Ferito e legato ogni giorno a un blocco di calcestruzzo nel giardino dei suoi precedenti proprietari, Goldie non aveva la possibilità di scappare dalla sua casa in Ungheria. Così ha fatto l’unica cosa possibile: abbaiare per chiedere aiuto

I vicini inizialmente avevano ignorato i lamenti del cane, ma dopo aver visto le sue pessime condizioni di salute, con un corpo così magro che si riuscivano a vedere anche le ossa, «abbiamo capito che il quattrozampe ci stava disperatamente chiedendo di essere salvato».  

Hanno contattato l’organizzazione no profit «Chain of Hope», ma il primo tentativo di salvataggio non è andato a buon fine. Il veterinario di Goldie non aveva riscontrato nessun segno di abuso contro il quattrozampe, così è stato riportato ai suoi proprietari. Ma dopo quattro mesi si è ripresentata la stessa situazione: i vicini sono nuovamente intervenuti e questa volta «è stato finalmente portato via da quella casa», dicono.  

Kate Quigley, a capo dell’organizzazione no profit Chain of Hope, durante i controlli nell’abitazione in cui viveva il cucciolo, racconta di aver ripetutamente trovato il cane legato a blocchi di calcestruzzo senza cibo né acqua. «Dopo aver segnalato gli abusi, il controllo animale ha finalmente fatto il suo lavoro – dice Quigley – il cane non tornerà mai più in quella casa». Oggi è infatti pronto ad una nuova adozione: «E’ molto gioioso e giocherellone – aggiunge – aspetta solo una nuova famiglia che si prenda cura di lui». Goldie nel frattempo ha anche cambiato nome: i volontari da qualche giorno l’hanno chiamato Preston. 

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