Tribunale di Palermo“Il fatto non sussiste”. La terza sezione penale della Corte di Appello di Palermo ha assolto la moglie di un Collega dall’accusa di diffamazione.

I fatti risalgono al novembre 2011 quando le indagini penali avviate dalla Procura di Palermo ebbero una vasta eco di stampa. Su “Blog Sicilia” usciva l’articolo “Mazzette al servizio veterinario” e la signora Concetta Parisi pubblicò un commento che, in prima istanza, venne giudicato lesivo nei confronti di Paolo Giambruno, all’epoca Direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria della Asp di Palermo.  Infatti, il giudice monocratico di Termini Imerese condannava la donna al pagamento di una multa di 600 euro e al risarcimento di parte civile, ma la sentenza è stata ribaltata in questi giorni dalla Corte d’Appello di Palermo con l’assoluzione della donna dall’accusa di diffamazione: il fatto non sussiste.

Concetta Parisi è la moglie di un Veterinario di Cerda (Palermo) che era alle dipendenze del Dipartimento Asp diretto da Giambruno. Difesa dall’avvocato Mario Cappadonia, Parisi ha dichiarato al Giornale di Sicilia: “La mia assoluzione  è la tangibile dimostrazione che in Italia vige la democrazia, grazie alla quale si può esercitare il diritto di critica e la libertà di pensiero, diritti sanciti dall’articolo 21 della nostra Costituzione. Quel commento fu il frutto di anni di accanimento contra personam che il Giambruno esercitò nei confronti di mio marito che da professionista serio ed onesto si ritrovò a suo carico persino una richiesta di licenziamento. Ho sempre inculcato ai miei ragazzi il coraggio di uscire allo scoperto, solo così si può essere persone libere ed integerrime”. Pubblico ringraziamento al difensore Cappadonia, “la cui impeccabile professionalità ha permesso l’archiviazione della richiesta di licenziamento e l’odierna assoluzione”.

A luglio di quest’anno Paolo Giambruno- oggi ex direttore del Dipartimento di prevenzione veterinario dell’Asp di Palermo ed ex presidente dell’Ordine dei medici veterinari- è stato rinviato a giudizio assieme ad altre 23 persone. “Sono serenissimo perché non ho commesso nessuno dei reati che mi contestano- ha dichiarato Giambruno- Amo il diritto e la sua applicazione nel nome del quale ho sempre diretto ogni mia azione e per il rispetto del quale mi sono spesso scontrato, senza paura, con poteri forti.  Sono certo che con l’aiuto dei miei avvocati, Daniele Livreri e Roberto Ferrara, la verità alla fine trionferà”.

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