nulla della vita quotidiana tra le mure aziendali. Moltissime ricerche nord americane invece hanno trovato come la presenza dell’amico a 4 zampe sia un ottimo modo per allentare la tensione e migliorare la produttività aziendale. Sono tantissimi gli studiosi che sono in grado di dimostrare come chi possiede un animale domestico tenda ad avere minori problematiche legate allo stress. Sembra che questa visione sia applicabile anche in ufficio.

    Negli Stati Uniti le prime aziende che hanno permesso ai dipendenti di portarsi l’animale da compagnia sono quelle più dinamiche ed innovative; lo stesso avviene in Italia, dove sono state Google e Nintendo Italia le prime realtà a rendere possibile questo: i dipendenti possono portare in ufficio il loro animale, purché siano in grado di gestirlo. Anche alcuni studi professionali si sono attivati in questo campo, anche perché per ora sembra difficile far entrare un animale in alcune realtà aziendali. Coloro che hanno potuto godere dell’amico a 4 zampe vicino alla scrivania sono in genere dipendenti di aziende che lavorano per obiettivi e che danno ai loro dipendenti anche altre libertà.

    I risultati sono comunque sorprendenti: verrebbe da pensare che avere un cane in ufficio possa rendere la giornata scarsamente produttiva; invece non è così: avere un animale da compagnia rende i lavoratori più rilassati, meglio disposti a lavorare in team ed collaborare con i colleghi, allenta le tensioni durante le riunioni più importanti. In alcune realtà italiane è presente esclusivamente il pet friday: il venerdì è possibile portarsi l’animale da casa. Le ricerche delle Università statunitensi mostrano come questa libertà porti ad un incredibile aumento della produttività, probabilmente a causa del fatto che avere vicino il proprio animale da compagnia dà maggiori capacità di gestire le diverse problematiche che si presentano durante una normale giornata di lavoro. Nella maggior parte dei casi, in Italia, coloro che possono portarsi al lavoro il proprio animale si dicono molto soddisfatti della possibilità e tendono a portarsi il cane di casa molto spesso nell’arco della settimana.

    Immagini: Depositphotos

  • Animali: più produttività e fiducia tra colleghi con il cane in ufficio – Meteo Web

    Animali: più produttività e fiducia tra colleghi con il cane in ufficio – Meteo Web

    Allen McConnell, professore di psicologia alla Miami University in Ohio, teorizza che i benefici di avere un animale sul luogo di lavoro siano la logica estensione di altre ricerche che mostrano come i proprietari di animali siano più felici, più sani, abbiano maggiore autostima e soffrano meno di depressione di chi, di animali, non ne ha. Il recente studio condotto su oltre 200 persone da un team di psicologi delle Università di Miami e Saint Louis, confermano infatti che chi possedeva un animale domestico godeva di una maggiore serenità interiore, migliore autostima e anche forma fisica. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of personality and social psychology e ha fatto il giro del mondo.

    La riduzione dello stress come effetto della presenza del proprio cane sul posto di lavoro è stata testimoniata da un recente studio del Professor Randolph Barker della Virginia Commonwealth University. Barker ha studiato i dipendenti di un’azienda nella Carolina del Nord, scoprendo che per la maggior parte di essi i livelli di stress nel corso della giornata salgono anche del 70%. I livelli di stress dei dipendenti che portano i loro cani al lavoro si riducono però anche dell’11%. La presenza dei pet è capace di ridurre i livelli di stress dei proprietari nel corso della giornata ma anche di rendere più piacevole il lavoro per i loro colleghi.

    cani ufficioSecondo Barker, il team di ricerca ha osservato comportamenti legati alla presenza dei cani nel posto di lavoro che possono contribuire a migliorare i livelli di performance e soddisfazione. La presenza dei pet in ufficio è un’opzione a basso costo e facilmente ottenibile da molte realtà lavorative per garantire il benessere dei dipendenti. Barker sottolinea l’importanza della presenza di policy che assicurino esclusivamente la presenza di pet amichevoli, puliti ed educati.

    Ian Cook, psichiatra e direttore Depression Research Clinic a UCLA, sostiene che gli studi realizzati nell’istituto abbiano mostrato numerosi benefici derivati dalla presenza degli animali.

    Cooks afferma che possedere animali porta a far nascere un rapporto di amore, incoraggia a prendersi responsabilità, promuove l’attività fisica, aiuta a creare una routine, garantisce compagnia, promuove le interazioni sociali, migliora la salute e la costituzione fisica, con vantaggi per il benessere mentale. Questi benefici sono estendibili a tutti, e se pensiamo di poter contare sulla compagnia di un pet nel luogo in cui si trascorre gran parte del giorno, come l’ufficio, l’equazione è ben presto fatta.

    cani ufficio2Infine, a giugno 2015 negli Stati Uniti, una ricerca (Penn Schoen Berland. 2015 Purina Pet at Work Survey) condotta da Purina, azienda di riferimento nel settore PetCare del Gruppo Nestlé, in collaborazione con il Mississippi State University College of Veterinary Medicine su un campione di 750 intervistati ha evidenziato come la presenza dei pet sul posto di lavoro portino minor stress, maggior produttività, soddisfazione professionale e spirito di collaborazione, in sintesi, un aumento del benessere sul luogo di lavoro. In particolare, dallo studio emerge che i dipendenti che lavorano in contesti pet-friendly hanno quasi il doppio delle probabilità di essere molto soddisfatti del loro lavoro rispetto a chi lavora in aziende che non ammettono animali domestici. Inoltre il 72% dei dipendenti è impiegato in strutture che non prevedono la presenza dei pet e circa due su tre credono che, con il generale consenso dei colleghi, i pet debbano essere ammessi in ufficio. Nel dettaglio poi la ricerca rivela che più della metà di coloro che desidererebbero lavorare accanto al proprio animale è disposto a compiere sforzi per rendere il proprio luogo di lavoro a misura di pet e l’85% del personale di aziende pet-friendly concorda sui benefici delle policy aziendali sul tema.

    Pets@work: il progetto che consente ai collaboratori di Purina e del Gruppo Nestlé di portare con sé il proprio cane negli uffici all’interno del nuovo Campus del Gruppo ad Assago (MI)

    Lanciata da Purina in Italia nel settembre 2014 – prima azienda nel settore petfood e petcare -, l’iniziativa è frutto di un lungo percorso, durato circa 2 anni, il cui risultato è stata la creazione di una policy dedicata, che stabilisce regole e procedure condivise, diffusa a ogni singolo collaboratore

    • Pets@work è un progetto che consente ai collaboratori di Purina di portare con sé il proprio cane negli uffici situati all’interno del nuovo Campus del Gruppo ad Assago (MI). Questo progetto, che rappresenta una best case anche negli Stati Uniti dove è attiva da oltre 10 anni, è stato lanciato da Purina in Italia nel settembre 2014, per la prima volta da un’azienda del settore petfood e petcare.
    • L’iniziativa è frutto di un percorso durato circa 2 anni, che ha attraversato tutte le verifiche preliminari necessarie a garantire il rispetto della salute, della sicurezza e delle esigenze di tutte le persone che lavorano in azienda, oltre che dei pet. Il risultato è stata la creazione di una policy dedicata, che stabilisce regole e procedure condivise, diffusa a ogni singolo collaboratore e disponibile per le aziende che vogliano intraprendere lo stesso percorso.
    • Pets@work testimonia il continuo impegno di Purina nel promuovere l’importanza della relazione fra persone e pet come fonte di arricchimento della vita quotidiana. Purina, infatti, crede che quando le persone e gli animali da compagnia stanno insieme, la vita si arricchisce: l’iniziativa Pets@work porta in vita questa visione. Si tratta di una conquista importante che cambia in modo duraturo il modo di lavorare in azienda e che vuole contribuire a sensibilizzare sempre più sui benefici che il rapporto con un animale da compagnia può portare nella vita quotidiana delle persone. Portare il cane in ufficio, infatti, migliora la qualità di vita delle persone anche sul lavoro, rendendo l’atmosfera più rilassata e aumentando l’interazione fra colleghi.
    • Come dimostrano numerose ricerche scientifiche, molti sono i benefici portati dalla presenza di un cane in ufficio tra cui il minor stress, la maggiore produttività, la migliore collaborazione, fiducia e gioco di squadra tra colleghi, oltre a una diminuzione delle assenze per malattia: di fatto, un aumento del benessere sul luogo di lavoro.
    • Se i benefici sono chiari, meno definite sembrano essere le posizioni delle aziende sul tema, soprattutto in Italia. Mentre all’estero la possibilità di poter portare i propri cani in ufficio inizia a diventare un’abitudine sempre più diffusa – negli Stati Uniti 1 azienda su 5 è pet friendly – nel Bel Paese sembrano esserci ancora diverse barriere, ritardi e resistenze. Per questo Purina, convinta dell’importanza di questa iniziativa, auspica che la testimonianza concreta dei vantaggi del portare il proprio cane in ufficio possa alimentare un circolo virtuoso, che spinga sempre più aziende a valutare la possibilità di intraprendere un percorso di apertura alla presenza dei pet sul posto di lavoro, a beneficio di tutti i collaboratori e della loro qualità di vita e a beneficio della speciale relazione che si instaura con un pet, per la vita.

    COSA SERVE PER POTER PORTARE IL PROPRIO CANE IN AZIENDA

    • il proprietario deve:
      • aver conseguito il patentino del Buon Conduttore Cinofilo – rilasciato in  collaborazione con il Centro Cinofilo Il Biancospino, riconosciuto dall’ENCI
      • presentare il certificato di buona salute del cane
      • possedere polizza assicurativa che copra eventuali danni a terzi/cose causati dal cane
    • il cane deve:
      • essere in regola con la normale profilassi vaccinale e antirabbica
      • possedere il regolare microchip ed essere registrato all’anagrafe canina.

    COME FUNZIONA PETS@WORK

    • I colleghi Purina possono portare il proprio cane alla scrivania, i colleghi del Gruppo Nestlé possono utilizzare le postazioni dedicate all’interno dell’area Purina
    • se si desidera portare il proprio cane in ufficio è necessario avvalersi dell’apposito sistema di prenotazione, per garantire la presenza adeguata di 4 cani al giorno
    • ogni proprietario avrà a disposizione 3 prenotazioni settimanali per consentire anche agli altri colleghi la possibilità di avvalersi del servizio.

    All’interno dell’area Purina del Campus Nestlé di Assago (MI), è stata predisposta un’area per la la cura dei cani, come asciugarli se è una giornata di pioggia e dare loro acqua e cibo.

  • Animali: più produttività e fiducia tra colleghi con il cane in ufficio – Meteo Web

    Animali: più produttività e fiducia tra colleghi con il cane in ufficio – Meteo Web

    Allen McConnell, professore di psicologia alla Miami University in Ohio, teorizza che i benefici di avere un animale sul luogo di lavoro siano la logica estensione di altre ricerche che mostrano come i proprietari di animali siano più felici, più sani, abbiano maggiore autostima e soffrano meno di depressione di chi, di animali, non ne ha. Il recente studio condotto su oltre 200 persone da un team di psicologi delle Università di Miami e Saint Louis, confermano infatti che chi possedeva un animale domestico godeva di una maggiore serenità interiore, migliore autostima e anche forma fisica. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of personality and social psychology e ha fatto il giro del mondo.

    La riduzione dello stress come effetto della presenza del proprio cane sul posto di lavoro è stata testimoniata da un recente studio del Professor Randolph Barker della Virginia Commonwealth University. Barker ha studiato i dipendenti di un’azienda nella Carolina del Nord, scoprendo che per la maggior parte di essi i livelli di stress nel corso della giornata salgono anche del 70%. I livelli di stress dei dipendenti che portano i loro cani al lavoro si riducono però anche dell’11%. La presenza dei pet è capace di ridurre i livelli di stress dei proprietari nel corso della giornata ma anche di rendere più piacevole il lavoro per i loro colleghi.

    cani ufficioSecondo Barker, il team di ricerca ha osservato comportamenti legati alla presenza dei cani nel posto di lavoro che possono contribuire a migliorare i livelli di performance e soddisfazione. La presenza dei pet in ufficio è un’opzione a basso costo e facilmente ottenibile da molte realtà lavorative per garantire il benessere dei dipendenti. Barker sottolinea l’importanza della presenza di policy che assicurino esclusivamente la presenza di pet amichevoli, puliti ed educati.

    Ian Cook, psichiatra e direttore Depression Research Clinic a UCLA, sostiene che gli studi realizzati nell’istituto abbiano mostrato numerosi benefici derivati dalla presenza degli animali.

    Cooks afferma che possedere animali porta a far nascere un rapporto di amore, incoraggia a prendersi responsabilità, promuove l’attività fisica, aiuta a creare una routine, garantisce compagnia, promuove le interazioni sociali, migliora la salute e la costituzione fisica, con vantaggi per il benessere mentale. Questi benefici sono estendibili a tutti, e se pensiamo di poter contare sulla compagnia di un pet nel luogo in cui si trascorre gran parte del giorno, come l’ufficio, l’equazione è ben presto fatta.

    cani ufficio2Infine, a giugno 2015 negli Stati Uniti, una ricerca (Penn Schoen Berland. 2015 Purina Pet at Work Survey) condotta da Purina, azienda di riferimento nel settore PetCare del Gruppo Nestlé, in collaborazione con il Mississippi State University College of Veterinary Medicine su un campione di 750 intervistati ha evidenziato come la presenza dei pet sul posto di lavoro portino minor stress, maggior produttività, soddisfazione professionale e spirito di collaborazione, in sintesi, un aumento del benessere sul luogo di lavoro. In particolare, dallo studio emerge che i dipendenti che lavorano in contesti pet-friendly hanno quasi il doppio delle probabilità di essere molto soddisfatti del loro lavoro rispetto a chi lavora in aziende che non ammettono animali domestici. Inoltre il 72% dei dipendenti è impiegato in strutture che non prevedono la presenza dei pet e circa due su tre credono che, con il generale consenso dei colleghi, i pet debbano essere ammessi in ufficio. Nel dettaglio poi la ricerca rivela che più della metà di coloro che desidererebbero lavorare accanto al proprio animale è disposto a compiere sforzi per rendere il proprio luogo di lavoro a misura di pet e l’85% del personale di aziende pet-friendly concorda sui benefici delle policy aziendali sul tema.

    Pets@work: il progetto che consente ai collaboratori di Purina e del Gruppo Nestlé di portare con sé il proprio cane negli uffici all’interno del nuovo Campus del Gruppo ad Assago (MI)

    Lanciata da Purina in Italia nel settembre 2014 – prima azienda nel settore petfood e petcare -, l’iniziativa è frutto di un lungo percorso, durato circa 2 anni, il cui risultato è stata la creazione di una policy dedicata, che stabilisce regole e procedure condivise, diffusa a ogni singolo collaboratore

    • Pets@work è un progetto che consente ai collaboratori di Purina di portare con sé il proprio cane negli uffici situati all’interno del nuovo Campus del Gruppo ad Assago (MI). Questo progetto, che rappresenta una best case anche negli Stati Uniti dove è attiva da oltre 10 anni, è stato lanciato da Purina in Italia nel settembre 2014, per la prima volta da un’azienda del settore petfood e petcare.
    • L’iniziativa è frutto di un percorso durato circa 2 anni, che ha attraversato tutte le verifiche preliminari necessarie a garantire il rispetto della salute, della sicurezza e delle esigenze di tutte le persone che lavorano in azienda, oltre che dei pet. Il risultato è stata la creazione di una policy dedicata, che stabilisce regole e procedure condivise, diffusa a ogni singolo collaboratore e disponibile per le aziende che vogliano intraprendere lo stesso percorso.
    • Pets@work testimonia il continuo impegno di Purina nel promuovere l’importanza della relazione fra persone e pet come fonte di arricchimento della vita quotidiana. Purina, infatti, crede che quando le persone e gli animali da compagnia stanno insieme, la vita si arricchisce: l’iniziativa Pets@work porta in vita questa visione. Si tratta di una conquista importante che cambia in modo duraturo il modo di lavorare in azienda e che vuole contribuire a sensibilizzare sempre più sui benefici che il rapporto con un animale da compagnia può portare nella vita quotidiana delle persone. Portare il cane in ufficio, infatti, migliora la qualità di vita delle persone anche sul lavoro, rendendo l’atmosfera più rilassata e aumentando l’interazione fra colleghi.
    • Come dimostrano numerose ricerche scientifiche, molti sono i benefici portati dalla presenza di un cane in ufficio tra cui il minor stress, la maggiore produttività, la migliore collaborazione, fiducia e gioco di squadra tra colleghi, oltre a una diminuzione delle assenze per malattia: di fatto, un aumento del benessere sul luogo di lavoro.
    • Se i benefici sono chiari, meno definite sembrano essere le posizioni delle aziende sul tema, soprattutto in Italia. Mentre all’estero la possibilità di poter portare i propri cani in ufficio inizia a diventare un’abitudine sempre più diffusa – negli Stati Uniti 1 azienda su 5 è pet friendly – nel Bel Paese sembrano esserci ancora diverse barriere, ritardi e resistenze. Per questo Purina, convinta dell’importanza di questa iniziativa, auspica che la testimonianza concreta dei vantaggi del portare il proprio cane in ufficio possa alimentare un circolo virtuoso, che spinga sempre più aziende a valutare la possibilità di intraprendere un percorso di apertura alla presenza dei pet sul posto di lavoro, a beneficio di tutti i collaboratori e della loro qualità di vita e a beneficio della speciale relazione che si instaura con un pet, per la vita.

    COSA SERVE PER POTER PORTARE IL PROPRIO CANE IN AZIENDA

    • il proprietario deve:
      • aver conseguito il patentino del Buon Conduttore Cinofilo – rilasciato in  collaborazione con il Centro Cinofilo Il Biancospino, riconosciuto dall’ENCI
      • presentare il certificato di buona salute del cane
      • possedere polizza assicurativa che copra eventuali danni a terzi/cose causati dal cane
    • il cane deve:
      • essere in regola con la normale profilassi vaccinale e antirabbica
      • possedere il regolare microchip ed essere registrato all’anagrafe canina.

    COME FUNZIONA PETS@WORK

    • I colleghi Purina possono portare il proprio cane alla scrivania, i colleghi del Gruppo Nestlé possono utilizzare le postazioni dedicate all’interno dell’area Purina
    • se si desidera portare il proprio cane in ufficio è necessario avvalersi dell’apposito sistema di prenotazione, per garantire la presenza adeguata di 4 cani al giorno
    • ogni proprietario avrà a disposizione 3 prenotazioni settimanali per consentire anche agli altri colleghi la possibilità di avvalersi del servizio.

    All’interno dell’area Purina del Campus Nestlé di Assago (MI), è stata predisposta un’area per la la cura dei cani, come asciugarli se è una giornata di pioggia e dare loro acqua e cibo.

  • Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Dal Parlamento arrivano chiari e autorevoli segnali contrari all’abbattimento legale dei lupi – denunciato dal WWF con la petizione: www.wwf.it/soslupo/ – previsto nella bozza del “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, proposto dal Ministero dell’Ambiente all’attenzione delle Regioni, che devono presentare le loro osservazioni ed emendamenti al testo entro il 26 febbraio.

    In un Ordine del giorno passato il 18 febbraio alla Camera dei Deputati (prima firmataria Patrizia Terzoni), con il parere positivo del Governo, si chiede espressamente di vietare ogni azione finalizzata all’abbattimento del lupo, seppur rimandando ad approfondimenti sulla possibile applicazione delle deroghe previste dalle norme comunitarie.

    Anche il Presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, ha voluto autorevolmente confermare e rafforzare, con un suo comunicato, la validità dell’iniziativa dichiarando: “E’ una pessima idea permettere l’abbattimento legale del lupo”.

    Ambientalisti e parlamentari sono concordi nel ricordare che esistono norme nazionali e internazionali che tutelano questa specie, ancora a rischio per un diffuso bracconaggio e per l’ibridazione con cani randagi e vaganti, a cominciare dalla Direttiva Habitat 92/43/CE e dal DPR n. 357/1997 di recepimento delle norme comunitarie. Mentre non è giustificato l’allarmismo sulla pericolosità del lupo (visto che è dal 1825 che nel nostro Paese non si registrano attacchi di lupi all’uomo, come ricordato dal Presidente Realacci), sono invece assolutamente accertati gli episodi illegali e cruenti di bracconaggio (che rappresenta la principale causa di mortalità del lupo in Italia, si legge nell’Ordine del Giorno, prima firmataria Patrizia Terzoni).

    I parlamentari sono in particolare d’accordo con il WWF sulla necessità di rivedere il Piano d’azione proposto dal Ministero, individuando tutti gli strumenti che consentano alle comunità e alle Amministrazioni regionali e locali, agli ambientalisti, agli agricoltori e agli Enti Parco di collaborare attivamente insieme per la conservazione di una specie così importante, individuando anche le necessarie forme di tutela degli allevatori.

    Ora sta alle Regioni lanciare un chiaro segnale al Ministero dell’Ambiente coerente e conseguente all’indirizzo dato dal Parlamento. L’invito alle Regioni è di sostenere lo stralcio del capitolo III.7, che consente l’applicazione della deroga alla tutela del lupo, proposto dal Ministero dell’Ambiente che, tra l’altro, ha dovuto già registrare le critiche alla bozza di Piano rivolte dal Ministero della Salute.

    Per questo il WWF nella sua Petizione chiede che dall’azione concorde delle Istituzioni e dal Piano emerga un maggiore impegno per:

    • Aumentare la lotta al bracconaggio attraverso un aumento delle pene e delle sanzioni ed un potenziamento della vigilanza con l’attivazione di squadre specializzate nella prevenzione e nelle indagini antibracconaggio;

    • Aumentare il contrasto al randagismo e affrontare con maggiore determinazione il problema dell’abbandono dei cani per prevenire il fenomeno dell’ibridazione con il lupo;

    • Applicazione e valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia;

    • Garantire un tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, senza disparità di trattamento tra le diverse Regioni;

    • Attuazione di una seria e costante campagna per la tutela del lupo con particolare riguardo al ruolo svolto dai mezzi di informazione;

    • L’avvio di un monitoraggio della specie a scala nazionale e scambio delle informazioni a livello trans-frontaliero per le Alpi.

    In Emilia-Romagna il WWF ha interpellato i due assessori competenti, Simona Caselli e Paola Gazzolo, affinché anche la Regione spinga il Ministero ad approvare un piano di gestione del lupo senza deroghe ai divieti di abbattimento.

    WWF Italia

  • Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Dal Parlamento arrivano chiari e autorevoli segnali contrari all’abbattimento legale dei lupi – denunciato dal WWF con la petizione: www.wwf.it/soslupo/ – previsto nella bozza del “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, proposto dal Ministero dell’Ambiente all’attenzione delle Regioni, che devono presentare le loro osservazioni ed emendamenti al testo entro il 26 febbraio.

    In un Ordine del giorno passato il 18 febbraio alla Camera dei Deputati (prima firmataria Patrizia Terzoni), con il parere positivo del Governo, si chiede espressamente di vietare ogni azione finalizzata all’abbattimento del lupo, seppur rimandando ad approfondimenti sulla possibile applicazione delle deroghe previste dalle norme comunitarie.

    Anche il Presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, ha voluto autorevolmente confermare e rafforzare, con un suo comunicato, la validità dell’iniziativa dichiarando: “E’ una pessima idea permettere l’abbattimento legale del lupo”.

    Ambientalisti e parlamentari sono concordi nel ricordare che esistono norme nazionali e internazionali che tutelano questa specie, ancora a rischio per un diffuso bracconaggio e per l’ibridazione con cani randagi e vaganti, a cominciare dalla Direttiva Habitat 92/43/CE e dal DPR n. 357/1997 di recepimento delle norme comunitarie. Mentre non è giustificato l’allarmismo sulla pericolosità del lupo (visto che è dal 1825 che nel nostro Paese non si registrano attacchi di lupi all’uomo, come ricordato dal Presidente Realacci), sono invece assolutamente accertati gli episodi illegali e cruenti di bracconaggio (che rappresenta la principale causa di mortalità del lupo in Italia, si legge nell’Ordine del Giorno, prima firmataria Patrizia Terzoni).

    I parlamentari sono in particolare d’accordo con il WWF sulla necessità di rivedere il Piano d’azione proposto dal Ministero, individuando tutti gli strumenti che consentano alle comunità e alle Amministrazioni regionali e locali, agli ambientalisti, agli agricoltori e agli Enti Parco di collaborare attivamente insieme per la conservazione di una specie così importante, individuando anche le necessarie forme di tutela degli allevatori.

    Ora sta alle Regioni lanciare un chiaro segnale al Ministero dell’Ambiente coerente e conseguente all’indirizzo dato dal Parlamento. L’invito alle Regioni è di sostenere lo stralcio del capitolo III.7, che consente l’applicazione della deroga alla tutela del lupo, proposto dal Ministero dell’Ambiente che, tra l’altro, ha dovuto già registrare le critiche alla bozza di Piano rivolte dal Ministero della Salute.

    Per questo il WWF nella sua Petizione chiede che dall’azione concorde delle Istituzioni e dal Piano emerga un maggiore impegno per:

    • Aumentare la lotta al bracconaggio attraverso un aumento delle pene e delle sanzioni ed un potenziamento della vigilanza con l’attivazione di squadre specializzate nella prevenzione e nelle indagini antibracconaggio;

    • Aumentare il contrasto al randagismo e affrontare con maggiore determinazione il problema dell’abbandono dei cani per prevenire il fenomeno dell’ibridazione con il lupo;

    • Applicazione e valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia;

    • Garantire un tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, senza disparità di trattamento tra le diverse Regioni;

    • Attuazione di una seria e costante campagna per la tutela del lupo con particolare riguardo al ruolo svolto dai mezzi di informazione;

    • L’avvio di un monitoraggio della specie a scala nazionale e scambio delle informazioni a livello trans-frontaliero per le Alpi.

    In Emilia-Romagna il WWF ha interpellato i due assessori competenti, Simona Caselli e Paola Gazzolo, affinché anche la Regione spinga il Ministero ad approvare un piano di gestione del lupo senza deroghe ai divieti di abbattimento.

    WWF Italia

  • Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Dal Parlamento arrivano chiari e autorevoli segnali contrari all’abbattimento legale dei lupi – denunciato dal WWF con la petizione: www.wwf.it/soslupo/ – previsto nella bozza del “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, proposto dal Ministero dell’Ambiente all’attenzione delle Regioni, che devono presentare le loro osservazioni ed emendamenti al testo entro il 26 febbraio.

    In un Ordine del giorno passato il 18 febbraio alla Camera dei Deputati (prima firmataria Patrizia Terzoni), con il parere positivo del Governo, si chiede espressamente di vietare ogni azione finalizzata all’abbattimento del lupo, seppur rimandando ad approfondimenti sulla possibile applicazione delle deroghe previste dalle norme comunitarie.

    Anche il Presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, ha voluto autorevolmente confermare e rafforzare, con un suo comunicato, la validità dell’iniziativa dichiarando: “E’ una pessima idea permettere l’abbattimento legale del lupo”.

    Ambientalisti e parlamentari sono concordi nel ricordare che esistono norme nazionali e internazionali che tutelano questa specie, ancora a rischio per un diffuso bracconaggio e per l’ibridazione con cani randagi e vaganti, a cominciare dalla Direttiva Habitat 92/43/CE e dal DPR n. 357/1997 di recepimento delle norme comunitarie. Mentre non è giustificato l’allarmismo sulla pericolosità del lupo (visto che è dal 1825 che nel nostro Paese non si registrano attacchi di lupi all’uomo, come ricordato dal Presidente Realacci), sono invece assolutamente accertati gli episodi illegali e cruenti di bracconaggio (che rappresenta la principale causa di mortalità del lupo in Italia, si legge nell’Ordine del Giorno, prima firmataria Patrizia Terzoni).

    I parlamentari sono in particolare d’accordo con il WWF sulla necessità di rivedere il Piano d’azione proposto dal Ministero, individuando tutti gli strumenti che consentano alle comunità e alle Amministrazioni regionali e locali, agli ambientalisti, agli agricoltori e agli Enti Parco di collaborare attivamente insieme per la conservazione di una specie così importante, individuando anche le necessarie forme di tutela degli allevatori.

    Ora sta alle Regioni lanciare un chiaro segnale al Ministero dell’Ambiente coerente e conseguente all’indirizzo dato dal Parlamento. L’invito alle Regioni è di sostenere lo stralcio del capitolo III.7, che consente l’applicazione della deroga alla tutela del lupo, proposto dal Ministero dell’Ambiente che, tra l’altro, ha dovuto già registrare le critiche alla bozza di Piano rivolte dal Ministero della Salute.

    Per questo il WWF nella sua Petizione chiede che dall’azione concorde delle Istituzioni e dal Piano emerga un maggiore impegno per:

    • Aumentare la lotta al bracconaggio attraverso un aumento delle pene e delle sanzioni ed un potenziamento della vigilanza con l’attivazione di squadre specializzate nella prevenzione e nelle indagini antibracconaggio;

    • Aumentare il contrasto al randagismo e affrontare con maggiore determinazione il problema dell’abbandono dei cani per prevenire il fenomeno dell’ibridazione con il lupo;

    • Applicazione e valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia;

    • Garantire un tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, senza disparità di trattamento tra le diverse Regioni;

    • Attuazione di una seria e costante campagna per la tutela del lupo con particolare riguardo al ruolo svolto dai mezzi di informazione;

    • L’avvio di un monitoraggio della specie a scala nazionale e scambio delle informazioni a livello trans-frontaliero per le Alpi.

    In Emilia-Romagna il WWF ha interpellato i due assessori competenti, Simona Caselli e Paola Gazzolo, affinché anche la Regione spinga il Ministero ad approvare un piano di gestione del lupo senza deroghe ai divieti di abbattimento.

    WWF Italia

  • Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Dal Parlamento arrivano chiari e autorevoli segnali contrari all’abbattimento legale dei lupi – denunciato dal WWF con la petizione: www.wwf.it/soslupo/ – previsto nella bozza del “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, proposto dal Ministero dell’Ambiente all’attenzione delle Regioni, che devono presentare le loro osservazioni ed emendamenti al testo entro il 26 febbraio.

    In un Ordine del giorno passato il 18 febbraio alla Camera dei Deputati (prima firmataria Patrizia Terzoni), con il parere positivo del Governo, si chiede espressamente di vietare ogni azione finalizzata all’abbattimento del lupo, seppur rimandando ad approfondimenti sulla possibile applicazione delle deroghe previste dalle norme comunitarie.

    Anche il Presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, ha voluto autorevolmente confermare e rafforzare, con un suo comunicato, la validità dell’iniziativa dichiarando: “E’ una pessima idea permettere l’abbattimento legale del lupo”.

    Ambientalisti e parlamentari sono concordi nel ricordare che esistono norme nazionali e internazionali che tutelano questa specie, ancora a rischio per un diffuso bracconaggio e per l’ibridazione con cani randagi e vaganti, a cominciare dalla Direttiva Habitat 92/43/CE e dal DPR n. 357/1997 di recepimento delle norme comunitarie. Mentre non è giustificato l’allarmismo sulla pericolosità del lupo (visto che è dal 1825 che nel nostro Paese non si registrano attacchi di lupi all’uomo, come ricordato dal Presidente Realacci), sono invece assolutamente accertati gli episodi illegali e cruenti di bracconaggio (che rappresenta la principale causa di mortalità del lupo in Italia, si legge nell’Ordine del Giorno, prima firmataria Patrizia Terzoni).

    I parlamentari sono in particolare d’accordo con il WWF sulla necessità di rivedere il Piano d’azione proposto dal Ministero, individuando tutti gli strumenti che consentano alle comunità e alle Amministrazioni regionali e locali, agli ambientalisti, agli agricoltori e agli Enti Parco di collaborare attivamente insieme per la conservazione di una specie così importante, individuando anche le necessarie forme di tutela degli allevatori.

    Ora sta alle Regioni lanciare un chiaro segnale al Ministero dell’Ambiente coerente e conseguente all’indirizzo dato dal Parlamento. L’invito alle Regioni è di sostenere lo stralcio del capitolo III.7, che consente l’applicazione della deroga alla tutela del lupo, proposto dal Ministero dell’Ambiente che, tra l’altro, ha dovuto già registrare le critiche alla bozza di Piano rivolte dal Ministero della Salute.

    Per questo il WWF nella sua Petizione chiede che dall’azione concorde delle Istituzioni e dal Piano emerga un maggiore impegno per:

    • Aumentare la lotta al bracconaggio attraverso un aumento delle pene e delle sanzioni ed un potenziamento della vigilanza con l’attivazione di squadre specializzate nella prevenzione e nelle indagini antibracconaggio;

    • Aumentare il contrasto al randagismo e affrontare con maggiore determinazione il problema dell’abbandono dei cani per prevenire il fenomeno dell’ibridazione con il lupo;

    • Applicazione e valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia;

    • Garantire un tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, senza disparità di trattamento tra le diverse Regioni;

    • Attuazione di una seria e costante campagna per la tutela del lupo con particolare riguardo al ruolo svolto dai mezzi di informazione;

    • L’avvio di un monitoraggio della specie a scala nazionale e scambio delle informazioni a livello trans-frontaliero per le Alpi.

    In Emilia-Romagna il WWF ha interpellato i due assessori competenti, Simona Caselli e Paola Gazzolo, affinché anche la Regione spinga il Ministero ad approvare un piano di gestione del lupo senza deroghe ai divieti di abbattimento.

    WWF Italia

  • Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Dal Parlamento arrivano chiari e autorevoli segnali contrari all’abbattimento legale dei lupi – denunciato dal WWF con la petizione: www.wwf.it/soslupo/ – previsto nella bozza del “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, proposto dal Ministero dell’Ambiente all’attenzione delle Regioni, che devono presentare le loro osservazioni ed emendamenti al testo entro il 26 febbraio.

    In un Ordine del giorno passato il 18 febbraio alla Camera dei Deputati (prima firmataria Patrizia Terzoni), con il parere positivo del Governo, si chiede espressamente di vietare ogni azione finalizzata all’abbattimento del lupo, seppur rimandando ad approfondimenti sulla possibile applicazione delle deroghe previste dalle norme comunitarie.

    Anche il Presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, ha voluto autorevolmente confermare e rafforzare, con un suo comunicato, la validità dell’iniziativa dichiarando: “E’ una pessima idea permettere l’abbattimento legale del lupo”.

    Ambientalisti e parlamentari sono concordi nel ricordare che esistono norme nazionali e internazionali che tutelano questa specie, ancora a rischio per un diffuso bracconaggio e per l’ibridazione con cani randagi e vaganti, a cominciare dalla Direttiva Habitat 92/43/CE e dal DPR n. 357/1997 di recepimento delle norme comunitarie. Mentre non è giustificato l’allarmismo sulla pericolosità del lupo (visto che è dal 1825 che nel nostro Paese non si registrano attacchi di lupi all’uomo, come ricordato dal Presidente Realacci), sono invece assolutamente accertati gli episodi illegali e cruenti di bracconaggio (che rappresenta la principale causa di mortalità del lupo in Italia, si legge nell’Ordine del Giorno, prima firmataria Patrizia Terzoni).

    I parlamentari sono in particolare d’accordo con il WWF sulla necessità di rivedere il Piano d’azione proposto dal Ministero, individuando tutti gli strumenti che consentano alle comunità e alle Amministrazioni regionali e locali, agli ambientalisti, agli agricoltori e agli Enti Parco di collaborare attivamente insieme per la conservazione di una specie così importante, individuando anche le necessarie forme di tutela degli allevatori.

    Ora sta alle Regioni lanciare un chiaro segnale al Ministero dell’Ambiente coerente e conseguente all’indirizzo dato dal Parlamento. L’invito alle Regioni è di sostenere lo stralcio del capitolo III.7, che consente l’applicazione della deroga alla tutela del lupo, proposto dal Ministero dell’Ambiente che, tra l’altro, ha dovuto già registrare le critiche alla bozza di Piano rivolte dal Ministero della Salute.

    Per questo il WWF nella sua Petizione chiede che dall’azione concorde delle Istituzioni e dal Piano emerga un maggiore impegno per:

    • Aumentare la lotta al bracconaggio attraverso un aumento delle pene e delle sanzioni ed un potenziamento della vigilanza con l’attivazione di squadre specializzate nella prevenzione e nelle indagini antibracconaggio;

    • Aumentare il contrasto al randagismo e affrontare con maggiore determinazione il problema dell’abbandono dei cani per prevenire il fenomeno dell’ibridazione con il lupo;

    • Applicazione e valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia;

    • Garantire un tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, senza disparità di trattamento tra le diverse Regioni;

    • Attuazione di una seria e costante campagna per la tutela del lupo con particolare riguardo al ruolo svolto dai mezzi di informazione;

    • L’avvio di un monitoraggio della specie a scala nazionale e scambio delle informazioni a livello trans-frontaliero per le Alpi.

    In Emilia-Romagna il WWF ha interpellato i due assessori competenti, Simona Caselli e Paola Gazzolo, affinché anche la Regione spinga il Ministero ad approvare un piano di gestione del lupo senza deroghe ai divieti di abbattimento.

    WWF Italia

  • Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Wwf Italia: “No all’abbattimento legale del lupo” – ParmaDaily.it

    Dal Parlamento arrivano chiari e autorevoli segnali contrari all’abbattimento legale dei lupi – denunciato dal WWF con la petizione: www.wwf.it/soslupo/ – previsto nella bozza del “Piano di conservazione e gestione del lupo in Italia”, proposto dal Ministero dell’Ambiente all’attenzione delle Regioni, che devono presentare le loro osservazioni ed emendamenti al testo entro il 26 febbraio.

    In un Ordine del giorno passato il 18 febbraio alla Camera dei Deputati (prima firmataria Patrizia Terzoni), con il parere positivo del Governo, si chiede espressamente di vietare ogni azione finalizzata all’abbattimento del lupo, seppur rimandando ad approfondimenti sulla possibile applicazione delle deroghe previste dalle norme comunitarie.

    Anche il Presidente della Commissione Ambiente, Ermete Realacci, ha voluto autorevolmente confermare e rafforzare, con un suo comunicato, la validità dell’iniziativa dichiarando: “E’ una pessima idea permettere l’abbattimento legale del lupo”.

    Ambientalisti e parlamentari sono concordi nel ricordare che esistono norme nazionali e internazionali che tutelano questa specie, ancora a rischio per un diffuso bracconaggio e per l’ibridazione con cani randagi e vaganti, a cominciare dalla Direttiva Habitat 92/43/CE e dal DPR n. 357/1997 di recepimento delle norme comunitarie. Mentre non è giustificato l’allarmismo sulla pericolosità del lupo (visto che è dal 1825 che nel nostro Paese non si registrano attacchi di lupi all’uomo, come ricordato dal Presidente Realacci), sono invece assolutamente accertati gli episodi illegali e cruenti di bracconaggio (che rappresenta la principale causa di mortalità del lupo in Italia, si legge nell’Ordine del Giorno, prima firmataria Patrizia Terzoni).

    I parlamentari sono in particolare d’accordo con il WWF sulla necessità di rivedere il Piano d’azione proposto dal Ministero, individuando tutti gli strumenti che consentano alle comunità e alle Amministrazioni regionali e locali, agli ambientalisti, agli agricoltori e agli Enti Parco di collaborare attivamente insieme per la conservazione di una specie così importante, individuando anche le necessarie forme di tutela degli allevatori.

    Ora sta alle Regioni lanciare un chiaro segnale al Ministero dell’Ambiente coerente e conseguente all’indirizzo dato dal Parlamento. L’invito alle Regioni è di sostenere lo stralcio del capitolo III.7, che consente l’applicazione della deroga alla tutela del lupo, proposto dal Ministero dell’Ambiente che, tra l’altro, ha dovuto già registrare le critiche alla bozza di Piano rivolte dal Ministero della Salute.

    Per questo il WWF nella sua Petizione chiede che dall’azione concorde delle Istituzioni e dal Piano emerga un maggiore impegno per:

    • Aumentare la lotta al bracconaggio attraverso un aumento delle pene e delle sanzioni ed un potenziamento della vigilanza con l’attivazione di squadre specializzate nella prevenzione e nelle indagini antibracconaggio;

    • Aumentare il contrasto al randagismo e affrontare con maggiore determinazione il problema dell’abbandono dei cani per prevenire il fenomeno dell’ibridazione con il lupo;

    • Applicazione e valutazione dell’efficacia degli strumenti di prevenzione e protezione dei danni alla zootecnia;

    • Garantire un tempestivo e completo risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, senza disparità di trattamento tra le diverse Regioni;

    • Attuazione di una seria e costante campagna per la tutela del lupo con particolare riguardo al ruolo svolto dai mezzi di informazione;

    • L’avvio di un monitoraggio della specie a scala nazionale e scambio delle informazioni a livello trans-frontaliero per le Alpi.

    In Emilia-Romagna il WWF ha interpellato i due assessori competenti, Simona Caselli e Paola Gazzolo, affinché anche la Regione spinga il Ministero ad approvare un piano di gestione del lupo senza deroghe ai divieti di abbattimento.

    WWF Italia