“I cani fiutano odori, noi scaviamo”: nelle parole di un soccorritore, tutto il senso di una fondamentale presenza e di una preziosa collaborazione in circostanze estreme. Sono i #cani da valanga o cani del soccorso alpino, angeli della montagna che salvano vite umane ad alta quota quando la natura, che fa solo il suo corso, colpisce l’uomo.

Così, i quattro zampe che fanno parte delle unità cinofile del Centro nazionale soccorso alpino e speleologico proprio in questi giorni hanno dato un supporto in alcuni casi decisivo, nelle operazioni di di scavo che ancora continuano nel luogo dove sorgeva l’hotel Rigopiano a Farindola in provincia di Pescara, che non c’è più, completamente travolto e sommerso da una valanga mercoledì scorso.

Grazie a questi eroi a quattro zampe, due persone sono state estratte vive. In tutto i soccorritori hanno estratto vive 9 persone, ma ci sono 5 vittime e 23 dispersi. Questi cani da salvataggio sono specializzati a lavorare sia in valanga che in superficie nei boschi, per non parlare delle lunghe piste seguite come cani molecolari che hanno risolto numerosi casi di scomparse.

Cerca! L’incitamento che motiva il cane da valanga

Cerca! Con questo incitamento comincia il ‘lavoro’ dei cani da valanga, lavoro che per loro è un gioco, al pari di quello dei cani da macerie che tanto sono stati decisivi in questi mesi negli scenari sismici di Amatrice e delle Marche. Sono per lo più pastori tedeschi, border collie, golden retriever, pastori belghi, schnauzer perché più dotati in quanto a olfatto e predisposizione al gioco.

I cani fiutano gli odori, poi vigili del fuoco e soccorritori scavano Così è accaduto all’#hotel rigopiano: “Dal 19 gennaio stiamo lavorando in condizioni difficili nella ricerca di superstiti nella zona dell’hotel Rigopiano. I cani spesso fiutano odori, ma dobbiamo scavare per 4,5 metri prima di arrivare al terreno”, ha sottolineato Matteo Gasparini responsabile del soccorso alpino della Valdossola impegnato presso il resort travolto dalla valanga.

Capaci di fiutare odori fino a 5 metri di profondità

I cani da valanga lavorano attraverso il fiuto, dote innata ma che viene addestrata. La difficoltà per loro è passare da luoghi naturali a edifici e macerie perché la valanga, ed è proprio il caso di Rigopiano, travolge e sommerge ogni cosa. I più abili riescono a sentire la presenza umana anche sotto uno strato di 5 metri di neve.

“I cani hanno portato i soccorritori subito verso i due uomini estratti vivi – ha raccontato Walter Milan del Cnsas – subito nei primissimi momenti quando le nostre squadre hanno raggiunto il fronte della valanga. E poi anche per i cani è abbastanza difficile operare vista la specificità di questa valanga che è metà neve metà reperti e parti di edificio. Comunque i cani sono ausili preziosi per indirizzare poi i sondaggi organizzati da parte dell’uomo”.

Soccorritori in valanga a quattro zampe, mai improvvisati

Nessun cane si improvvisa soccorritore e ‘human detector’ in valanga, neanche quello con più spiccate doti di gioco. Questi cani operativi 365 giorni l’anno, vanno a scuola: quella del Centro nazionale soccorso alpino e speleologico è operativa dal 1966.

L’addestramento comincia da cuccioli già a dieci settimane, circa un anno di lezioni per conseguire il brevetto, quindi diventano operativi. Il servizio a seconda della salute e condizioni del cane, può andare da 5 a 10 anni. Professionisti del salvataggio ad alta quota, indispensabili e fondamentali più di qualsiasi tecnologia, i cani lo diventano a tutti gli effetti quando hanno recepito gli elementi fondamentali del training: il gioco, l’agility, l’addestramento del fiuto, la socializzazione e il basilare rapporto con il conduttore che implica l’obbedienza tanto più in situazioni estreme e di pericolo. Il rinforzo positivo, gratificazioni ricevute nel recepire i comandi, fa il resto.

Più alte sono le difficoltà, più alta sarà la preparazione del cane. Tra gioco amicizia e feeling con il conduttore, salvano vite umane.

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#unità cinofile socorso alpino

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