quelli che reggio calabria 229x240Bovino adulto impaurito per le vie cittadine. Altrettanto impaurita ed incredula la cittadinanza. Poi l’abbattimento da parte delle Forze dell’Ordine.

“Da tecnico ed in tali situazioni difficili, posso affermare che per l’animale non vi era altro destino possibile. Il primo pensiero va alla salvaguardia dell’incolumità e della salute pubblica”. E’ la conclusione del Presidente delll’Ordine dei Veterinari di Reggio Calabria- Rocco Salvatore Racco- dopo l’abbattimento di un bovino abbattuto dalle Forze dell’Ordine nelle strade di Reggio Calabria.

Il Presidente dell’Ordine di cittadino considera “inverosimile l’apparizione di un animale anonimo per le vie cittadine”,  in tempi “in cui gli animali della specie bovina sono – per Legge – identificati con piastrina auricolare, bolo endoruminale e inseriti in una Banca Dati Nazionale”.  Piuttosto, afferma Racco, la circostanza “ci fa pensare che le “vacche sacre” esistono anche in città e non solo nell’Aspromonte e che, conseguentemente, i controlli di Polizia Municipale, Polizia Provinciale, Sistema Sanitario Nazionale sono a maglie tanto larghe da lasciar gironzolare anonimamente per la città un bovino e non soltanto cani o gatti”.

Il fenomeno delle cosiddette ‘vacche sacre‘ in Calabria è annoso. A spiegarlo alla platea del Consiglio nazionale FNOVI di Varese, l’anno scorso a Varese, è stato il Procuratore Cafiero De Raho: Molte aziende zootecniche appartengono alla ‘ndrangheta. Procura, Prefettura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Polizia e Corpo Forestale hanno elaborato una strategia di contrasto sequestrando quei bovini che, apparte-
nendo alla criminalità, vengono lasciati pascolare liberamente sul territorio, anche sui terreni di privati e del demanio; distruggono le coltivazioni, le autovetture e rappresentano un pericolo pubblico per le strade. Ma nessuno li tocca. La vacca è ‘sacra’ per il fatto di appartenere alla ‘ndrangheta, spiegava De Raho: «va rispettata come il cane rispetta il padrone e ovunque vada nessuno la deve toccare».

E in frangenti come questi ” affiora anche il difetto di comunicazione tra le Istituzioni”- lamenta il Presidente dell’Ordine di Reggio Calabria- ricordando che la Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani ha da anni costituito un elenco nazionale di medici veterinari formati per le operazioni di tele- narcosi, nel quale figurano tre medici veterinari reggini.

Quanto sopra- aggiunge- ” avvalora la convinzione di una società e Istituzioni (non mi riferisco solo a quelle della provincia di Reggio Calabria) operanti a compartimenti stagni; in tempi in cui l’informatizzazione la fa da padrone, con innumerevoli programmi e banche dati, non riescono a dialogare tra di loro con i conseguenti disagi che la società è costretta ad accettare giornalmente”.
“Seguitiamo a sperare in un futuro migliore”- conclude Racco.

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Foto: strilli.it

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