Non mi sono mai trovato di fronte a un caso del genere”, commenta il dottor Francesco Pandolfi, referente del servizio veterinario dell’Usl Umbria 2 Foligno, punto di riferimento nei controlli territoriali quando richiesti da altri corpi di polizia, per verificare il benessere degli animali, in particolar modo quelli da compagnia, come i cani. Proprio su impulso della polizia veterinaria, la procura di Spoleto ha aperto un procedimento penale su una vicenda che ha scosso molti animi: quella dei 5 cani maltrattati e lanciati dalla finestra di una casa a Foligno. Tutto è iniziato con la denuncia per maltrattamento di animali, uccisione e simulazione di reato, da parte dell’associazione animalista di Foligno “Il grande sogno” tramite l’avvocato Annalisa Campagnacci. Presto anche altre associazioni animaliste potrebbero seguire la stessa strada, presentando esposti analoghi.


Cani decapitati e lanciati dalla finestra, associazione denuncia il caso


I fatti

Dopo aver sentito “guaiti strazianti e un forte trambusto” a aver visto un cucciolo di cane volare dalla finestra di un condominio nel centro storico di Foligno, un testimone e alcuni vicini di casa hanno lanciato l’allarme a carabinieri e polizia municipale. Poco dopo, sulla traversa del centro, è intervenuto anche un operatore della polizia veterinaria che ha prelevato le carcasse delle povere bestie. “Inizialmente – spiega il dottor Pandolfi – vedendo i corpi in fila a ridosso del muro della città abbiamo pensato ad un “avvertimento”. Poi siamo stati informati del fatto che la Municipale, per permettere il passaggio sulla strada, aveva spostato i 5 corpi dei cani morti, dal centro della via ai margini“.

Le lesioni

Il cane adulto e i 5 cuccioli di poco più di 10 giorni presentavano “lesioni omogenee alla testa, non sembravano avere lesioni interne“. Ad uno dei cuccioli mancava inoltre la testa. “Successivamente abbiamo inviato le carcasse all’Istituto zooprofilattico – continua il referente dell’Uls Umbria 2–  per effettuare gli accertamenti del caso grazie alla necroscopia degli animali. La cagna aveva il microchip, quindi siamo risaliti facilmente al proprietario. Ora è tutto in mano alla Procura”.

Denunciare il reato

Parlando di maltrattamento vero e proprio, sono moltpeplici gli aspetti in cui l’animale è un oggetto. “Basti pensare al combattimento con i cani, alle scommesse –  continua il dottor Pandolfi – reato penale collegato al maltrattamento. Poi ci sono i casi in cui il cane è oggetto soggetto delle pulsioni dell’uomo, come nel caso di situazioni in cui vengono rilevate percosse e violenza sugli animali. Dietro a questi comportamenti c’è un problema di natura psichiatrica“. Quando si è difronte ad un possibile maltrattamento, che cosa si può fare?  “Servirebbe una maggiore collaborazione da parte dei cittadini. Davanti a situazioni di maltrattamento di animali ci sono possibilità di prevenzione importante, ma come Asl dobbiamo essere messi nella condizioni di arrivarci”. La notizia di reato può provenire, su iniziativa e segnalazione, di qualsiasi soggetto, il quale può rivolgersi direttamente all’autorità (tramite denuncia presso qualunque ufficio di polizia giudiziaria: carabinieri, polizia di Stato, corpo forestale, ecc.), tenuta ad intervenire in ordine a un reato a danno degli animali, ovvero avvalendosi delle associazioni animaliste o di enti riconosciuti. “Possiamo intervenire sulla base di segnalazioni da parte dei cittadini,  che non deve essere strettamente scritta, ma è necessario che ne veniamo a conoscenza”.

L’immagine è generica e non si riferisce al caso specifico
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