Del povero «Nano», un volpino di dieci anni, sono rimaste le ossa e qualche brandello di pelo rossiccio sparso qua e la. «L’hanno scuoiato a morsi», riflette angosciato Marino Nicolotto, il suo padrone, una guardia ittico venatoria della Riserva del Tesso. Il cane era assicurato con una catena a norma di legge e si trovava all’interno della sua cuccia, quando è stato attaccato. Dai lupi, pare. Forse due o tre esemplari che, dai boschi, sono scesi in località Case Favero di Coassolo.  

L’AGGRESSIONE  

«Hanno spostato la sua cuccia di quasi due metri», continua Nicolotto. Che avverte: «Il giorno prima, ad una ventina di metri, avevo ritrovato i resti di un capriolo. Che siano dei lupi mi sembra non ci siano dubbi». «Anche perché sul territorio non mi vengono segnalati cani randagi», riflette Franco Musso, il sindaco di Coassolo. Ora toccherà ai veterinari dell’Asl To4 capire quanti erano e a che branco possano appartenere.  

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«Sulle montagne del Torinese c’è qualche esemplare in più rispetto ai sette branchi e alle due nuove coppie censite nel periodo 2014-2015, in tutto saranno una cinquantina di capi», aveva calcolato Francesca Marucco, responsabile scientifica del progetto europeo LifeWolfAlps. Invece per la Cia – Confederazione degli agricoltori italiani – nel territorio torinese ci sarebbero 17 branchi, per un totale di almeno 100 esemplari, senza contare gli animali in dispersione.  

IL CENSIMENTO  

Nel dettaglio: due branchi in Val Pellice, Val Germanasca e Valli Orco e Soana, tre branchi in Val Chisone e Valli di Lanzo, cinque branchi in Val Susa. «Le predazioni di lupo su cani sono già note, come documentato nell’Appennino e in Svezia – fanno sapere i responsabili di Life WolfAlps – rientrano nelle dinamiche di conflitti tra individui della stessa specie, quali sono cani e lupi». Ancora: «Si invitano i residenti a non alimentare né lasciare mai cibo a disposizione dei selvatici, che in tal modo potrebbero abituarsi a frequentare gli insediamenti umani».  

«Bisogna monitorare i branchi, capire gli spostamenti», spiega l’assessore all’Agricoltura della Regione, Giorgio Ferrero. Che ribadisce: «Il nuovo piano di controllo governativo prevede i controlli selettivi come “extrema ratio”. Ma per chi vive in campagna e montagna forse non è ancora abbastanza».  

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