Cani e gatti sono diventati da tempo i nostri animali preferiti e sono milioni gli italiani che ospitano un amico a quattro zampe nella loro casa. Non stupisce dunque che siano innumerevoli i film e i libri che periodicamente li raccontano. Il fatto è che la relazione con questi esseri domestici, (e gli umani ne sono ormai consapevoli) ha davvero qualcosa di speciale; prenderci cura di loro ci rende migliori e attiva risorse, anche comunicative, a volte a noi sconosciute.

Il piccolo miracolo avviene perché questi compagni di vita non ci chiedono di essere belli, giovani, ricchi e di successo, ma perché, semplicemente, ci accettano così come siamo.

Ecco dunque spiegate le ragioni che hanno spinto Maria Teresa Carbone, giornalista e autrice a scrivere “111 cani e le loro strane storie” (Emons), un libro che racconta quanto, da sempre, l’alleanza con i cani sia stata importante per gli essere umani. E quanto questi animali, che ci accompagnano  da decine di migliaia di anni nella buona e nella cattiva sorte, siano stati e siano importanti nell’evoluzione dell’uomo. “Sembra infatti”, sottolinea in proposito Maria Teresa Carbone “che una delle ragioni per cui l’homo sapiens prevalse sul Neanderthal sia stata proprio la sua alleanza con i cani, un’alleanza che è continuata nei secoli ad ogni latitudine.”

111 cani ha la  particolarità di ricordare questa storia antica attraverso i loro ritratti, reali o di fantasia, e  ci aiuta a comprendere quanto questi anuimali siano stati importanti per tutti i loro padroni, misantropi o no, bambini, adulti o anziani. E ad amarli ancora di più. Maria Teresa Carbone ha raccolto le loro storie più belle dalla mitologia ai  giorni d’oggi: cani famosi e cani comuni,  “dalla A di Abuwtiyuw (cane vissuto nell’antico Egitto, il primo di cui conosciamo il nome) alla Z di Zinneke Pis, l’equivalente a quattro zampe del Manneken Pis di Bruxelles” e, attraverso le loro “strane storie” ci regala ” una gamma dei mille volti che può assumere il loro rapporto con gli esseri umani”. Eroici o pigri che siano, noi umani siamo portati a considerare che i cani siano spesso migliori degli umani e che ai nostri amici a quattro zampe “manchi solo la parola”.  In questo libro ce l’hanno.
 
 
Perché un altro libro sui cani?
Di libri sui cani, in effetti, ce ne sono tantissimi, certo di più rispetto a quelli sulle lucertole. Ma con tutto il rispetto e la simpatia per le lucertole, i cani hanno con gli umani un rapporto molto più stretto da un tempo molto più lungo. Sembra infatti che una delle ragioni per cui l’homo sapiens prevalse sul Neanderthal sia stata la sua alleanza con i cani, un’alleanza che è continuata nei secoli ad ogni latitudine. I cani si sono adattati alla vita con gli umani, assumendo man mano le forme e le dimensioni più diverse (la specie più “variegata” di tutte!).

E in certa misura gli umani si sono adattati ai cani – o se preferiamo una visione meno gentile, hanno capito quanto erano preziosi per loro e hanno fatto in modo da averli sempre vicini come guardiani delle loro case, compagni di caccia o di battaglia, aiutanti sul lavoro, amici nella buona e nella cattiva sorte. È una storia antica, che non è ancora finita e che adesso si arricchisce di nuove sfumature, perché noi umani stiamo cominciando a comprendere quanto possa essere importante una relazione, anche quando non si basa sulla parola. Ma dato che di parole noi ci nutriamo e viviamo, non è affatto sorprendente che sui cani escano sempre nuovi libri. In mancanza della coda, è uno dei modi migliori che abbiamo a disposizione per esprimere la nostra gratitudine.

Come sono state scelte le 111 storie?
“111 storie di cani possono sembrare davvero molte, ma quando ho cominciato a organizzare i materiali per il libro, mi sono resa conto che avrei dovuto operare una selezione severa. Per non fare discriminazioni, avevo deciso fin dall’inizio di non includere nella raccolta i cani che ho conosciuto e amato – neppure Cleo e Lilli, che hanno accompagnato, prima l’una poi l’altra, quasi trent’anni della mia vita. Tenendo conto della struttura del libro, dove le immagini (scelte con grande sensibilità da Valentina Manchia) hanno un ruolo fondamentale, ho pensato a una sorta di galleria di cani memorabili, indipendentemente dal fatto che fossero davvero esistiti: la linea di separazione fra finzione e verità è sempre incerta, a maggior ragione quando si parla di esseri a cui abbiamo prestato voce noi stessi. Sui primi nomi non ci sono state esitazioni: come si può scrivere un libro su 111 cani celebri senza includere Argo e Snoopy, Laika e Rin Tin Tin? Subito dopo, però, di fronte alle liste chilometriche di famous dogs su Wikipedia, sono cominciati i dubbi e ho capito che avrei dovuto rinunciare all’esaustività, anche perché – diciamola tutta – molte storie di cani, soprattutto quelle dei cani fedelissimi, si ripetono come fotocopie.

Così ho preferito puntare su racconti singolari e divertenti e sono stata aiutata da alcune persone care, che si sono appassionate alla mia caccia e mi hanno fornito materiali sufficienti per riempire una intera enciclopedia canina. Sicuramente le assenze sono numerose, ma dalla A di Abuwtiyuw (cane vissuto nell’antico Egitto, il primo di cui conosciamo il nome) alla Z di Zinneke Pis, l’equivalente a quattro zampe del Manneken Pis di Bruxelles, ho cercato di fornire una gamma dei mille volti che può assumere il rapporto fra cani e umani.

Sono milioni le famiglie italiane che hanno in casa un cane o un gatto. Le ragioni di queste amicizie speciali?
La compagnia di un cane o di un gatto è davvero qualcosa di speciale. Da un lato siamo consapevoli che con quell’essere (di solito) peloso e dotato di coda non comunicheremo mai pienamente come avviene, o dovrebbe avvenire, con un altro essere umano; dall’altro proprio questa differenza ci attira, ci costringe – quasi sempre in modo piacevole – ad attivare delle risorse di cui magari non siamo del tutto consapevoli, a scoprire nuovi modi di prenderci cura di qualcuno, e pure di noi stessi. I riti su cui si scandisce la nostra vita con i cani e i gatti – dalla somministrazione del cibo alla passeggiata mattutina e serale – sono prove di un impegno che a volte può essere faticoso, ma che ci sottrae alle logiche nelle quali siamo immersi: il successo, la competitività, il merito. Un cane o un gatto non ci chiedono di essere brillanti e spiritosi, belli e giovani, intelligenti e affermati. Ci chiedono semplicemente di essere, di esserci. Per questo sentiamo tanti umani ripetere il vecchio ritornello: “Molto meglio loro…”. Ma non è vero. O per lo meno, è probabile che cani e gatti non sarebbero d’accordo: a loro, per quanto possa apparire strano, andiamo bene come siamo. Al punto che anche noi, con loro, dimentichiamo meriti e successi, e li troviamo meravigliosi anche quando sono vecchi, spelacchiati, malandati. Sarebbe una lezione da imparare e da applicare anche agli umani che ci stanno vicino…

Maria Teresa Carbone
111 Cani e le loro strane storie
Emons
Pagg 240 , euro 14,95
 
 
 
 

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