In poco tempo il Ministero dell’Agricoltura si era accorto che i due animali da compagnia non disponevano di tutte le carte in regola per poter soggiornare nel Paese e aveva posto un ultimatum che aveva costretto la coppia a tornare negli Stati Uniti. Ora l’attrice è sotto accusa per aver violato le leggi sulla biosicurezza del territorio e per falsificazione di documenti.

A incriminare la coppia di star erano stati gli scatti dei fotografi, poi diffusi su media e social network: i cani che comparivano nelle foto erano stati controllati dalle autorità risultando privi di documenti a norma necessari per la permanenza sull’isola. Prima del loro arrivo inoltre non avevano trascorso il periodo di quarantena previsto dalla legge australiana.

Una situazione, questa, intollerabile secondo il rigido ministro dell’agricoltura Barnaby Joyce, che aveva perciò deciso di prendere misure drastiche: se l’attrice statunitense, in Australia per fare visita al marito impegnato nelle riprese dell’ultimo film della saga “Pirati dei Caraibi”, non avesse allontanato Pistol e Boo dal continente, i suoi amici a quattro zampe sarebbero stati soppressi.

In seguito all’ultimatum la coppia aveva lasciato l’Australia insieme ai due Yorkshire Terrier, ma la legge non ammette ignoranza né sconti per i VIP. Nonostante le polemiche internazionali scatenate in merito alla decisione di Joyce, ora anche il procuratore generale del Commonwealth si è posto a tutela della fauna e della flora locali, emettendo un mandato di comparizione per Amber Heard, che dovrà presentarsi in un tribunale del Queensland a settembre.

Il ministro dell’agricoltura intanto si mostra compiaciuto del suo operato e impaziente in vista del processo: le due stelle del cinema davanti a un giudice saranno come tutti i comuni mortali.

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