Qualunque gatto, almeno una volta nella vita, ha lasciato come “regalino” sul pavimento una vomitata di pelo al proprio convivente bipede!. Molti lo considerano normale ed, in effetti, si tratta di una logica conseguenza di due fattori tipicamente felini: l’innata e quasi ossessiva tendenza alla pulizia personale (grooming) e una lingua munita di papille rilevate in grado di fungere da “rastrello” ad ogni passaggio sul mantello.

Normalmente il pelo transita senza problemi lungo il tratto digerente e lo si può ritrovare tal quale nelle feci senza che causi sgradevoli contrattempi. Altre volte è possibile rilevare la presenza di sangue vivo dovuta ad un’infiammazione della mucosa intestinale, colite di lieve entità, correlata proprio alla sua presenza.

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La formazione di veri e propri “boli” (palle) di pelo è dovuta sia ad un eccessiva quantità ingerita che ad un’alterata motilità a livello delle vie digerenti superiori. Nel primo caso viene superata la capacità dello stomaco di convogliare il pelo nel piccolo intestino: questo accade con maggior frequenza nei gatti a pelo lungo oppure in situazioni particolari in cui il felino tende a leccarsi più frequentemente come in corso di infestazioni da pulci, di malattie infiammatorie della pelle causanti prurito o in condizione di stress o dolore. Per quanto riguarda l’alterata motilità gastro-intestinale, questa può aumentare in presenza di patologie croniche (intolleranze alimentari, IBD) o qualora ci sia una crescente stimolazione del sistema nervoso simpatico, ad esempio per dolore cronico o stress. Esistono, all’opposto, situazioni di stasi intestinale che possono potenzialmente portare a formazione di boli: disidratazione, obesità o errori dietetici (carenza di fibre).

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Alla luce di quanto detto, è evidente che non sempre “vomitare palle di pelo” rientri nella normalità, ma può celare problemi sottostanti per cui è importante rivolgersi al veterinario. Esistono casi, per quanto rari, in cui i boli non possono essere espulsi attraverso il vomito e arrivano a creare gravi problemi, potenzialmente mortali. La prima eventualità si ha quando il pelo determina un’ostruzione intestinale parziale o totale: l’animale manifesta malessere, inappetenza, depressione del sensorio, apparente nausea e alla palpazione le anse intestinali prossimali al blocco risultano dilatate, talora si può percepire il bolo come vera e propria massa. Un secondo caso grave deriva da un eventuale intrappolamento del pelo a livello esofageo con rischio di esofagite e /o strozzamento. Un’ultima possibilità è il l’aspirazione del bolo rigurgitato a livello naso faringeo e il convogliamento nelle vie aeree superiori.

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Per ridurre la frequenza di accumulo indesiderato di pelo , si può ricorrere o a diete mirate a correggere disordini dell’apparato digerente, qualora ve ne siano, oppure a cibi studiati proprio per favorire una corretta motilità gastro-enterica, contenenti una percentuale di fibre insolubili superiore alla norma. Nei gatti più soggetti a vomitare boli, si consiglia poi una regolare spazzolatura che aiuta a rimuovere il pelo in eccesso e l’utilizzo, altrettanto costante, di prodotti lubrificanti ovvero le cosiddette “paste rimuovi pelo”. Solo nei casi patologici e sotto stretta prescrizione veterinaria si deve ricorrere, per periodi limitati, a farmaci in grado di favorire un corretto svuotamento gastrico e un coordinato movimento dell’apparato digerente (metoclopramide, cisapride o ranitidina).

A cura della dott.ssa Martina Chiapasco della Clinica Veterinaria Borgarello.

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