“Nelle ultime 3 settimane la provincia di Benevento ha visto molteplici episodi di avvelenamento di cani randagi e di proprietà nonché di gatti e di riflesso altri animali selvatici: i paesi colpiti sono Montesarchio nella zona industriale, Cautano, Ponte e Campolattaro. Quest’ultimo già in passato tra l’altro fu protagonista di un avvelenamento di massa in cui perirono oltre 40 animali domestici e per i quali la Lega Nazionale per la difesa del cane sezione di San Giorgio del Sannio formalizzò una denuncia contro ignoti con la collaborazione dei cittadini impegnati in prima linea. Gli episodi al momento non sembrano collegati se non per un particolare: ad aver compiuti simili gesti siano state persone codarde, infami, ignoranti e perfide che ovviamente nn costituiscono la maggioranza”.

Così in una nota il Movimento Animalista di Benevento, che aggiunge: “Ci duole constatare che alcuni beceri elementi credono fermamente nell’idea che per cancellare il fenomeno randagismo usare questi “metodi” sia sufficiente e che in maniera tacita, la popolazione per lo più sia favorevole.

Ci “dispiace” deludere simili aspettative ma molte se non quasi tutte le persone invece credono nel metodo opposto ovvero quello di prestare cure ed attenzioni agli animali che puntualmente ogni anno dopo aver servito l’umano per un certo periodo, vengono abbandonati come giocattoli, orpelli inutili divenuti troppo grandi, pelosi o bavosi da poter tenere in casa, quindi alla prima occasione utile nel periodo estivo preferiscono abbandonare il cane o gatto nel “corridoio tirrenico” della nostra provincia aumentando il fenomeno randagismo e fomentando atti simili.

Crediamo fermamente – aggiunge il Movimento – che il problema non sia solo il post emergenza ma come in tutte le cose è necessaria la prevenzione per limitare e fermare del tutto tale attività illegale. Ricordiamo inoltre alcune informazioni utili per procedere legalmente in simili eventualità: microchippatura del cane se di proprietà o patronale, se randagio è responsabile il comune in cui l’animale è presente, non rimuovere per nessun motivo il corpo dell’animale dal luogo in cui viene ritrovato, allertare immediatamente le forze dell’ordine presenti sul territorio, avvisare l’ASL di appartenenza, sporgere formale denuncia presso le autorità e portare con sé tutta la documentazione inerente l’animale; gli obblighi degli enti sono la delimitazione con nastri e cartelli, interdizione e bonifica dell’area soggetta ad avvelenamento.

Questi – conclude la nota – sono solo alcuni dei punti fondamentali e per ogni eventualità siamo a completa disposizione di tutti. L’invito come sempre è quello di collaborare in ogni modo con le autorità e ricordiamo che chi è capace di fare del male agli animali è capace di compiere e ripetere simili gesti su chiunque”.

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