Una delle cardiopatie più comuni nei felini è la cardiomiopatia ipertrofica.
E’ caratterizzata da ipertrofia concentrica del miocardio in assenza di cause identificabili di sovraccarico pressorio come stenosi aortica e ipertensione sistemica. Altre cause di ipertrofia miocardica da escludere sono ipertiroidismo, acromegalia e recente somministrazione di corticosteroidi.

L’eziologia è sconosciuta anche se una linea di gatti Maine Coon allevati in California è stato possibile identificare l’ereditabilità della malattia. Alcune forme sospette di cardiomiopatia ipertrofica ereditabile sono state descritte nell’American Shorthaired, Ragdoll, Norvegese, British Shorthair.

                                   Ragdoll

FISIOPATOLOGIA

La cardiomiopatia ipertrofica si presenta con diverse varianti anatomo-patologiche e quindi fisiopatologiche, più frequenti si riconoscono la forma simmetrica con ipertrofia concentrica diffusa a carico di entrambe le pareti ventricolari e del setto interventricolare e la forma asimmetrica caratterizzata da una prevalente ipertrofia settale, entrambe queste varianti sono accompagnate quasi sempre da ostruzione dell’efflusso ventricolare e distensione atriale di gravità variabile.

La gravità del quadro emodinamico e quindi della sintomatologia clinica è in funzione del grado di ostruzione all’afflusso ventricolare sinistro. L’ipertrofia concentrica viene a limitare il riempimento diastolico ventricolare, a questo impedimento consegue anche un rigurgito mitralico con esito una dilatazione atriale sinistra abnorme che è caratteristica della cardiomiopatia ipertrofica.

                                 cardiomiopatia ipertrofica

DIAGNOSI CLINICA

I rilievi clinici più comuni sono la dispnea a riposo, le crisi sincopali, sono stati riportati rari casi di morte improvvisa e in caso di tromboembolia aortica si può riscontrare paralisi improvvisa degli arti posteriori. All’auscultazione cardiaca si rilevano tachicardia, ritmi di galoppo, extrasistolie e soffi da rigurgito atrio-ventricolare. I rumori cardiaci possono essere attutiti a causa di versamenti pleurici.
L’elettrocardiografia può evidenziare le disritmie ventricolari e sopraventricolari, esempi di ingrandimento ventricolare sinistro o di un difetto di conduzione compatibile con il blocco fascicolare anteriore sinistro.
Spesso l’elettrocardiogramma è irrilevante.
L’esame radiografico può rilevare in ventrodorsale il tipico cuore a “ Valentina “, in laterolaterale si osserva dilatazione atriale sinistra, aumento del diametro longitudinale del cuore con congestione venosa polmonare marcata e andamento tortuoso delle arterie polmonari basali.

Nella cardiomiopatia ipertrofica sono caratteristici i rilievi ecocardiografici sia mono che bidimensionali, oltre a poter valutare versamenti pleurici e pericardici anche evidenziare ipertrofia del setto e della parete posteriore sinistra, con indici di contrattilità spesso aumentati, dilatazione atriale sinistra e indice Ao/AS diminuito.
L’esame doppler spettrale e quello a codice di colore sono strumenti utili per identificare la presenza di un rigurgito mitralico o per valutare l’ostruzione del tratto d’efflusso del ventricolo sinistro.

TERAPIA

Per migliorare il riempimento del ventricolo sinistro e la performance cardiaca dei gatti affetti da cardiomiopatia ipertrofica sono state utilizzate due classi di farmaci, i β-bloccanti ed i calcio-antagonisti, entrambi somministrabili per via orale.

Β-bloccanti adrenergici

®Propanololo: 0.5-2 mg/Kg ogni 8 ore

®Atenololo: 6.25-12.5 per gatto ogni 12 ore.

Cacio-antagonisti

®Diltiazem: 7.5mg PO ogni 8 ore / 30 mg PO ogni 12 ore / 45 mg PO ogni 24 ore a seconda della formulazione usata.

Si preferisce instaurare la terapia con il diltiazem e utilizzare atenalolo o il propanololo in un secondo momento.

PROGNOSI

La prognosi si basa generalmente sulle condizioni cliniche del paziente, sulla presenza degli aspetti ecocardiografici indicativi di un aumento della pressione intracardiaca e sulla risposta alla terapia.
I gatti asintomatici che presentano un ipertrofia di grado lieve o moderato e no presentano una dilatazione dell’atrio sinistro hanno di solito una prognosi a lungo termine favorevole.
I pazienti che presentano un ispessimento parietale e un ingrandimento atriale significativi sono maggior rischio per lo sviluppo dei segni clinici dell’insufficienza cardiaca.
I gatti sintomatici con segni clinici di insufficienza cardiaca hanno una prognosi meno favorevole.
Non è raro riscontrare morte improvvisa nei gatti affetti da cardiomiopatia ipertrofica.
Per questi aspetti una visita accurata e una diagnosi precoce possono allungare la sopravvivenza e la qualità di vita del vostro paziente.

Articolo a cura della Dott.ssa Daniela Ferrari, Clinica Veterinaria Borgarello

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