Molti bambini amano i cani: giocare con loro, accarezzarli, stringerli, coccolarli. Può succedere, però, che questa storia d’amore finisca in ospedale, anche se il cane in questione è quello di casa.

È un dato di fatto: spesso a morsicare i bambini non sono cani estranei e spesso l’incidente avviene nell’ambito di interazioni che fino a un attimo prima non sembravano problematiche. Perché tutto questo? Se lo sono chiesto alcuni ricercatori dell’Università veterinaria di Vienna, che per cercare di saperne di più hanno elaborato un questionario sulle abitudini di famiglie con cani e bambini rispetto alla supervisione delle interazioni tra i piccoli di casa e i loro animali.

Lo studio

Al questionario hanno risposto oltre 400 famiglie e il quadro che ne è emerso è piuttosto scoraggiante. Qualche dato: benché la prima, fondamentale, indicazione per la salvaguardia dei bambini sia “non lasciarli mai soli con il cane“, solo la metà circa dei partecipanti ha dichiarato di rispettare sempre questa regola. E sempre la metà consente ai bambini di giocare con il cane o coccolarlo per tutto il tempo che desiderano. Molti, inoltre, ritengono che i cani di piccola taglia non possano costituire un problema. Come se anche loro non potessero mordere e lasciare il segno…

Ancora, ai partecipanti sono state mostrate fotografie di alcune situazioni giudicate potenzialmente pericolose da esperti di comportamento canino, che in questi casi consigliano l’intervento degli adulti, che si tratti di cani estranei o familiari. Per esempio: bambino che abbraccia il cane nella sua cuccia, bambino che striscia verso un cane confinato in un angolo, bambino che stringe, bloccandole, le zampe anteriori di un cane sdraiato. La maggior parte dei genitori concorda sulla necessità di intervento nel caso in cui il cane sia estraneo, mentre non ritiene necessario intervenire se è l’animale di casa.

Troppa fiducia verso il cane di casa

 “Le persone hanno in genere – e a ragione – poca fiducia nei confronti dei cani che non conoscono, ma ne hanno moltissima in quelli di casa, che tendono a ritenere sempre molto equilibrati e tolleranti nei confronti dei bambini e dei loro piccoli dispetti” ha dichiarato la coordinatrice dello studio, Christine Arhant. E però non è questione di fiducia o di bontà del cane.

Per quanto buono, ogni animale ha le sue esigenze, per esempio quella di essere lasciato in pace quando riposa, mangia o semplicemente non ha voglia di giocare. Per questo sarebbe molto utile garantire al cane degli spazi in cui può restare da solo: può essere sufficiente installare qualche cancelletto per separare le stanze. In questo modo, anche i genitori possono permettersi di non essere sempre all’erta, cosa che è effettivamente difficile da ottenere. Eppure, solo pochissimi dei genitori che hanno partecipato allo studio mettono in atto misure di questo tipo nelle loro case.

L’altro punto fondamentale è che bisognerebbe essere in grado di riconoscere i segnali di eventuale disagio lanciati da un cane. Molti incidenti sembrano scaturire dal nulla, mentre il bambino accarezzava un cane apparentemente tranquillo, ma magari quel cane aveva già manifestato in altro modo la sua insofferenza per quella situazione. Ci sta che un bambino non sappia riconoscere e interpretare questi primi segnali di malessere, ma un adulto dovrebbe saperlo fare. Per riuscire a intervenire in tempo.

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