Categoria: LAV – Lega Anti Vivisezione

  • Il Parco degli Animali del Comune di Firenze apre le porte ai cani di Palermo

    Il Parco degli Animali del Comune di Firenze apre le porte ai cani di Palermo

    Il progetto adozioni a favore dei cani randagi del Comune di Palermo, che ci vede impegnati nel capoluogo siciliano da alcuni mesi grazie alla collaborazione con l’Amministrazione cittadina e i principali soggetti istituzionali e veterinari della città, oggi è arrivato a Firenze.

    Grazie alla collaborazione tra il Comune di Palermo e il Comune di Firenze, 10 cani del canile di Palermo saranno trasferiti nei prossimi giorni presso il Parco degli Animali di Firenze, dove saranno accuditi in attesa di essere adottati.

    Un’attenta politica di adozioni ha portato a trovare famiglia ad oltre 425 cani dal 2011 ad oggi – ha dichiarato l’assessore Alessia Bettini durante la conferenza stampa di stamattina – e ora il Parco degli animali di Firenze mette a disposizione le proprie competenze e professionalità per aiutare questi 10 cani a trovare una nuova famiglia”.

    Un precedente importantissimo in materia di lotta al randagismo che consentirà lo spostamento legittimo degli animali da una Regione del Sud ad una del Centro Italia, nel rispetto della normativa vigente, la permanenza dei cani in una struttura accogliente e idonea a garantirne il recupero psico – fisico, e adozioni consapevoli e responsabili. Un risultato reso possibile dal lavoro sinergico tra le Amministrazioni comunali coinvolte e le Aziende sanitarie locali e provinciali e dalla possibilità di beneficiare della professionalità degli operatori e dei volontari impegnati presso il Parco canile degli animali, di Firenze.

  • Soccorso stradale animali, prima indagine LAV. Chiediamo un numero unico per le emergenze

    Soccorso stradale animali, prima indagine LAV. Chiediamo un numero unico per le emergenze

    A otto anni dalla legge che in Italia ha riconosciuto, grazie a una nostra proposta, il ruolo delle ambulanze per il soccorso veterinario, diffondiamo la prima indagine conoscitiva sul tema. Il mancato soccorso di animali è, infatti, un illecito amministrativo oltre che una questione morale e di sicurezza stradale, che può rientrare nella disciplina del reato di maltrattamento o di uccisione di animali, nei casi più tragici.

    L’utente della strada, in caso di incidente stradale comunque ricollegabile al suo comportamento, da cui derivi un danno a uno o più animali, così come chiunque sia coinvolto nell’evento, ha l’obbligo di fermarsi e di porre ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali. Se il cittadino ha il dovere di fermarsi e di attivarsi per prestare aiuto a un animale vittima sulla strada, i Comuni e i Servizi Veterinari, a seconda della legge regionale, devono garantire il servizio di pronto soccorso veterinario.

    All’indomani dell’approvazione della Legge, nel luglio 2010, il Ministero della Salute con una nota indirizzata ai Servizi Veterinari Regionali e ai Comuni, aveva richiamato la necessità di assicurare il servizio di reperibilità e pronto soccorso da parte delle Amministrazioni competenti. L’adeguato e tempestivo soccorso in caso di incidente stradale è peraltro un tema di grande e drammatica attualità, anche per i quattro zampe. Ma come viene espletato il servizio? Con quali mezzi i Comuni e i Servizi Veterinari pubblici e privati si sono attrezzati? Quanti Comuni e Servizi Veterinari si sono attrezzati con il servizio di ambulanze veterinarie? Abbiamo svolto la prima indagine conoscitiva su questo tema per iniziare a censire qual è la disponibilità di mezzi dedicati al soccorso animale, tra cui le ambulanze veterinarie che vedono la loro legittimazione nella Legge 120/2010.

    Per questa prima indagine conoscitiva abbiamo interpellato, nel 2017:

    32 Concessionari autostradali
    106 Servizi Veterinari pubblici
    30 Comuni Capoluogo, oltre ai dati raccolti attraverso le Sedi LAV

    IL SERVIZIO PUBBLICO DIRETTO: dalle risposte che ci sono pervenute, risulta limitato alla disponibilità di una sola ambulanza veterinaria (in possesso dell’ULSS 2 Marca Trevigiana – Asolo), mentre il ricorso ad “altri mezzi” di soccorso è di 44 unità. Spiccano la ASL di Taranto (6 mezzi), la ASL 2 Liguria (4 mezzi), le ATS di Insubria, Brescia e di Pavia (3 mezzi).

    IL SERVIZIO PUBBLICO TRAMITE CONVENZIONI CON TERZI: risulta il servizio di soccorso stradale prevalente per gli animali, con disponibilità di 24 ambulanze e di 83 “altri mezzi” da parte di terzi (associazioni, Croce Rossa/Gialla/Bianca, veterinari). La Asl di Caserta e di Roma 2 svolgono il servizio con 3 ambulanze tramite ditte convenzionate, e sia ASL di Asti sia Catania lo svolgono con terzi che dispongono di due ambulanze ciascuno. La AAS 2 Bassa Friulana Isontina si avvale di convenzioni esterne con disponibilità di 4 mezzi ciascuna, Modena si avvale di 6 altri mezzi, ULSS 1 Dolomiti si avvale di 3 mezzi, mentre l’Azienda sanitaria di Asti (9 mezzi), ASL Foggia (più di 20 mezzi).

    CONCESSIONARI AUTOSTRADALI: 32 quelli interpellati, in 7 ci hanno risposto. Di questi, Autostrada Asti-Cuneo Spa ha in essere una convenzione e può contare su 4 ambulanze e tre auto medicali, l’Autostrada dei Fiori Tronco A 10 Savona-Ventimiglia (confine francese) sempre grazie a una convenzione può contare su due ambulanze veterinarie. Gli altri concessionari si avvalgono invece dell’ex Corpo Forestale dello Stato o dei Servizi veterinari pubblici. Sull’Autostrada A4 Brescia-Padova nel 2016 sono stati svolti 300 interventi di soccorso. Sull’autostrada Direzione 1 tronco Genova sono stati svolti 34 interventi di soccorso animale.

    “Questi dati dimostrano che il servizio di soccorso opera prevalentemente con altri mezzi e che le Amministrazione pubbliche, nonostante il richiamo del Ministero della Salute ormai di otto anni fa, non dispongono di ambulanze veterinarie in proprio ma in gran parte ricorrono a quelle private di associazioni o di medici veterinari – afferma la LAV – I dati, inoltre, confermano che la Legge sulla sicurezza stradale ha fornito impulso al soccorso, ma c’è ancora molto da fare per Comuni e Servizi veterinari pubblici per un servizio sempre più richiesto dai cittadini e che, peraltro, può essere fonte di nuova occupazione. Sebbene a livello locale sia stato istituito qualche numero unico, chiediamo alla Ministra della Salute Grillo e ai Presidenti delle Regioni l’attivazione di un numero telefonico unico nazionale di soccorso veterinario, collegabile al 118, per uniformare le procedure di accesso al servizio e favorire i cittadini nel chiedere un intervento tempestivo. Dall’analisi effettuata, infatti, emerge la difformità con cui sul territorio nazionale si attiva il Servizio di soccorso che nella maggior parte dei casi non avviene per chiamata diretta del cittadino, ma è mediato dalle Forze di Polizia che attivano coloro che sono preposti al soccorso, una procedura che soprattutto nelle situazioni più gravi può non favorire un effettivo pronto intervento.”

  • Uccideva illegalmente anatre per farne paté: condannato anche in Appello!

    Uccideva illegalmente anatre per farne paté: condannato anche in Appello!

    A cinque anni di distanza, la Corte d’Appello di Torino conferma la sentenza emessa in primo grado dal Tribunale di Alba (Cuneo) a carico di un uomo, di nazionalità cinese, condannato a 5 mesi di reclusione e 100 € di multa per il reato di maltrattamento di animali “perché mediante un impianto rudimentale non autorizzato e privo di adeguate condizioni igieniche, cagionava la morte di numerose anatre, con crudeltà e senza necessità, per produrre paté d’anatra da immettere in commercio”.

    Oltre al maltrattamento, altro capo di imputazione la sottrazione o distruzione di “cosa” sottoposta a sequestro (ex art 334 cp), questo perché l’imputato anche dopo il sequestro delle anatre date in custodia giudiziaria a lui stesso, continuava a ucciderle…

    Nell’aprile del 2011, infatti, le Forze dell’Ordine incaricate del sequestro dell’improvvisato impianto di macellazione situato nel comune di Monteu Roero (Cuneo), trovarono 33 anatre morte, e 23 ancora vive, successivamente sottratte dallo stesso Z.H., cui erano state affidate.

    Secondo noi si tratta di “una condanna rilevante perché, non unica nel suo genere, evidenzia il fatto che la destinazione finale, al consumo alimentare, delle anatre, può ugualmente integrare il reato di maltrattamento di animali, qualora la macellazione venga praticata in violazione delle specifiche norme”.

    Le anatre, infatti, avrebbero dovuto essere soppresse secondo quanto dispone il Decreto legislativo n. 333/98 in vigore all’epoca dei fatti, in tema di macellazione di animali, che specifica le modalità con cui la macellazione e l’abbattimento devono essere condotti “in modo tale da risparmiare agli animali eccitazioni, dolori e sofferenze evitabili”.

    Le operazioni, inoltre, devono essere svolte solo da persone in possesso della preparazione teorica e pratica necessaria a svolgere tali attività “in modo umanitario ed efficace”. Questi sono i limiti invalicabili che l’uccisione di animali a scopo alimentare deve osservare, limiti che, sulla base delle carte processuali, sono stati platealmente violati dall’imputato e che noi, parte civile, abbiamo invocato.

    “La sentenza di secondo grado conferma un principio che va sempre più consolidandosi in giurisprudenza, ovvero, che anche gli animali allevati per fini commerciali e destinati a essere uccisi, non possono essere gestiti come oggetti, ma vanno trattati da esseri senzienti, da tutelare nella propria specifica etologia, pena l’integrazione del delitto di maltrattamento – commenta la LAV – si tratta di una conquista che si sta estendendo ad ambiti diversi, non solo l’allevamento a fini alimentari ma anche, ad esempio, la sperimentazione, segno che questo principio va gradualmente assumendo portata universale”.

    “Questa pronuncia ci offre l’opportunità per una ulteriore considerazione, per noi sempre valida  – conclude l’Associazione – ovvero che la sofferenza degli animali è intrinseca a ogni forma di sistema alimentare che implichi la loro uccisione, motivo per cui ci auguriamo che, anche grazie alle nostre battaglie, sempre più persone aprano gli occhi e scelgano consapevolmente un’alimentazione vegetale, che azzera le sofferenze animali e rappresenta inoltre un valore aggiunto per la salute e l’ambiente (www.cambiamenu.it)”.

    Ringraziamo l’avvocato Francesca Quaranta del foro di Cuneo per l’assistenza legale prestata.

  • Prorogata al 2019 la denuncia di specie "aliene e invasive"

    Prorogata al 2019 la denuncia di specie "aliene e invasive"

    Il “Regolamento (UE) n. 1143/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014 , recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive”, ha disposto che gli animali appartenenti a specie considerate “aliene e invasive”  presenti sul territorio dell’Unione Europea, debbano essere eradicati. In altri termini sterminati.

    Coloro che detengono individui appartenenti a tali specie, potranno comunque continuare a tenerli con sé.

    Sarà sufficiente denunciarne la detenzione utilizzando il modulo disponibile sul sito istituzionale del Ministero dell’Ambiente 

    Oggi è entrato in vigore il “Decreto milleproroghe” che ha prorogato al 31 agosto 2019 il termine ultimo per la denuncia. C’è quindi ancora un anno di tempo per assicurare al nostro fianco la vita di nutrie, scoiattoli grigi, tartarughe dalle guance rosse…

    Ulteriori informazioni sono reperibili al seguente link: http://www.minambiente.it/pagina/specie-esotiche-invasive

  • Sovraffollamento al Canile di Palermo: aiutaci con le adozioni!

    Sovraffollamento al Canile di Palermo: aiutaci con le adozioni!

    Il Comune di Palermo annuncia che il sovraffollamento degli spazi dell’ex mattatoio temporaneamente usati come canile comunale, determinato dalla deprecabile pratica dell’abbandono dei cani, si sta riducendo grazie alla collaborazione avviata con noi della LAV.

    Ci stiamo occupando, infatti, del trasferimento di 44 animali in una struttura di fiducia, per favorire al più presto la loro adozione. Di recente abbiamo trasferito i primi 7 cani, cone Trilly, Ciao e Tigre (qui in foto) e tutti possono essere adottati: scrivici a adozioni@lav.it, l’adozione è un vero gesto d’amore!

    Un accorato appello ad adottare i cani del Canile di Palermo, giunge anche dal Sindaco Leoluca Orlando: “a tutti gli amanti degli animali e a coloro che possono offrire spazi e cure adeguate, l’invito a contattare la LAV per poter prendere in adozione un cane, permettendo sia a lui sia ai suoi compagni di avere una vita migliore.”

    Intanto proseguono i lavori di ristrutturazione del canile di via Tiro a Segno, con la realizzazione delle strutture a servizio delle future attività medico-veterinarie.

    “Grazie alla collaborazione della LAV – afferma il vice sindaco Sergio Marino – siamo attivi per poter garantire agli animali ospitati all’ex mattatoio una situazione vivibile con la creazione di un’area di sgambatura, una presenza riconosciuta e qualificata di bravissimi volontari, l’apporto in termini sanitari e di sterilizzazioni dei medici veterinari dell’Asp, e il supporto dei medici veterinari volontari dell’Ordine dei Veterinari di Palermo, e  concorrerà  ad esaudire gli obiettivi che la Legge nazionale e quella regionale ci affidano per una effettiva tutela dei cani”.

    “Purtroppo – prosegue il Vice Sindaco Marino – la triste abitudine, ma sarebbe meglio definirlo un vero vizio, di tanti palermitani di abbandonare i propri animali nel periodo estivo, ha determinato un momento di sovraffollamento della nostra struttura, ma confidiamo ora nella buona volontà dei tanti che hanno a cuore la salute e il benessere degli animali”.

  • Regolamento Botticelle: spostarle nei parchi non risolve il problema!

    Regolamento Botticelle: spostarle nei parchi non risolve il problema!

    Potremo commentare approfonditamente nel merito appena sarà disponibile il testo della proposta di Regolamento che la Giunta ha deliberato ieri sera, ma sicuramente, oggi, come promotori della Delibera firmata da oltre 10mila romani per l’abolizione delle botticelle, bocciata dall’Aula Giulio Cesare quasi tre mesi fa, possiamo amaramente dire che, a differenza dei vetturini, non siamo stati nemmeno consultati dalla Sindaca Raggi, dall’Assessora Montanari o dagli Uffici capitolini.

    L’annunciato spostamento della trazione a cavalli dalle strade ai parchi urbani, di cui non sono note le scadenze, una volta che sarà approvato il Regolamento fra qualche mese, non risolverà il problema della sofferenza degli oltre 80 cavalli utilizzati nonché i problemi legati alla trasparenza fiscale del servizio e dell’occupazione abusiva dell’ex mattatoio con tanto di luce pagata dai contribuenti, e le stalle costate oltre 1.300.000 euro a Villa Borghese, decise dalle precedenti Giunte e rimaste vuote anche con questa Amministrazione.

    Questa la nostra posizione, condivisa con le Associazioni Animalisti Italiani, Avcpp-Io libero, Enpa e Oipa.

    E’ la terza calda estate di Giunta Raggi nella quale cambierà nulla per le sofferenze dei cavalli, e anche la possibilità di voltura della licenza in servizio taxi è opportuno ricordare che è in vigore dal 1998, con scarsi risultati.

    L’impegno dell’abolizione delle botticelle contenuto nel programma della Sindaca viene rimandato a una Legge nazionale che noi, a prescindere, chiediamo da tempo ma siamo sicuri, con il Movimento 5 Stelle al Governo sarà fatta in tempi rapidi e se ne farà promotrice la stessa Sindaca di Roma.

  • In missione per i cani di Lampedusa: primo bilancio e prossime azioni

    In missione per i cani di Lampedusa: primo bilancio e prossime azioni

    Buon successo nelle prime due settimane di attività a Lampedusa nell’ambulatorio veterinario pubblico allestito grazie alle donazioni della LAV e gestito con medici veterinari dell’ASP e dell’Ordine di Palermo con l’aiuto di volontari e dell’associazione locale “Il cuore ha 4 zampe”.

    Sono stati 115 i cani visitati, 75 i prelievi per approfonditi controlli medici, 48 i cani microchippati che così sono ora giuridicamente riconosciuti, e 32 quelli sterilizzati.

    Il Comune di Lampedusa ha chiesto che prima del nuovo intervento già programmato a settembre ci sia una settimana straordinaria per visite e microchippature che è stato concordato  si svolgerà dal 6 al 12 agosto.

    In quei giorni saranno anche posizionati dieci dispenser fissi di cibo e acqua in vari punti dell’isola e, visto il periodo di maggior afflusso turistico, saranno rafforzati i controlli anche grazie alla Polizia municipale presso aeroporto, porto, strade cittadine, spiagge e campagne, con i lettori di microchip donati dalla LAV nonchè  ci sarà la maggiore diffusione del depliant informativo sulla tutela dei cani, realizzato anche in lingua inglese e per il rispetto dell’Ordinanza firmata dal Sindaco il 6 luglio scorso con la quale si incentiva il censimento dei quattrozampe con la microchippatura e la sterilizzazione dei cani.

  • Green Hill: un caso di studio. Lo presentiamo oggi a Oxford

    Green Hill: un caso di studio. Lo presentiamo oggi a Oxford

    Il caso Green Hill sbarca nel Regno Unito.

    Oggi infatti, la storica battaglia legale contro la nota multinazionale americana, conclusasi con la liberazione di 3.000 beagle altrimenti destinati ai laboratori di tutta Europa, verrà presentata dall’avvocato Carla Campanaro, responsabile del nostro ufficio legale, alla Summer School dell’Oxford Centre for Animal Ethics, avente come tema di quest’anno “Diritto ed etica: come creare cambiamenti positivi per gli animali”.

    L’Oxford Centre for Animal Ethics, è un istituto di ricerca internazionale che si occupa dello studio dell’evoluzione della protezione degli animali, in particolare da un punto di vista etico, sociale e filosofico. La scelta di dedicare un’apposita sezione al caso Green Hill dimostra come questa importante vittoria legale rappresenti un esempio unico a livello internazionale, innovativo e rivoluzionario per la protezione degli animali “da laboratorio”.

    Una sentenza storica che travalica i confini nazionali, affermando il principio per cui anche gli animali allevati per fini commerciali – ed eventualmente destinati ad essere uccisi – non sono un semplice patrimonio, da gestire secondo logiche aziendali ispirate al minor costo, ma esseri senzienti da tutelare nella propria specifica etologia, pena l’integrazione del delitto di uccisione e maltrattamento.

    Ci auguriamo che l’esempio italiano faccia da apripista nel diritto europeo e che questa vicenda senza precedenti al mondo, rappresenti una speranza per i milioni di animali usati ogni giorno nei laboratori.

    PROGRAMMA

    Photo credits: Filippo Venezia

  • Una conquista storica: il Belgio chiude gli allevamenti di animali per pellicce

    Una conquista storica: il Belgio chiude gli allevamenti di animali per pellicce

    Sabato 21 luglio il governo fiammingo ha adottato un Decreto per porre fine all’allevamento di animali destinati alla produzione di pellicce.

    Questa storica decisione, su iniziativa del Ministro fiammingo per il Benessere degli animali, Ben Weyts, segna la fine di questa attività zootecnica in Belgio (già dal 2014 questo tipo di allevamento è vietato nelle regioni della Vallonia e di Bruxelles). Gli ultimi 17 allevamenti ancora attivi nelle Fiandre e che causano la morte di almeno 200.000 visoni l’anno, dovranno così chiudere i battenti entro il 2023. Il Decreto contiene inoltre un altro importantissimo provvedimento quale il divieto di alimentazione forzata o “gavage”, praticata per la produzione di foie gras (il patè d’oca).

    “Allevare e uccidere animali per la pelliccia non è più il nostro tempo. Un fatto sostenuto dalla grande maggioranza dei cittadini fiamminghi”, la dichiarazione dell’associazione belga GAIA partner di LAV nel network internazionale Fur Free Alliance.

    I divieti per l’allevamento di animali destinati alla produzione di pellicce si stanno diffondendo rapidamente in tutta Europa. Solo un mese fa il Lussemburgo li ha banditi a partire da ottobre 2018. Anche la Norvegia, una volta il più grande produttore mondiale di pellicce di volpe, ha votato all’inizio dell’anno per mettere fuori legge l’allevamento di animali da pelliccia dal 2024. Mentre nell’agosto 2017, la Repubblica Ceca ha deciso di vietare l’allevamento di animali “da pelliccia” che entrerà in vigore nel 2019.

    In Italia purtroppo, nonostante sia già stata prontamente depositata anche nel nuovo Parlamento la proposta di legge della LAV e da più schieramenti politici (atto C.99 On. Brambilla – FI, C.177 On. Gagnarli – M5S, S.211 Sen. De Petris – LEU), continuano a rimanere attivi circa una ventina di allevamenti di visoni che causano la morte di almeno 200.000 animali l’anno (circa 550 ogni singolo giorno).

    Alla luce di questo ulteriore positivo segnale di cambiamento culturale, che ha fatto di un valore etico il motivo necessario e sufficiente per mettere al bando un’attività zootecnica considerata ormai non più coerente con i nuovi valori della società civile in molti Stati Membri, sollecitiamo i Presidenti di Camera e Senato affinché la proposta di legge per la chiusura di questi allevamenti sia presto inserita nell’agenda dei lavori delle rispettive Commissioni.

  • Un anno di libertà per i macachi di Padova

    Un anno di libertà per i macachi di Padova

    È già passato un anno da quando i nostri macachi liberati dal laboratorio di Padova hanno potuto rivedere il sole, e vogliamo festeggiare insieme a loro questo compleanno speciale raccontandovi la loro storia.

    [embedded content]

    Il laboratorio che lavorava sui trapianti tra specie, aveva una colonia di 27 scimmie destinate a subire esperimenti con cellule, organi e tessuti, diventando portatrici di materiale biologico che non appartiene loro, un’altra follia dell’uomo che con la scusa di tutelare la propria specie, distrugge ogni cosa su questo Pianeta: la natura, gli animali e gli stessi uomini. Oltretutto, i primati provengono da Paesi lontanissimi come Mauritius, Filippine e Cina, Paesi in cui sono stati strappati dalla natura per ritrovarsi in anguste gabbie in attesa di un viaggio senza ritorno.

    Grazie a un lungo lavoro di trattative e l’impegno della nostra Associazione, con la collaborazione dei vertici del Consorzio di ricerca, questo incredibile e variegato gruppo di animali ha potuto toccare nuovamente l’erba e respirare il profumo della pioggia.

    Un risultato impensabile fino a poco fa che fa sperare in un futuro diverso, migliore, con una scienza da e per l’uomo e le gabbie finalmente vuote.

    A luglio del 2017, di notte, sono iniziate le operazioni, ore lunghissime in cui hai paura che anche la più piccola cosa possa andare storta e gli animali restino lì. Poi all’alba, con i camion carichi, il cuore pieno di gioia e la consapevolezza di essere protagonisti della più grande azione di liberazione di macachi “da vivisezione” in Italia, siamo partiti verso Semproniano. Là ci aspettavano immense strutture immerse nel verde, con spazi coperti e non, giochi, alberi, funi e soprattutto il sole, ciò che era stato negato per anni, decenni, alla nostra colonia di macachi. 

    Ogni giorno con loro è un giorno speciale, nel tempo abbiamo imparato a conoscerli: non sono più dei codici numerici tatuati sul petto o sugli arti, ma sono diventati Walter, Carina, Darwin, Greta, Regina, Ginkgo, Manila, Cocò, Etna, Ester, Becky, Edera, Yoda, Elfo, Alabat, Cebu, Bella, Kenza, Buffon, Amy, Honey, Orsetto, Heidy e Carolina. Come si può facilmente intuire, identificarli uno per uno non è stato un lavoro semplice, ma osservandoli attentamente si possono notare differenze fisiche e, soprattutto, caratteriali, che donano ad ognuno un’identità unica. 

    Come in ogni gruppo sociale di macachi di Giava, esiste una gerarchia molto rigida tra le femmine, capeggiate dalla veterana del gruppo, Regina, che con i suoi 22 anni di esperienza, tiene le redini della colonia in maniera salda e costante; subito dopo di lei ci sono Greta e Carina, meno anziane ma altrettanto autorevoli. Il maschio più giovane, Darwin, si contende le attenzioni delle femmine e ogni tanto si fa valere grazie alle sue dimensioni, decisamente superiori alla media. Il resto della colonia è formato da tanti gruppi più piccoli, come ad esempio quello costituito da Ester, Heidy e Manila, più timide e riservate rispetto alle altre. Ci sono poi individui con una personalità molto particolare come ad esempio Becky. Lei è la più curiosa e scaltra del gruppo, una delle poche che approccia senza timori gli arricchimenti ambientali che vengono proposti e se ne inventa di nuovi, come ad esempio un tamburo creato strusciando un bastone su una ciotola di metallo, oppure il guscio di una noce di cocco che diventa un cucchiaio per bere dagli abbeveratoi.

    Nel corso di quest’anno di permanenza al centro di Recupero, la colonia ha avuto modo di ritornare alle origini, riprodurre comportamenti ormai dimenticati, come arrampicarsi o bagnarsi sotto un temporale improvviso, riscaldarsi tutti insieme durante i mesi più freddi e nuotare nella piscina per rinfrescarsi dall’arsura estiva. La riabilitazione di animali provenienti da laboratori è una continua sfida, soprattutto quando si tratta di animali che condividono con l’uomo il 97,5% del DNA e in natura hanno un’home range che può arrivare a 40 ettari. 

    Il nostro obiettivo è quello di ridare loro l’individualità ormai perduta e donargli una seconda vita libera da costrizioni, torture e fredde gabbie metalliche.

    Roberto Bennati
    Vice Presidente LAV