Quella tra esseri umani e cani è un’amicizia millenaria: basta uno sguardo reciproco per scatenare in entrambi il rilascio di ossitocina, l’ormone “dell’amore”, proprio come accade quando a guardarsi negli occhi sono madre e figlio. Allo stesso tempo, se indichiamo qualcosa al nostro cane allungando il braccio e magari il dito indice (pointing), Fido risponde al gesto. E sfruttandolo trova quello che stavamo puntando: né lupi né scimpanzé fanno lo stesso.

Ma cosa condividiamo, oltre a una comunicazione così “ben oliata”? Un cane può avere la stessa personalità del padrone?

La risposta è sì, secondo uno studio dell’Università di Vienna che ha osservato la risposta allo stress di 132 proprietari di cani e dei loro animali. Misurando i livelli del cortisolo, l’ormone dello stress, i ricercatori hanno scoperto che nelle situazioni difficili i cani con padroni agitati sono altrettanto agitati, mentre quelli con padroni che gestiscono bene lo stress rispondono meglio agli imprevisti. Più scarsa è la variabilità del cortisolo in un cane, meno sarà in grado di fronteggiare le situazioni disagevoli.

La biologa

esperta di comportamento animale Iris Schöberl e i suoi colleghi hanno iniziato chiedendo ai proprietari dei cani di compilare un questionario, nel quale dovevano descrivere il proprio carattere e quello del loro cane, oltre alla propria attitudine nei suoi confronti. In base alle risposte li hanno divisi in cinque gruppi: persone coscienziose, nevrotiche, estroverse, gradevoli e dalla mentalità aperta.

Nella seconda fase dell’esperimento le coppie cane-padrone dovevano cimentarsi in situazioni stressanti, ad esempio camminare insieme su delle grate o su superfici poco stabili. Ed è in queste circostanze che i ricercatori hanno misurato i livelli del cortisolo, scoprendo che andavano di pari passo: i partecipanti più affidabili avevano accanto cani con un’alta variabilità nell’ormone, padroni della situazione, mentre viceversa i più agitati avevano cani altrettanto a disagio nel posare le zampe su appoggi traballanti e fastidiose grate. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Plos One.

Per essere sicuri che i cani non stessero rispondendo alla calma o all’agitazione del padrone, ma che si trattava davvero di personalità, gli scienziati hanno considerato la media dei livelli giornalieri dell’ormone e non solo la misurazione presa nella situazione di stress. D’altronde vivere insieme ha il suo peso: il carattere del padrone e il tempo trascorso con il suo cane possono plasmarne la personalità, insieme alla fitta rete di segnali e sguardi di cui è fatta la comunicazione reciproca.

Per sorriderci sopra, ricordiamo quanto scriveva dei cani e delle loro somiglianze con i padroni l’etologo e premio Nobel Konrad Lorenz nel suo libro ‘E l’uomo incontrò il cane’, già nel 1949: “I cani di mia moglie sono sempre estremamente puliti e hanno uno spiccato senso dell’ordine: evitano di loro iniziativa le pozzanghere e si muovono sui più piccoli viottoli, fra aiuole di fiori e ortaggi, senza mai calpestare niente. I miei, al contrario, si rotolano per principio in ogni pozza che trovano e portano in casa un sudiciume indescrivibile: insomma, tra i nostri cani ci sono le stesse diversità che fra me e mia moglie […] Secondo me, l’avere un cane che presenta caratteri simili a quelli del padrone è prova di un certo equilibrio psichico di quest’ultimo, direi quasi di una certa soddisfazione di sé. Anzi, un rapporto come quello che si forma fra cane e padrone in questi casi ha come premessa che entrambi siano contenti di sé”.

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