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La milza nei piccoli animali è un organo molto mobile e può quindi essere repertata in diverse locazioni all’interno dell’addome.
La testa della milza è comunque di solito situata in rapporto con la grande curvature dello stomaco e risulta quindi relativamente agevole la sua identificazione.
A volte può essere repleta cranialmente al rene sinistro. Si deve ricordare che si tratta di un organo superficiale per cui non si deve nell’esecuzione dell’esame esercitare troppa pressione sulla parete addominale.
Le indicazioni cliniche per l’esecuzione dell’esame ecografico splenico comprendono: emoperitoneo e l’individuazione radiografica di splenomegalia o di masse repertate nell’area splenica.
La milza normale si presenta come una struttura solida omogenea con margini lisci e ben definiti di dimensioni estremamente variabili. L’aumento diffuso delle dimensioni può essere osservato: in caso di iperemia attiva acuta ( malattie tossiemiche o setticemiche ), in caso di iperemia passiva ( insufficienza cardiaca destra ), in caso di occlusione vascolare ( tromboembolismo, torsione ), e in caso di infiltrato cellulare ( linfosarcoma ).

La sua ecogenicità rapportata a quella epatica e a quella della corticale del rene è maggiore di entrambe.
Il parenchima splenico è di solito delimitato da una capsula ben definita visibile come una linea più ecogena.
Le lesioni ecografiche evidenziabili a livello del parenchima splenico possono essere classificate come focali o diffuse.

  • Lesioni focali

    Sono caratterizzate a secondo del numero, forma e dimensioni.
    Le lesioni focali più comunemente riscontrate sono rappresentate dalle neoplasie primarie o secondarie e dagli ematomi.
    Queste lesioni presentano dei quadri ecografici comuni ( tipo complex-max ) ed è quindi attualmente impossibile differenziare sulla base solo degli aspetti ecografici.
    Altre lesioni focali evidenziabili con l’esame ultrasonografico a carico della milza, anche se meno frequenti, sono gli ascessi e gli infarti splenici. Le cicatrici infartuali hanno spesso una forma triangolare , con la base rivolta verso la periferia dell’organo e il vertice verso l’ilo splenico. Inoltre generano spesso retrazione della capsulasplenica. Anch’essi non differenziabili in base all’esame eografico, ma tramite all’esame citologico ad ago sottile.
    L’identificazione della capsula plenica fornisce poi un valido aiuto nello stabilire se una massa repertata in cavità addominale sia in rapporto o in continuità con la milza.

  • Lesioni diffuse

    le lesioni diffuse a carico della milza provocano di solito una diminuzione dell’ecogenicità e si osservano con patologie infiltrative quali ad esempio il linfosarcoma.
    Si deve ricordare che in alcuni casi le lesioni focali possono assumere dimensioni tali da non rendere più riconoscibile l’organo come tale.

Articolo a cura della Dott.ssa Daniela Ferrari

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