La vipera Kimberley è uno dei rettili più velenosi al mondo, è capace di uccidere o paralizzare. E’ lenta e usa la coda come esca, ma si mimetizza perfettamente nella natura.

Gli scienziati la chiamano vipera Kimberley o “Acanthophis Cryptamydros”: il nuovo serpente assassino scoperto nel Western Australia è lungo 50 centimetri e ha una testa a forma di diamante, un esemplare differente dai rettili mortali che si trovano nella zona di Darwin nel Northern Territory. Come si legge sul “The Guardian”, Kimberley è da ritenere una tra le vipere più velenose al mondo, perché è capace di uccidere o paralizzare.

Un serpente mortale che oggi è in pericolo nel suo habitat naturale, soprattutto da quando è stato popolato da animali selvatici come gatti o volpi. Con una testa particolare fatta a squame, questo predatore è del tipo “sit and wait”: aspetta di attaccare solo quando ha vicino la sua preda, dalle lucertole agli uccelli, ai piccoli animali.

Paul Doughty, curatore della sezione di Erpetologia al Western Australian Museum, racconta di 15 serpenti prelevati dal Northern Territory, messi a confronto con la specie recentemente scoperta, per studiarne la genetica e le caratteristiche fisiche: “E’ stata una sorpresa riscontrare che la regione di Kimberley ospiti una sua vipera locale, un rettile molto più simile a quelli delle zone desertiche. Questi serpenti si mimetizzano perfettamente con l’ambiente circostante, possono sembrare una roccia o persino un pugno di foglie. Non sono particolarmente veloci, anzi, usano la loro coda come esca, tenendola fissa a terra e nascosta fin quando lì vicino, non si trovi a passare una lucertola, o magari un uccello. Solo allora comincia l’attacco”.

Gli inafferrabili predatori, tra i dieci serpenti più velenosi al mondo, popolano per lo più la parte nord-ovest della regione di Kimberley. Per loro, ad oggi, ancora non si parla di un vero e proprio pericolo di estinzione, grazie al fatto che il rettile vive piuttosto isolato.

La vipera Kimberley è solo l’ultima delle scoperte fatte nella stessa regione. Dal 2006 ad oggi, sono stati infatti riscontrati sei nuovi tipi di rane, inclusa una tipologia di grande anfibio che mangia i suoi simili. A dicembre scorso sono state trovate le specie più piccole al mondo di goanna, 23 centimetri la lunghezza, 16 grammi il peso, come anche tantissimi nuovi esemplari di gechi. Come spiega Doughty, “c’è un grande geco che sembra di velluto, per quanto è morbido; ha una buona stretta, se gli tieni le mani, lui ricambia e stringe le tue dita”. La zona di Kimberley è un angolo remoto dell’Australia in cui la biodiversità è ancora preservata. “Posso indicare tranquillamente dai 20 ai 30 esemplari di animali che popolano questo territorio, che non sono stati mai descritti. E non basterà la mia lunga carriera di scienziato a completare la mappatura di queste specie. Vale lo stesso per il mio successore”, ammette Doughty, che spiega come la regione di Kimberley sia per lo più inaccessibile agli uomini, soprattutto durante la stagione delle piogge. Eppure, i rettili che la abitano sono continuamente minacciati dai cambiamenti climatici e dall’arrivo di animali selvatici.

Il Governo del Western Australia ha annunciato di aver messo in campo ben 81 milioni di dollari per un intervento conservativo della regione. Ad oggi sono stati rimossi gli animali selvatici ed è stato creato il parco nazionale più grande dell’Australia, grazie ai terreni restituiti dalla Rio Tinto.

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