Caserta. Cinque tonnellate di prodotti ittici tra cui un’ingente quantità di anguille: è questo il “bottino” del sequestro avvenuto a San Marcellino, un comune del casertano. Un’operazione realizzata mediante la cooperazione del Corpo Forestale dello Stato e della Capitaneria di Porto di Pozzuoli. Tra le cause che hanno reso necessario il blitz e il successivo sequestro vi è la detenzione illegale di animali in un edificio in parte abitato e non idoneo ad ospitarli, e l’assenza di qualsiasi certificazione, gli animali infatti sono stati rinvenuti in grandi vasche anch’esse prive delle necessarie autorizzazioni.

L’anguilla è una specie animale protetta dalla Convenzione di Washington conosciuta anche con la sigla CITES, per il commercio internazionale delle specie di fauna e di flora selvatiche a rischio di estinzione. In Italia la CITES è in vigore sin dal 1980 e gli stati aderenti alla convenzione sono in totale 178. Da quanto dichiarato sul sito internet del Corpo Forestale dello Stato ogni anno vengono rilasciate mediamente cinquantamila certificazioni che in particolar modo riguardano «mammiferi, uccelli e rettili viventi riprodotti in cattività, zanne e oggetti in avorio di elefante, articoli in pelle di rettile, confezioni realizzate con tessuti o pellicce pregiati, piante da collezione od ornamentali, legname proveniente dalle foreste tropicali» .

Ricordiamo che le anguille sono utilizzate da molti nel menù delle festività natalizie e, data l’imminente celebrazione del Natale, il commercio illegale di questa specie potrebbe divenire una vera e propria fonte di guadagno per gli impostori. Siamo estremamente abituati ormai a notizie di sequestri di prodotti alimentari che potrebbero mettere in serio percolo l’incolumità del consumatore. Il problema, dunque, resta: come scongiurare il rischio di ritrovare cibi che non posseggono alcun tipo di certificazione, come le anguille sequestrate a Caserta? Ebbene, forse, semplicemente servirebbero maggiori controlli, specialmente quando si parla di prodotti alimentari che finisco sulle nostre tavole.

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