Mezzogiorno, 5 agosto 2015 – 10:33

Se legati dovranno avere uno spazio di movimento di almeno 30 metri. Ordinanza
in vigore da ieri: l’assessore Buonocore esulta. Multe fino a 500 euro per i trasgressori

I cani non potranno essere più legati e incatenati nei cortili o nei giardini nelle case. E, nel caso in cui gli animali dovranno essere incatenati per motivi anche di sicurezza, il proprietario sarà chiamato a garantire uno spazio di movimento di almeno 30 metri quadrati, l’attacco dovrà avere una lunghezza minima di 6 metri il cui terminale sarà fissato ad un cavo aereo della lunghezza di 5 metri. Non solo. Inoltre dovrà essere esteso ad un altezza di due metri per permettere al cane di muoversi senza restare impigliato nell’attacco stesso.

A Lecce il Comune pensa anche al benessere dei cani e il dirigente dell’Ufficio Ambiente, Fernando Bonocuore, ha firmato un’0rdinanza che prevede multe da 200 a 500 euro per chi non rispetta le regole. Andrea Guido, assessore all’Ambiente del Comune di Lecce, spiega: «Nel prendere questa decisione abbiamo pensato soprattutto a quei cittadini che tengono gli animali legati a lungo. Avere un cane è bello ma ognuno a casa propria deve fare in modo di metterlo in sicurezza e allo stesso tempo renderlo libero. Non voglio fare alcuna lotta ma rispettare la sensibilità di tutti. E’ chiaro che fuori casa bisognerà invece avere il guinzaglio».

Poi aggiunge: «La catena provoca gravi danni fisici e psichici e rappresenta un vero maltrattamento. Questa ordinanza è una svolta storica in Puglia, e di questo ne sono orgoglioso. Per ora solo alcuni comuni e regioni del nord avevano preso in considerazione l’argomento, mentre nel Mezzogiorno solo le amministrazioni regionali di Calabria e Basilicata avevano legiferato circa la lunghezza minima della catena da utilizzarsi».

Per Guido, dunque, i parametri indicati nell’ordinanza indurranno molti ad evitare di legare i cani con le catene. Prosegue: «Perché legare un cane alla catena equivale a privarlo della sua vita. Spesso si vedono cani di grossa taglia, con lo sguardo triste, perennemente legati ad una catena di ferro, sempre troppo corta per le loro esigenze. Come pensate si possa sentire un essere vivente sensibile come il cane impossibilitato a muoversi se non in un piccolo spazio vitale? Purtroppo non esiste una norma nazionale di riferimento, ed è questo il motivo per il quale abbiamo scelto la via dell’ordinanza comunale. Spesso da queste parti si pensa che i cani alla catena possano sostituire un buon antifurto, oppure vengono legati per evitare che scappino, che rovinino i fiori e le piante o che diano fastidio ai passanti». Conclude: «A volte, invece della catena, basterebbe recintare uno spazio del giardino che offra tutte le comodità al nostro amico a 4 zampe per poter sgambare in uno spazio tutto suo».

5 agosto 2015 | 10:33

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