Una locusta sul braccio di James, una rana nella sfida tra Honduras e Stati Uniti, un uccellino in Confederations Cup. Sembra manchino solo i due liocorni.

Se ne sta lì, fermo, vicino alla bandierina. Si guarda intorno. Dov’è il pallone? Perché il gioco è fermo? Niente da fare, nessuno si muove, l’arbitro non dà il via. Champions League, si gioca Besiktas-Bayern Monaco. È appena cominciata la ripresa, ci sarebbe un secondo tempo tutto da vivere. Ma il pallone non arriva, e lui non può battere il calcio d’angolo. Forse perché è un gatto. Che alla fine, stanco di aspettare, decide di andarsene.

Quella di ieri è solo l’ultima invasione animale nel calcio. Sarà l’erba soffice, tutto quel prato libero e lungo e bello. Oppure sarà il pallone stesso, quella voglia di acchiappare qualcosa che scappa via. Curioso come, nel corso della stessa stagione, anche nell’altra competizione europea un animale sia entrato in campo. Si giocava Vardar-Rosenborg. Dal nulla, un cane appare in mezzo al campo. E si ferma lì, ad annusare il terreno. Filip Gacevski, portiere del Vardar, non sapendo cosa fare si avvicina all’animale. Il resto è storia, magia, la scena più pucciosa di tutte le competizioni europee. Solo occhi a cuoricino.

Non solo cani e gatti, però. Succede spesso, anche nei campi di Serie A, di vedere piccioni che si appostano in una zona di campo, per poi volare via appena arriva il pallone. In Inghilterra non poteva di certo mancare l’invasione dello scoiattolo: 21 dicembre 2013, David Nugent del Leicester si trova a rincorrerne uno durante una partita contro il QPR. Storie di ordinaria magia.

Le altre invasioni di campo animali e un infortunio incredibile

E ancora: nel 2017 un uccellino ha deciso di scendere in campo per la Confederatiosn Cup; una rana, invece, ha preso parte nel 2011 al match tra Honduras e Stati Uniti; come dimenticare, infine, la locusta che si è posata su James Rodriguez in occasione del mondiale in Brasile: la sua Colombia è sotto di 2-0 contro il Brasile, lui batte il calcio di rigore che accorcia lo svantaggio. Le telecamere inquadrano il numero 10 e l’insetto sul suo braccio. 

Gli invasori più convinti, comunque, restano i cani. Che a volte sono anche troppo irruenti: 1969, in campo ci sono Colchester-Brentford. E un cane. Il pallone gira, l’animale lo rincorre, si vede che ha voglia di giocare. Alla fine, un difensore decide saggiamente di appoggiare la sfera a Chic Brodie, portiere del Brentford. Il cane, però, invece di fermarsi punta dritto verso di lui e lo colpisce al ginocchio. Il risultato? Lesione ai legamenti del ginocchio e carriera finita.

Infine, un cane vittoriano

C’è chi è andato ancora più indietro nel tempo e ha raccolto forse una delle prime invasioni di campo animali nel mondo del calcio. L’episodio è raccontato all’interno del libro “Pionieri del Football – Storie di calcio vittoriano” di Simone Cola. Birmingham Senior Cup, 1888: West Bromwich Albion e Aston Villa a giocarsi il trofeo, che alla fine venne vinto dagli ospiti per 3-2. Durante la partita, un terrier bianco entrò sul terreno di gioco e cominciò a rincorrere il pallone.

John Burton, difensore dei Villans, provò senza successo a portarlo fuori. Il cane ogni volta rientrava: voleva giocare, a lui la panchina stava stretta. Alla fine, dopo aver ricevuto un calcio accidentale da un difensore del West Bromwich, l’animale decise finalmente di abbandonare il campo. Nel frattempo, però, aveva già dato vita alla giostra delle invasioni di campo degli animali. Da allora è passato più di un secolo. Nella sfida tra Bestiktas e Bayern Monaco è andata in onda l’ultima puntata: The cat is on the pitch. To be continued.

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