Dall’addetto stampa dell’Associazione per la Valorizzazione Turistica di San Rocco di Camogli riceviamo e pubblichiamo 

Premio Internazionale fedeltà del cane

Patrocinato da: Comune di Camogli

Ideato da don Carlo Giacobbe e Giacinto Crescini nel 1962

57ª edizione – 2018

San Rocco di Camogli 16 agosto

Descrizione degli episodi di Fedeltà e Bontà premiati nel corso della manifestazione, e presentazione dei vincitori del concorso per le scuole “Un Cane per Amico”

PREMI FEDELTA’ ITALIANI

ANDURIL E TAKODA, pastori svizzeri bianchi, rispettivamente zio e nipote di 7 e 4 anni, svolgono preziosa attività di pet therapy con pazienti affetti da malattie neuromuscolari al Centro Clinico NeMO di Arenzano

“ConFido: quattro zampe in corsia” è il primo progetto scientifico di “Terapia Assistita” con il cane. Nato da un’idea di Mondovicino Outlet Village, che da anni affianca la Fondazione Vialli e Mauro Onlus, impegnata nel sostegno alla ricerca sulla Sla, il progetto si realizza al Centro Clinico NeMO di Arenzano, in sinergia con ASSeA Onlus. La presenza dei cani motiva fortemente la persona affetta da malattia neuromuscolare, facendo sì che l’attenzione si sposti dal limite imposto dalla malattia al divertimento dell’attività sviluppata e il risultato è un miglioramento dello stato psicofisico del paziente con un’importante diminuzione degli stati d’ansia. I cani incoraggiano i malati, sollecitandoli all’interazione, al gioco, all’offerta di compagnia e soprattutto di comprensione e non di giudizio. Anduril e Takoda sono dei professionisti; uniti nella vita, in quanto zio e nipote, e nel lavoro. Sono loro, infatti, ad affiancare, impegnandosi al massimo, gli specialisti del Centro Clinico NeMO di Arenzano durante la fisioterapia e la riabilitazione dei pazienti affetti da malattie neuromuscolari. Sono cani con delle competenze particolari, predisposti per carattere a fare quello per cui vengono addestrati; sono fino in fondo cani che sanno voler bene e lo dimostrano con sguardi, dolcezza, comprensione e il donarsi senza riserve ai malati spronandoli a dare il meglio di sé, sempre nel rispetto dei loro tempi. Energia e complicità fanno sì che ogni rapporto tra Anduril e Takoda e il paziente diventi unico. Per comprendere tutto questo basterà ascoltare la voce di uno di loro che afferma: “in quest’ora esistiamo solo io e lui (il cane) e l’ora vola…Non penso alla malattia”

Manuela Vignolo, dott.ssa responsabile del progetto  “ConFido: quattro zampe in corsia”-  Centro Cinico NeMO di Arenzano

Clotilde Trinchero, medico veterinario, etologa, presidente di ASSeA-Onlus e padrona di Takoda. Rossella Davia,  padrona di Anduril

Anduril e Takoda

CHERIE, yorkshire di 7 anni, con il suo abbaiare ha svegliato la padrona salvandola dall’incendio che stava divampando nell’abitazione

Una cagnolina minuta, dal nome che ispira infinita dolcezza, si è rivelata capace di una grande impresa. A lei deve la vita la padrona Clara, che si commuove nel ritornare indietro di un anno a quella notte di paura.  Clara era sola in casa, il marito si era fermato in Piemonte, anche la figlia non era rientrata, fortunatamente! Nel cuore della notte, un corto circuito originatosi proprio dalla sua camera, aveva fatto scaturire un incendio che lentamente si stava propagando all’intera abitazione. Clara continuava a dormire mentre le fiamme, nelle altre stanze, stavano distruggendo ogni cosa, mobili, lampadari, elettrodomestici. Cherie inizia ad abbaiare disperatamente e ringhia con insistenza fino a svegliare la padrona. Sebbene stordita, Clara, intorno alle 7 della mattina, riesce con fatica ad alzarsi e ad aprire la porta della stanza. Attraversa il corridoio già invaso dal fumo e dalle fiamme per raggiungere il balcone e gridare aiuto.  Immediato l’intervento di due squadre dei vigili del fuoco che porteranno in salvo Clara, aiutandola a scendere con una scala dal balcone. Nel frattempo Cherie, terrorizzata, si era rifugiata nella stanza della padrona e solo dopo molti tentativi di richiamo era arrivata da lei quasi strisciando. Una gioia nuovamente interrotta dal panico, quando Clara costretta a mettere a terra Cherie, la vede sparire nel fumo. Disperata, per non avere la certezza che anche la cagnolina sarà messa in salvo, Clara si rifiuta di scendere fintanto che un ciuffo di pelo biondo renderà riconoscibile quella che sembrava essere una palla e che in realtà era lei, Cherie, tutta raggomitolata. Clara è stata ricoverata all’Ospedale San Paolo per intossicazione da fumo. Un’esperienza terribile, vissuta e superata insieme da Clara e Cherie, una “coppia” felice e inseparabile.

Clara Daugelli, Albisola Capo (Savona)

Cherie

CIKO, pastore tedesco di 5 anni, ha rinvenuto un buon quantitativo di eroina molto ben occultata

Ciko (GF 3891) è un cane ausiliario cinofilo antidroga in servizio presso la Squadra Cinofili del Nopi (Nucleo Operativo Pronto Impiego) di Genova. Viene impiegato in attività giornaliera per il contrasto allo spaccio e all’illecita detenzione di sostanze stupefacenti presso tutta la circoscrizione territoriale di Genova e Provincia. Ciko, nell’ambito di un servizio di controllo economico del territorio, si è particolarmente distinto per il rinvenimento di 2,2 Kg di eroina, abilmente occultati all’interno dello sportello di un’autovettura, consentendo così l’arresto del responsabile.

Ciko sarà accompagnato dal conduttore a.d. Finanziere scelto cinofilo Danilo Sepe e dall’istruttore cinofilo Maresciallo Capo Corrado Di Pietro, del Nucleo Operativo Pronto Impiego di Genova. Guardia di Finanza, Nucleo Operativo Pronto Impiego, Genova

Ciko

DINGO, pastore belga malinois di anni 10, dà il suo importante contributo nella lotta all’uso del veleno, a difesa degli altri cani, degli animali in genere e a tutela della salute dell’intera popolazione

Ogni anno in Italia muoiono avvelenati centinaia di animali selvatici, tra cui animali rari e protetti come l’orso o il lupo e diverse specie di rapaci tra le quali il grifone, il nibbio reale, oltre a migliaia di animali domestici. Ma i numeri da soli, corrispondenti ai casi denunciati e registrati, non rivelano la reale entità del problema, la gravità di una strage silenziosa. Un boccone avvelenato può innescare un’inarrestabile catena di morte. Le sostanze tossiche in esso contenute, mescolate a carne o a vari alimenti appetibili, attirano il cane e altri animali e, una volta ingeriti, non lasciano scampo. Ma anche le carcasse degli animali morti risultano tossiche; così come il veleno contenuto nei bocconi, diffondendosi nell’ambiente, va ad inquinare il terreno, le acque o ancor peggio, potenzialmente, entra in diretto contatto con la popolazione, bambini in particolare.

Il progetto ”Life Nature Antidoto” è stato pioniere nella formazione dei primi cani antiveleno in Italia ed ha tutt’ora il suo felice seguito in “Life Natura Pluto”, progetto che ha permesso la creazione, da parte del Corpo Forestale dello Stato ora Carabinieri Forestali, 6 Nca (Nuclei Cinofili Antiveleno) operanti in 11 regioni italiane. Il primo a muoversi in tale direzione è stato il Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.  Ogni nucleo, composto da un conduttore e due cani, svolge ispezioni periodiche nelle aree più a rischio e ispezioni d’urgenza per bonificare il territorio. 13 sono in totale i conduttori e 22 i cani, appartenenti alle razze pastore belga malinois, labrador, pastore tedesco. Una volta trovato un boccone avvelenato, il cane si siede accanto ad esso e lo segnala al conduttore. Olfatto straordinario, spiccata attitudine alla ricerca e al gioco, addestramento continuo e indissolubile legame con il conduttore: questi i fattori che rendono il cane insostituibile nella lotta all’uso del veleno. E ancora una volta insostituibile alleato dell’uomo.

Accompagnano Dingo, la sua conduttrice, Brigadiere Capo Alessandra Mango e l’Appuntato Scelto Luca Festuccia Nca Abruzzo – Reparto Carabinieri Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga

Dingo

HARLEY, barboncino nano di 3 anni, grazie al suo istinto, ha salvato due pecorelle

Harley è un barboncino nano, di ottimo carattere e di grande empatia verso tutti, uomini e non solo. La sua tenerezza ha colpito Sara fin dal giorno in cui l’ha conosciuto. Harley se ne stava in disparte, in un angolo della cucciolata, ma una volta preso tra le braccia, si è addormentato, e in quell’istante Sara ha capito che non era più lei a scegliere il cucciolo, era il cucciolo che aveva già scelto lei. Tenero, ma anche curioso e caparbio, come dimostrerà il fatto accaduto la scorsa estate durante una gita a La Thuile. Lungo il percorso di risalita delle cascate del Ruitor per raggiungere l’omonimo ghiacciaio, Sara e Massimo notano un repentino cambiamento d’umore del cagnolino, che inizia ad agitarsi e ad abbaiare. La sua curiosità è nota ai padroni, ma l’insistenza di Harley nel puntare al di là di un muretto di pietre che costeggiavano il sentiero, tirando il guinzaglio con tutte le sue forze, porta i padroni ad avvicinarsi fino a scorgere due pecorelle sdraiate. L’impressione, data la loro immobilità, è che fossero abituate ai turisti, ma l’agitazione di Harley induce Sara a prestare più attenzione. Ciascuna delle due pecore aveva le zampe anteriori e posteriori bloccate da legacci talmente stretti da impedire il minimo movimento. Che cosa fare di fronte alla sofferenza delle due creature, una delle quali continuava ad alzare la testa come a chiedere aiuto, se non chiamare in soccorso la Guardia Forestale. La guardia, arrivata insieme alla polizia locale, esamina la situazione e decide di non liberare ancora le pecore per appostarsi e scovare eventuali bracconieri. La sera stessa il Forestale comunicherà che era stato il proprietario a legarle dopo averle nascoste.      Quest’esperienza ha colpito molto Sara e Massimo, ha dato prova della solidarietà di Harley verso le altre creature e ha rafforzato la convinzione che gli animali parlino tra loro perché così hanno fatto le due pecorelle e Harley, loro salvatore e custode.

Sara Confalonieri  e Massimo Gianotti, Buccinasco (Milano)

Harley

JACK SPARROW, labrador di 4 anni, in forza alla Polizia svolge azione preventiva a tutela della sicurezza pubblica. Affetto da leishmania, la stessa Polizia si è presa cura di lui, garantendone così la guarigione e il completo recupero.

Jack, labrador color miele, scorpione ascendente leone, arruolato in Polizia nel gennaio 2017, a giugno viene assegnato alla Squadra Cinofili di Genova, dopo l’addestramento che lo ha portato ad essere un Atf (Alcohol, Tobacco, Firearms). Specializzato nella ricerca di sostanze esplodenti e armi da fuoco, Jack, con la sua azione preventiva, protegge la sicurezza di personaggi di rilievo e quella di tutti noi. Dopo soli 4 mesi la sua “carriera” viene interrotta. La positività di Jack al test della leishmania, malattia altamente invalidante, ha messo la Polizia di fronte ad una situazione non facile. Due le soluzioni possibili: riformarlo per poi darlo in affidamento o tentare, dopo le cure, un duro percorso riabilitativo. La Polizia ha scelto la strada più impegnativa. Due mesi di cure, anche parecchio costose, insieme alle attenzioni della maggior parte dei componenti della squadra, e i parametri di Jack sono rientrati nella normalità (la titolazione è scesa da 1:1280 a 1:180). Grazie all’evoluzione positiva del quadro clinico e alle buone condizioni di salute, il cane verrà riammesso al normale servizio operativo. Raramente una struttura pubblica compie una scelta di questo tipo. Gli sforzi della Squadra, del suo Sovrintendente in particolare, che fin dall’inizio si è prodigato, anche superando i vari ostacoli burocratici, affinché tutto questo si realizzasse, sono stati premiati. “Jack lo meritava”, affermano, “saranno stati i suoi occhi, la struttura imponente, il carattere giocoso e burbero, ma qualcosa ci ha convinti che bisognava lottare con Lui e per Lui”. Insieme la Squadra Cinofili e Jack hanno vinto una piccola grande battaglia.  E soprattutto la Polizia ha offerto una testimonianza di grande senso etico, ha dimostrato di non abbandonare nessuno, tanto meno i più deboli.

Un’unica storia e due premi: fedeltà a Jack Sparrow e bontà alla Polizia

Accompagnano Jack, il Sovrintendente Capo Alessandro Pilotto e il conduttore di Jack, l’Agente Scelto Francesco Piliego, Polizia di Stato, Squadra Cinofili, Genova

Jack Sparrow

MARGOT, pitbull di 5 anni, ha salvato le sue padroncine gemelle di soli 4 anni, perse nel bosco, proteggendole e scaldandole.

Basterà un attimo per cogliere nello sguardo di Margot tutta la dolcezza e l’intensità del legame con le sue padroncine e insieme la fierezza per aver messo a loro disposizione le sue doti migliori, l’affettività e il forte istinto di protezione. In una notte di angoscia, un intero paese ha avuto conferma di ciò e ne rende testimonianza. Siamo nel borgo montano di Stella a Tarcento (Udine), intorno alle 18,30 del 24 aprile scorso, quando una mamma, Sara, intenta a preparare la cena, si accorge che le sue due gemelline, Adele ed Elisabetta, di soli 4 anni, sono scomparse dall’area recintata del giardino, dove erano solite giocare con i cani Stella e Margot. Terribile l’angoscia per i genitori e l’ipotesi di quello che poteva essere successo va in ogni direzione. Si mette in moto una gigantesca, prontissima macchina delle ricerche: quasi 500 uomini tra forze dell’ordine, volontari del Soccorso Alpino, della protezione civile e tantissimi cittadini friulani. Sarà una corsa contro il tempo, in una zona boschiva molto selvaggia, tra tigli, rovi, grotte e crepacci.

Ma dopo 6 ore di ansia e paura, il lieto fine: una vocina nel buio del bosco risponde ai richiami di un gruppo di 3 volontari che aveva ribattuto una zona già perlustrata da altri, dicendo “siamo qui!”. Le torce illuminano i volti delle piccole e di Margot, che corre incontro ai soccorritori leccandoli festosamente, per tornare all’istante al fianco delle padroncine. Urli di gioia comunicano il ritrovamento e la commozione coglie di sorpresa tutti, vedendo le piccole in salute e neanche tanto spaventate. Hanno percorso circa 3 km dalla loro casa, per sentieri poco battuti e pericolosi, fino ad arrivare al bosco, dove vinte dalla stanchezza, si sono addormentate. Con loro l’inseparabile Margot, le ha vegliate, protette e scaldate per 6 interminabili ore. L’Italia intera, che ha temuto per la sorte delle gemelline, si stringe con gioia alla famiglia e applaude con forza l’eroica Margot.

“Che dire”, scrive uno dei ragazzi che le hanno ritrovate, “una storia da raccontare ai propri figli, nipoti e pronipoti”.

Alex Micco con Sara, Adele ed Elisabetta, Tarcento (Udine)

Margot

MARTINO, meticcio di 5 anni, ha salvato il padrone scivolato in un fosso, privo di sensi, correndo in cerca di aiuto

Una storia e due cuori che battono all’unisono. Quando uno dei due è in pericolo, l’altro, in questo caso Martino, sa qual è il suo ruolo e lo porta a termine senza riserve. Sarà lo stesso Massimo, 82enne, a raccontare questo “miracolo”. In una giornata un po’ piovosa di fine novembre, Massimo si reca con l’auto al cimitero. Terminata la visita, a pomeriggio inoltrato, decide di fare una passeggiata insieme a Martino e s’incammina verso un ex convento.  Lungo la via scivola finendo in un fosso laterale e lì, dopo aver sentito i guaiti del cane, rimarrà privo di sensi. Quella via cieca, quasi sempre deserta, Martino troverà il coraggio, dopo aver a lungo abbaiato, di ripercorrerla a ritroso, correndo verso casa. Così lo troverà il figlio di un’amica di famiglia, che preoccupata per l’assenza da almeno 3 ore di Massimo, aveva mandato lui, Alessandro, a cercarlo. In prossimità del cimitero, Alessandro avvista da distante il cane correre nella sua direzione a tutta velocità. Scende dall’auto e capisce subito che è successo qualcosa. Martino abbaia e correndo avanti e indietro gli salta addosso, stringendogli la mano tra i denti come a dirgli “seguimi”.  Alessandro risalirà in macchina e Martino, sulla strada, gli farà da guida fino a portarlo dal padrone. Lì Alessandro si precipiterà a soccorrere Massimo, riuscendo a fatica a trascinarlo su dal fosso e a sistemarlo in auto. All’arrivo della guardia medica Massimo si era già ripreso.

Una pagina di vita che si risolverà per Massimo con 25 giorni di prognosi per la rottura di un polso, ma soprattutto con la consapevolezza di avere accanto a sé un angelo custode.

Massimo Merlini, Arezzo

Martino

OMIX, pastore tedesco di 9 anni, dell’Arma dei Carabinieri, ha rinvenuto armi, pistole automatiche, munizioni di diverso calibro e sostante esplodenti detenute e/o nascoste illegalmente.

Omix (ruolo 2039), “veterano” in forza ai carabinieri cinofili con la specializzazione nella ricerca di armi ed esplosivi, svolge attività istituzionale dal gennaio 2012 e principalmente nel territorio delle Regioni Liguria, Sicilia, Piemonte, Lombardia. Nelle varie operazioni di servizio, ha contribuito fattivamente al rinvenimento di armi e di sostanze esplodenti detenute illegalmente. Unitamente all’impiego nei consueti servizi di bonifica nelle località con presenza di Vip, ha prestato servizio in occasioni di eventi particolari, o ancora a presidio delle abitazioni di Magistrati antimafia nella città di Palermo. Grazie al carattere docile, al perfetto equilibrio e versatilità, Omix ha ricevuto attestati di stima dai colleghi e apprezzamenti da quanti, soprattutto bambini, hanno assistito alle dimostrazioni cinofile presso istituti scolastici e nelle feste patronali.

A Omix, che probabilmente, a causa dell’età, già dal prossimo anno sarà in pensione, va un meritato “premio alla carriera”.

Accompagnano Omix il Maresciallo Maggiore Roberto Gambaudo e il conduttore di Omix, l’Appuntato Marco De Francesco del Nucleo CC Cinofili di Villanova d’Albenga Arma dei Carabinieri, Nucleo Cinofili, Villanova d’Albenga (Sv)

Omix

OZZY, cane fantasia di 9 anni, ha vegliato per ore la sua padrona, fedele fino alla fine

Una storia particolare con diverse sfaccettature, ma un unico protagonista: l’amore. L’amore che non conosce confini, neanche quello della morte, l’amore che non chiede nulla in cambio.

Scheggia, questo il primo nome di un simpatico cagnolone che ha vegliato l’anziana padrona Teodolinda deceduta in casa. Così hanno trovato il fedele compagno cane, stretto al fianco dell’amata padrona, i militi della Croce Verde intervenuti dopo la richiesta di soccorso ai Vigili del Fuoco fatta dalla sorella, che non la sentiva da un’intera giornata. Sfondata la porta per entrare nell’appartamento, i pompieri si ritrovano con un cane agitatissimo intenzionato a difendere a qualunque costo la padrona dagli sconosciuti. Ma non appena i militi hanno iniziato a prestarle soccorso, il cane si è calmato e si è fatto da parte. Rimarrà in cucina per tutto il tempo che sarà necessario, dopodiché verrà riaccompagnato in stanza e a quel punto, secondo la commossa testimonianza degli stessi volontari, si avvicinerà alla padrona con straziante dolcezza e ricoprirà il suo corpo di leccate. Scheggia rimarrà in quella casa ancora un giorno e mezzo, in attesa che si compia per lui un piccolo miracolo. In tanti si sono interessati perché un legame così forte potesse avere un lieto fine. Ed ecco che Francesco, anche lui volontario della Croce Verde e il figlio, 12enne, Nicola, intenzionati, dopo la perdita del loro cane, ad adottarne uno del canile, colpiti dalla storia di Scheggia, si recano nella casa dov’era tenuto in stallo e tra loro è subito amore a prima vista. Scheggia, ribattezzato Ozzy, ha ritrovato il calore di una famiglia.

Nicola e Francesco Caruso, Lurate Caccivio (Como)

Ozzy

REBECCA, amstaff (american staffordshire terrier) di 2 anni, a solo un mese dalla sua adozione, è scappata dopo essere stata investita da un furgone. Tre giorni e 20 km, ma alla fine ha  ritrovato da sola la sua casa

Arriva da Palermo Rebecca insieme alle padroncine Giorgia e Vera con Giusy e Andrea. La sua storia sembra avere inizio il giorno in cui una sua foto postata su facebook dalla padrona fa il giro del web: oltre 500 le condivisioni in pochi giorni e molti di più i rilanci del post dalla catena di amici e dai volontari di associazioni animaliste. In realtà Rebecca ha un vissuto di abbandono, di amore negato, comune nella realtà palermitana a tanti cani della sua razza, prima usati per i combattimenti clandestini e poi lasciati al loro destino di cani randagi. Rebecca aveva un anno quando, nel suo vagare intorno all’ospedale Cervello, ha trovato Andrea, medico. I dubbi di Andrea legati al pregiudizio sull’aggressività della razza sono stati vinti dal desiderio di portarsela a casa e Rebecca ha fatto di più. Ha dimostrato di essere un cane dolcissimo, tutto permette alle padroncine che segue sempre e ovunque come una brava babysitter. Dopo solo un mese di convivenza, Rebecca, uscendo dalla macchina, corre in mezzo alla strada e viene investita da un furgone. Il forte rumore dell’impatto fa pensare al peggio, ma lei sembra illesa e spaventatissima scompare. La zona dell’incidente è in un quartiere dove Rebecca non era mai stata con i padroni, distante 15/20 km dalla sua casa. In preda alla disperazione Giusy e Andrea setacciano tutti i quartieri vicini, pensando anche all’ipotesi di una verosimile emorragia interna che l’avrebbe portata alla morte.

Grande mobilitazione nelle ricerche, il popolo dei social, le associazioni animaliste, i consiglieri di circoscrizione, tante le segnalazioni e i padroni in corsa a cercarla tra i quartieri indicati. L’intero litorale è stato battuto palmo a palmo senza risultati e quando le speranze sembravano assopite, ecco che dopo 3 giorni di peregrinazione alla fine Rebecca ce l’ha fatta a tornare e con le sue sole forze.  Una mattina, aperta la porta di casa, Rebecca era lì, come il più bello dei regali.

Andrea Affronti con Giusy, Giorgia e Vera, Palermo

Rebecca

RUDY, meticcio di circa 2 anni, ha salvato un uomo svenuto a terra, colto da malore mentre faceva footing.

Eroismo, amore dato e amore negato. Tutto troviamo nella storia che vede Rudy protagonista e vincitore. Abbandonato a neanche un anno di vita, viene trovato dai volontari; è un esserino di appena 5 kg e con un’importante infezione in corso. Superata la fase di recupero, in attesa di adozione, il cane viene dato in stallo ad una famiglia di pensionati che aveva già due cani. Il canile di Prato fa in internet appello di adozione ed ecco la svolta. Aperta quella pagina, Riccardo, che non aveva mai avuto un cane tutto suo e si sentiva pronto per tale esperienza, s’innamora all’istante di Rudy. L’attesa di conoscere quel cane lo rende impaziente e prestissimo i volontari lo porteranno da lui. Tra i due nasce un’amicizia spontanea, fatta di intese e di giochi. Già la sera dopo la prima visita Riccardo è stato chiamato dal canile che gli comunicava l’evidente cambiamento del cane e la mattina seguente Rudy avrà una casa. Dopo 7 mesi di convivenza, tra giochi e passeggiate, proprio durante una di queste, Rudy ha salvato un uomo. Si è diretto al cancello chiuso dei giardini pubblici, tra l’altro interdetti ai cani e grugnendo ripetutamente ha tirato con forza il guinzaglio, puntando in una precisa direzione. Allora Riccardo scorge tra l’erba non ancora tagliata del giardino, praticamente deserto in quella piovosa domenica mattina, un qualcosa che sembrava un cumulo di vestiti gettati a terra e invece, fatti 10 metri, si accorge che lì distesa c’era una persona. Immediata la richiesta di intervento al 118, provvidenziale il sopraggiungere di un cardiologo che presterà un primo soccorso e l’uomo, colpito da infarto, ricoverato all’ospedale, si salverà. Ecco perché Rudy è protagonista e vincitore: nonostante il suo vissuto di abbandono, è riuscito di nuovo ad aprirsi all’amore ed è andato oltre salvando la vita a un uomo che neanche è il suo padrone.

Riccardo Berti, Prato

Rudy

TOBIA, chihuahua di 3 anni, ha svegliato i figli del suo padrone, vittima di una crisi diabetica, salvandogli la vita

Un cagnolino così piccolo ha saputo dimostrare di possedere un grande cuore e una perfetta intelligenza. Il fatto è recentissimo, come testimoniano i suoi padroni. Una mamma, un papà, 3 figli e lui, Tobia, talmente piccolo e adorato come un “quarto figlio” a cui è permesso di dormire nel lettone. La mamma, infermiera, fa sovente i turni di notte; il figlio maggiore ha una stanza a sé, mentre la ragazzina di 14 anni e il piccolo di 10 ne condividono un’altra. In una di quelle notti in cui Sara era di servizio in ospedale, il marito si sente male. Enrico soffre di diabete, ma una cosa del genere non era mai successa. Vittima di una crisi ipoglicemica, senza rendersene conto, scivola nell’incoscienza. Tutto si ricomporrà al suo risveglio nel vedere intorno al letto moglie, figli, soccorritori e Tobia. E’ stato lui a salvarlo! Avvertendo il malessere del padrone, ha lasciato la stanza per recarsi sull’uscio di quella della ragazzina, e lì è rimasto immobile fintanto che non è riuscito a svegliarla. Preoccupata per l’insolito comportamento del cane, ha raggiunto la camera del padre e la situazione è diventata chiara e allarmante. Il padre era privo di sensi e al suo fianco Tobia, che la fissava negli occhi. Lei non ha perso la lucidità; ha composto il 118 dando indicazioni al fratellino su cosa dire all’operatore, mentre lei si precipitava da una vicina a chiedere aiuto.

Una macchina di soccorso perfetta, ma senza Tobia… Chi addestra cani sa bene che il loro olfatto è infinitamente superiore al nostro e che annusando quotidianamente la nostra chimica, un cane ha sempre la situazione sotto controllo, e questo, in base all’intelligenza e alla sensibilità di cui è dotato, gli consente di avvertire eventuali anomalie. Senza saperlo, Tobia, solo per istinto, si è comportato come un cane addestrato. Forse veramente i chihuahua discendono dai teltechi, che pare parlassero con le divinità, in ogni caso, Tobia ha compiuto il suo “miracolo”.

Cristina ed Enrico Orlandini, La Spezia

Tobia

TRAPPE, labrador di 2 anni, si offre con generosità alla sua padrona, aiutandola ad affrontare e a superare insieme il momento molto delicato della sua malattia.

Trappe è arrivato nella vita di Stefania e di Giorgio dopo la perdita dell’amatissimo labrador Ozzy. Riaprirsi a un nuovo amore, che non ha la pretesa di far dimenticare o sostituire il precedente, porterà Stefania e Giorgio a condividere la propria vita con un altro labrador, Trappe. Stefania ricomincerà a frequentare il centro cinofilo Skadog, iniziando con Trappe varie attività tra cui la pet therapy, il riporto, il clicker training. Il loro legame diventa sempre più forte e ben presto il cucciolo avrà un compito ancora più importante, una missione che dimostrerà di portare a termine in maniera impeccabile. Per la sua giovane padrona inizia un periodo davvero difficile. Deve subire un’operazione, sottoporsi a chemioterapia e successivamente a un altro intervento più importante. Trappe inizierà subito a monitorare Stefania 24 ore su 24, senza mai separarsi da lei e tutto in un contesto di incredibile delicatezza nonostante i suoi 33 Kg. Nel proseguimento della terapia, Trappe diventerà la cura più importante per la sua padrona, tanto da essere soprannominato dalla stessa “dottor Pinella”. Nei primi mesi dopo l’intervento, Stefania ha limitazioni nei movimenti, con particolari problemi nel muovere le braccia e Trappe si rivela anche un assistente insostituibile. Apprenderà rapidamente come aiutarla a cambiare i vestiti, sfilandole golf, pantaloni, calzini, oltre a caricare persino la lavatrice, chiudendo oblò e sportello. Un aiuto concreto e un orologio nell’alternare con lei riposi e brevi passeggiate, sempre al suo fianco e con i suoi tempi.                                                          Ecco la grandezza di questo labrador nero, racchiusa nella sua missione: riuscire, giorno per giorno, a fra riemergere una forza che Stefania non pensava più le appartenesse. Per questo Stefania, con orgoglio, afferma: “ha fatto cose straordinarie per me in questi 2 anni… mi sento la persona più fortunata ad averlo con me”.

Stefania Tesoro, Genova

Trappe

EPISODI  DI FEDELTA’ ESTERI

NANOOK, il cane guida che soccorre le persone in difficoltà

Amelia Milling, giovane amante della montagna, ha avuto, durante un’escursione, due brutte avventure, complicate dall’handicap della sordità con cui convive. In Alaska la ragazza è scivolata con la bicicletta lungo il fianco di una montagna per 180 metri. Smarrita e dolorante, un cane le ha prestato soccorso; un grosso cane bianco con al collo una medaglietta che lo identificava come cane guida. L’ha aiutata a risalire la montagna e a ritrovare la strada per l’accampamento. Il mattino seguente, al risveglio, il cane era ancora lì. I due diventeranno compagni di un nuovo viaggio. Arrivati però ad un fiume ghiacciato, Amelia, nel tentativo di attraversarlo, è caduta. L’acqua gelida la stava paralizzando, bloccandole il respiro, ma il cane l’ha afferrata per le bretelle dello zaino e l’ha portata in salvo. Nanook, diceva la medaglietta, “cane guida”. E’ stato quindi rintracciato il proprietario, il quale ha dichiarato che Nanook aveva già compiuto un gesto simile, salvando, due anni prima, una bambina caduta anch’essa nel fiume.

Nanook (proprietario, Scott Swift),   Girdwood- Alaska

PREMI  BONTA’

PIERA BOCCACCIO, ha adottato tre levrieri provenienti dall’Irlanda e collabora attivamente con il Gaci in difesa dei levrieri.

“Null’altro faccio se non aderire a qualcosa che sento dal cuore, che è semplice umanità e desiderio di intervenire in nome dell’amore e del rispetto per ciò che ci circonda”. Così Piera racchiude il racconto di se stessa e del suo incontro con il mondo dei levrieri. Quattro anni fa, l’idea di adottare un cane e la conoscenza tramite il web di un’associazione di volontariato, il Gaci, che si occupa della sorte sfortunata di una particolare razza di cani, i levrieri, ha coinvolto Piera a tal punto da entrare in una storia triste e al tempo stesso appassionante, la storia di Katrina, Darril e Mollie. Piera adotterà Katrina e successivamente Darril e Mollie, ma il suo impegno va ben oltre. Entrare nelle storie, quelle dei suoi 3 levrieri, simili a tantissime altre, significa per Piera cercare di cambiarle. Questo il suo intento, facendosi portavoce di una realtà che pochi conoscono.

I levrieri sono tra i cani più maltrattati al mondo. I Greyhounds (levrieri inglesi), particolarmente adatti alla corsa in quanto capaci di raggiungere una velocità di 70 Km orari in 10 minuti, vengono impiegati in Inghilterra e Irlanda per gareggiare nei cinodromi; i Galgos (levrieri spagnoli), utilizzati per le battute di caccia alla lepre, sono considerati pure macchine da divertimento.

In Irlanda (30mila i cani allevati ogni anno) quando il cane si fa male o diventa troppo lento, può essere legalmente soppresso per 20 euro. In Spagna è ancora peggio, un orrore di abbandoni e maltrattamenti. Il Gaci (Greyhound Adopt Center Italy) il più grande centro europeo di adozione levrieri con sede a Modena, è un’associazione di volontariato che dal 2002 si occupa della “disgraziata” sorte dei levrieri, divulgando in Italia questa realtà e promuovendo le adozioni di questi cani. Sono cani abituati ad interagire solo con altri cani, cani che non hanno mai visto una casa, che non sanno camminare su un pavimento liscio, che hanno subito traumi fisici e psicologici, che non sono stati reputati belli o bravi, ma sono anche cani dotati di intelligenza fine e d’incredibile sensibilità, cani che una volta entrati in famiglia, si trasformano in perfetti divi. Certo un levriero non è per tutti, bisogna capirlo e meritarselo. Per questo il Gaci se ne prende cura dall’inizio alla fine: ogni mese una trentina di cani viene trasportata dall’Irlanda e dalla Spagna in Italia, dove le adozioni sono già state programmate per dare ai levrieri il futuro che meritano, una nuova vita, una dignità.

Piera Boccaccio con Katrina, Darril e Mollie, Genova

Piera Boccaccio

RIFUGIO SHERWOOD-NOI RANDAGI Onlus, hanno accolto, curato, alternandosi a turno, Martin per lungo tempo. Lo hanno salvato due volte, insieme alla persona che lo ha adottato

La storia di Martin è la storia di un cucciolo messo duramente alla prova dal destino per ben due volte e salvo grazie alla tenacia di persone speciali. Martin arriva a Genova, al Rifugio Sherwood, dopo la richiesta di aiuto da parte di volontari pugliesi (associazione ”Randagiando in Spinazzola”), per diversi cuccioli randagi in difficoltà a causa dell’eccezionale ondata di gelo. E’ accolto, con Samba, Blues, Nina e Billy, dai volontari ”Noi Randagi” al Rifugio Sherwood. Billy e Martin, i più piccoli e debilitati, contraggono la parvovirosi e il fratellino di Martin morirà quasi subito. La forma di gastroenterite che ha colpito i cuccioli di soli 3 mesi, è tra le più aggressive.

Martin lotterà per sopravvivere e ci riuscirà perché non sarà mai lasciato solo, neanche per un istante. Tre settimane di cure intensive, di instancabile assistenza giorno e notte da parte dei volontari, di piena disponibilità del veterinario che collabora col Rifugio, un susseguirsi di flebo e trasfusioni e Martin, a poco a poco, si riprenderà. Nel frattempo un incontro segnerà la sua storia. Massimiliano, sopraggiunto al Rifugio, conosce il cucciolo e ne resta affascinato. Ne nasce una bellissima amicizia. I due trascorreranno tante giornate insieme nel box riscaldato, fino alla completa guarigione di Martin. E dopo un mese e mezzo, l’attesa adozione. Il legame si fa sempre più forte, ma tanta felicità sarà bruscamente interrotta. A causa di un improvviso rumore Martin sfugge dalle mani del padrone e correndo all’impazzata si immette in Corso Europa, una delle strade più trafficate di Genova e la percorre sulla corsia degli autobus in contromano. Scatta la richiesta di aiuto e ancora una volta i volontari del Rifugio interverranno in prima linea. Moltissimi di loro si portano in zona, organizzano turni di ricerche, giorno e notte, allertano giornali, radio, tv, social, distribuiscono volantini. E la città risponde con una grande mobilitazione. Tre giorni e tre notti di angoscia per un padrone che non ha mai abbandonato la speranza, supportato da tutti coloro che hanno condiviso le sue angosce e l’impegno nelle ricerche. E alla fine, una grande gioia collettiva, diffusa da telefoni, pc, chat, con un unico annuncio: ”Martin è stato ritrovato!”

Marcella Rossi, titolare del Rifugio Sherwood

Angela Tonelli e Patrizia Bozzo, in rappresentanza dei volontari di “Noi Randagi”

Massimiliano Penso, padrone di Martin

Riccardo Ghinetti, medico veterinario da Genova

Martin con Massimiliano Penso

IVAN SCHMIDT, istruttore cinofilo, non ha esitato a gettarsi in acqua per salvare un cane a rischio annegamento nel fiume a Pontedecimo (Genova)

Questo fatto accaduto lo scorso gennaio testimonia un forte senso etico, di rispetto e di amore verso i cani da parte di un uomo che li conosce bene, essendo istruttore cinofilo. Appena uscito in strada, quel giorno, Ivan ha avvertito un verso simile a quello di un neonato. Questa la scena vissuta da alcuni passanti: Pontedecimo, il fiume, dei lamenti provenienti da sotto il ponte, un animale in difficoltà e il sopraggiungere di un uomo che prontamente si getta in acqua per salvarlo. Il simil pitbull si trovava con le zampe posteriori immerse nell’acqua, mentre con le unghie delle anteriori cercava disperatamente di aggrapparsi alla terra. Bastava pochissimo e la corrente, molto forte in quel punto, avrebbe potuto trascinarlo spingendolo verso la cascata. In un battibaleno il dog trainer si fa accompagnare da un altro cittadino in macchina fino al primo punto accessibile e scendendo dal muraglione, si tuffa in acqua. Riesce ad afferrare il cane, che però scivola dalla sua stretta e viene inghiottito da un vortice di corrente. Ivan fortunatamente recupera la presa. Il cane, spaventatissimo, capisce che di Ivan può fidarsi e si lascia prendere in braccio da lui. Così insieme guadagnano la riva, ma la risalita dal fiume lungo il muraglione è troppo dura per entrambi. Sarà quindi necessario l’intervento dei pompieri che, con scala e funi, riusciranno a issare a livello strada il cane e il suo salvatore

Ivan Schmidt, Genova

Ivan Schmidt

VIGILI DEL FUOCO DEL COMANDO DI GENOVA, DISTACCAMENTO DI CHIAVARI, hanno salvato, dopo un intervento di 2 ore in sinergia con il Nucleo Sommozzatori di Genova, un cane che ha rischiato di annegare nel fiume Entella

Il cane, un setter irlandese da caccia rischia di annegare nel fiume Entella. Il suo salvataggio riporta il sorriso sui volti di tutti coloro che vi hanno contribuito. Il fatto risale allo scorso dicembre quando alcuni passanti notano l’animale in difficoltà. Alla richiesta di soccorso i vigili del fuoco di Chiavari rispondono prontamente. Giunti sul posto, all’altezza di Cogorno, individuano il cane in mezzo al fiume, tra l’altro in piena, come normalmente in quel periodo. Il cane aveva tentato di guadare il fiume, ma non riuscendoci, si era fermato al centro. Da lì, però, sparirà nel giro di pochi minuti e sarà impossibile recuperare le sue tracce. La situazione con un fiume in piena e una fitta vegetazione di canneti, richiedono un intervento complesso. Per questo il caposquadra, coordinatore responsabile delle operazioni di soccorso, decide di chiamare in azione il nucleo sommozzatori di Genova. Le due squadre opereranno in piena sinergia, i vigili continuando le ricerche lungo entrambe le sponde del fiume e i sommozzatori perlustrando il fondo palmo a palmo.  Dopo 2 ore di impegnative e minuziose ricerche, senza mai perdere la speranza di ritrovarlo, sarà proprio il caposquadra con due colleghi ad individuarlo. Raggiunto il cane, vicino alla sponda, lo afferrano e lo aiutano a risalire. Il cane stremato, in ipotermia, viene avvolto nelle coperte e riscaldato nel mezzo di soccorso dei suoi salvatori.

Mario Stagnaro, Caposquadra VVF Chiavari, attualmente Capo Stazione dei VV.F. di Sarzana

VVF Chiavari

POLIZIA DI STATO – SQUADRA CINOFILI – GENOVA. Jack Sparrow , labrador di 4 anni, in forza alla Polizia svolge azione preventiva a tutela della sicurezza pubblica. Affetto da leishmania, la stessa Polizia si è presa cura di lui, garantendone così la guarigione e il completo recupero.

Jack, labrador color miele, scorpione ascendente leone, arruolato in Polizia nel gennaio 2017, a giugno viene assegnato alla Squadra Cinofili di Genova, dopo l’addestramento che lo ha portato ad essere un Atf (Alcohol, Tobacco, Firearms). Specializzato nella ricerca di sostanze esplodenti e armi da fuoco, Jack, con la sua azione preventiva, protegge la sicurezza di personaggi di rilievo e quella di tutti noi. Dopo soli 4 mesi la sua “carriera” viene interrotta. La positività di Jack al test della leishmania, malattia altamente invalidante, ha messo la Polizia di fronte ad una situazione non facile. Due le soluzioni possibili: riformarlo per poi darlo in affidamento o tentare, dopo le cure, un duro percorso riabilitativo. La Polizia ha scelto la strada più impegnativa. Due mesi di cure, anche parecchio costose, insieme alle attenzioni della maggior parte dei componenti della squadra, e i parametri di Jack sono rientrati nella normalità (la titolazione è scesa da 1:1280 a 1:180). Grazie all’evoluzione positiva del quadro clinico e alle buone condizioni di salute, il cane verrà riammesso al normale servizio operativo. Raramente una struttura pubblica compie una scelta di questo tipo. Gli sforzi della Squadra, del suo Sovrintendente in particolare, che fin dall’inizio si è prodigato, anche superando i vari ostacoli burocratici, affinché tutto questo si realizzasse, sono stati premiati. “Jack lo meritava”, affermano, “saranno stati i suoi occhi, la struttura imponente, il carattere giocoso e burbero, ma qualcosa ci ha convinti che bisognava lottare con Lui e per Lui”. Insieme la Squadra Cinofili e Jack hanno vinto una piccola grande battaglia.  E soprattutto la Polizia ha offerto una testimonianza di grande senso etico, ha dimostrato di non abbandonare nessuno, tanto meno i più deboli.

Polizia con Jack Spaarrow

MENZIONE

SHIVA, collie blue merle maschio di 10 anni, ha segnalato con il suo abbaiare e la sua agitazione che la padrona, caduta a terra, era svenuta.

Un bellissimo esemplare di collie e una toccante testimonianza dell’empatia tra il cane e la sua famiglia umana. A raccontarla è Liza, che al suo ritorno da scuola, trova una situazione insolita. Su indicazione del padre, Liza parcheggiata l’auto nell’area fuoristante l’abitazione, entra in cortile e vede la mamma, lunga a terra sotto l’albero, il padre muto con il telefono in mano e il cane Shiva molto agitato. Che cos’era accaduto? La madre, come d’abitudine, all’ora dell’uscita da scuola della figlia, era andata ad aprire il cancello, ma rientrando è inciampata e non riuscendo a trovare appigli, è caduta a terra ed è svenuta. Shiva, unico testimone, si è precipitato in casa dal padre per avvertirlo. Era davvero disperato, entrava e usciva di casa, si accovacciava accanto a lei per poi rialzarsi e così fino all’arrivo dei soccorritori del 118.  Marisa, trasportata d’urgenza all’ospedale di Vercelli, è stata dimessa la sera stessa. Ad attenderla, al centro del cortile e digiuno, perché si era rifiutato di cenare, certo che la sua “nonna” sarebbe ritornata, un “muso” rivolto verso il cancello, l’amato Shiva. Un nome importante, il suo, il nome di un dio indiano, distruttore dell’ignoranza e creatore della saggezza.

Liza Binelli, Vercelli

Shiva

CONCORSO “UN CANE PER AMICO”

Riservato  agli  alunni  delle  scuole  primarie  e  secondarie  di  primo  grado della Città Metropolitana di  Genova e del comune di Sarmato (Piacenza).

Per il 12mo anno consecutivo, grazie alla collaborazione del Comune di Camogli, è stato bandito il Concorso «Un Cane per Amico» riservato agli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado della Città Metropolitana di Genova e, a partire dal 2016, del Comune di Sarmato.

Il concorso che si prefigge di stimolare la creatività dei ragazzi e di incoraggiare il rapporto che lega i giovani ai loro amici a quattro zampe, prevede la presentazione di disegni, componimenti e poesie da parte dei ragazzi.

La giuria del concorso, costituita da Giovanna Cerruti Schiaffino, Titti Schellembrid e Rosangela Crescini (per l’Associazione per la Valorizzazione Turistica di San Rocco di Camogli), ha dichiarato vincitori:

PRIMO PREMIO

Disegno  realizzato da  MARTINELLI MADDALENA, Classe Quinta B  – CAMOGLI

con la seguente motivazione:

“Per l’appropriazione totale dello spazio grafico ed il sapiente uso del colore”

SECONDO PREMIO

Disegno realizzato da EVARISTI ALESSANDRA, Classe  Terza A – SARMATO

con la seguente motivazione:

“Per la freschezza dell’immagine ispirata dalla lettura del libro “Il cane della fattoria di Laura”

TERZO PREMIO, A PARI MERITO

Disegni realizzati da:

BANFI ADA, Classe  Terza B – CAMOGLI

con la seguente motivazione:

“Per il realismo della realizzazione grafica perfettamente inerente al tema”

e  LEVERONE NINA, Classe Seconda A  – CAMOGLI

con la seguente motivazione

“Per la forte cromaticità e la vivacità dell’immagine”

Ha anche assegnato un

PREMIO alla CLASSE QUARTA B – CAMOGLI

con la seguente motivazione:

“Per l’impegno complessivo nella realizzazione degli elaborati”

Sono state inoltre assegnate

due MENZIONI SPECIALI:

Disegni  realizzati da:

BOTTO TOMAS, Classe Quinta A  – CAMOGLI

con la seguente motivazione:

“Per  l’originalità dell’idea utilizzata”

e da MENAOUAR AHMED, Classe Prima A – SARMATO

con la seguente  motivazione:

“Per la freschezza dell’elaborato”

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