Continuano le stranezze sull’associazione Laica di Liliana Signorello.

 

Sabato scorso, nei terreni di via Seggio, oggetto nel 2015 del  sequestro di circa 100 cani, un piccolo scavo ha portato casualmente alla luce quattro carcasse di cane. Ad una di queste è stato possibile leggere il numero di microchip che, dai controlli effettuati, è risultato appartenere da anni (forse 10) ad un cane del canile municipale di Castelvetrano.

L’animale, trovato nella stessa buca insieme ad altri tre in avanzatissimo stato di decomposizione,  in anagrafe canina risulta vivo e ancora presente nella struttura comunale di via Errante Vecchia. Nessuna adozione e nessuna re immissione nel territorio.

A poca distanza, sempre sabato scorso, negli stessi recinti svuotati nel 2015 dagli animali che il Comune trasferì alla Viardi Service di Sambuca di Sicilia, i Carabinieri, l’Asp, la Guardia Forestale e i vigili urbani del Nopa hanno rilevato la presenza di una quarantina di cani, la maggior parte cuccioli.

 

Il rifugio abusivo era già visibile addirittura su Facebook, in un video sulla pagina di un’animalista sua collaboratrice.

I militari hanno inviato i verbali alla Procura di Marsala ed ora, oltre l’attuale detenzione dell’elevato numero di animali senza le dovute autorizzazioni urbanistiche e sanitarie, potrebbe configurarsi anche il reato di smaltimento illecito di rifiuti speciali.

Ricordiamo che la signora Signorello è imputata per maltrattamento in merito ai fatti del 2015, di cui la nostra redazione si è ampiamente occupata, pubblicando anche le foto shock sullo stato degli animali detenuti.

Nel 2013, prima della realizzazione di alcuni lavori di adeguamento al canile, il Comune le aveva infatti affidato più di 130 cani che, nei primi mesi del 2015 quasi raddoppiarono.

Quando il 10 settembre intervennero i carabinieri del NAS di Palermo, nei suoi rifugi di contrada Seggio e nella sua abitazione in città, mancavano più di 100 cani, stando almeno al censimento che l’Asp aveva effettuato pochi mesi prima. Così come non risulta che la Laica, nell’arco di più di due anni, abbia mai comunicato il decesso degli animali agli uffici del canile comunale o all’Asp.

Già nell’ottobre del 2015 il giudice, rigettando l’istanza di riesame contro il sequestro, presentata dall’avvocato della presidente della Laica, faceva riferimento ai gravi indizi emersi a carico della Signorello in relazione al maltrattamento e ai “rischi di reiterazione del reato”.

Ci sono già state due udienze al Tribunale di Marsala e la prossima è fissata per il 18 maggio.

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