Piernicola Pedicini 3 Eurodeputato M5sIl Commissario europeo alla salute ha affrontato la questione rispondendo sull’aggiornamento del piano per le TSE scaduto l’anno scorso.
A nome dell’Esecutivo UE Vytenis Andriukaitis ha annunciato che la Commissione ha chiesto all’EFSA una valutazione scientifica delle possibili origini dei casi segnalati in Francia, riconoscendo che “i casi di encefalopatia spongiforme bovina (BSE) classica manifestatisi successivamente al divieto di somministrazione dei mangimi sollevano quesiti quanto alla loro origine”. Di questa valutazione la Commissione terrà conto per  attuare il proprio piano per le TSE, pur restando valido, nel frattempo, il «Piano per le TSE 2a edizione».

Andriukaitis è intervenuto su sollecitazione dell’europarlamentare italiano Piernicola Pedicini che in una interrogazione chiedeva notizie sull’aggiornamento del Piano europeo per le TSE e sui rischi per i consumatori europei dopo la ricomparsa della BSE classica in Francia. Pedicini ha fatto notare che dal primo caso nella UE, è stato vietato l’uso di proteine animali nei mangimi animali nonchè introdotte misure di precauzione come il controllo post-mortem e la distruzione di tessuti a elevato rischio di infettività. Cionononostante, il  25 marzo scorso, nella regione francese delle Ardenne un capo bovino risultava positivo alla BSE.

Secondo il Commissario Andriukaitis “questi casi isolati non devono fare dimenticare che il divieto totale di somministrazione di mangimi è stato estremamente efficace ai fini dell’eliminazione dell’effetto di amplificazione causato dal riciclaggio del prione attraverso i mangimi, che è stato all’origine dell’epidemia di BSE negli anni 1980-1990. È possibile constatarlo se si tiene conto della drastica riduzione del numero di casi di BSE classica, che sono scesi da più di 2 000 casi all’anno nel 2001 e 2002, a solo 2 casi nel 2015”.  Nella sua risposta il Commissario europeo alla salute ha anche invitato a tenere presente che “la rimozione dalla catena alimentare degli organi di bovini in cui è riscontrato il grosso dell’infettività da BSE negli animali colpiti da BSE è prescritta per tutti i bovini macellati nell’UE. Questa misura di tutela della salute pubblica, combinata con il numero estremamente basso di casi di BSE rilevati nell’UE, consente di concludere che il rischio per la salute pubblica derivante dal consumo di prodotti di origine bovina è estremamente basso”.

Alla domanda dell’interrogante sulla partecipazione dell’Unione ai lavori dell’OIE,  che “rimane l’unico organismo abilitato a valutare il rischio geografico della encefalopatia spongiforme bovina, ruolo in precedenza svolto da EFSA”- Andriukaitis ha risposto che “esperti degli Stati membri partecipano a diversi organismi dell’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE), svolgendo un ruolo nella valutazione dei dossier presentati dai paesi membri dell’OIE richiedenti una certificazione ufficiale dello status di BSE”. Inoltre, essi “formulano raccomandazioni all’Assemblea mondiale dei delegati dell’OIE su tali certificazioni”.
Dal canto loro, gli Stati membri, in quanto paesi membri dell’OIE, “contribuiscono a tali lavori attraverso le posizioni comuni dell’UE, ed anche mediante l’adozione di certificazioni ufficiali dello status di BSE durante la sessione generale annuale dell’OIE”.

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