Martedì, 29 Marzo 2016 12:00
Rodenticida al confine fra due proprietà. Due cani su tre salvati in extremis dal veterinario. Il proprietario: esche non appetibili per cani.
Tre cani, Mafalda, Tupac e Sorcio, secondo la procura di Roma sono stati avvelenati. Se ne sono salvati due grazie alle immediate cure veterinarie e alla sorveglianza della proprietaria dopo la morte improvvisa del primo. Il sostituto procuratore ha chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio nei confronti di un settantenne che dovrà difendersi in un’aula del tribunale penale perché, secondo gli inquirenti, avrebbe introdotto nel giardino della vicina di casa,«alcune bustine di rodenticida di colore azzurro – recita il capo d’imputazione – al fine di farle ingerire ai cani della medesima, cagionava, senza necessità, lesioni al cane meticcio Tupac»
La vicenda risale al 2013, con l’improvviso decesso della cagnolina Mafalda per una emorragia interna. Successivamente, la proprietaria notava nella sua proprietà del veleno per topi mentre la grata che separa l’abitazione dalla proprietà confinante era sollevata. In quel punto si rinvenivano alcune bustine di veleno per topi, il cui impiego non sarebbe autorizzato nel territorio, collocato nella riserva naturale della Marcigliana, in provincia di Roma. In seguito a un diverbio fra i confinanti, il secondo presunto avvelenamento stavolta ai danni del cane Tupac che vomitava “sangue e succhi gastrici” aveva spiegato la donna.
Dopo la visita, il veterinario aveva diagnosticato un “quadro compatibile con avvelenamento da rodenticidi». E mentre Tupac veniva curato, anche il terzo cane accusava gli stessi sintomi e veniva salvato in extremis.
In aula il vicino si è difeso «Le esche le ho messe al confine ma la rete tra le due proprietà non è ben fissata. Quindi non escludo che i topi abbiano giocherellato con le esche facendole finire nel terreno della signora. Per quello che sapevo – ha continuato a spiegare l’uomo – le esche per topi di cui ho fatto uso non sono appetibili per animali domestici, l’unico che è morto è stato un riccio”. (fonte)
