crocettaPrima relazione della Commissione Crocetta sulle infiltrazioni mafiose nella filiera delle carni. I dati alla Procura di Messina. Nel 2015 in Sicilia l’80% dei casi di tubercolosi bovina.
Una prima relazione è stata recapitata al governatore, alla Procura di Messina e alla Corte dei Conti: pagine in cui si delinea il quadro di illegalità, violenza e corruzione che regna in ampi territori dell’Isola, in particolare nelle province di Messina e Enna. Si mettono in fila dati, nomi e cognomi, per documentare come il business della carne – dal pascolo degli animali alla macellazione, passando per i contributi europei – sia infiltrato dalla criminalità organizzata.

«C’è una filiera e niente è lasciato al caso – spiega il dottor Vincenzo Di Marco Lo Presti, presidente della commissione d’inchiesta ed ex direttore dell’Istituto zooprofilattico siciliano – chi non è in regola ha bisogno della complicità di chi dovrebbe controllare, a tutti i livelli, perché non è pensabile che il problema sia confinato al veterinario mandato nei boschi dei Nebrodi che non fa il suo dovere». La commissione presieduta da Di Marco ha fatto i conti: negli ultimi cinque anni, dal 2011 al 2016, in Sicilia sono scomparsi 500mila ovi-caprini.

Solo nella provincia di Messina, nel 2015-2016, risultano smarriti quasi 30mila ovini e seimila bovini. Che fine fanno questi animali? «Vengono rubati, macellati clandestinamente, si perdono o forse non sono mai esistiti ma sono stati utili per prendere i fondi europei?», si chiede il presidente del parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci. 

«Tutto quello che riguarda gli animali da pascolo deve passare dal servizio veterinario – spiega Di Marco – Dall’apertura di azienda alla macellazione, passando per la verifica anagrafica degli animali, necessaria per la macellazione legale o per ottenere i contributi da Bruxelles, c’è sempre la necessità delle autorizzazioni dei medici veterinari. Senza connivenza di alcuni veterinari, certe attività illegali non si possono fare, ma la responsabilità sta anche più su».

In provincia di Messina, negli ultimi due anni, i controlli si sono fatti più stringenti. Anche grazie alla stretta sui controlli, i casi di animali malati sono emersi più numerosi: «Nel 2015 in Italia – spiega il dottore Di Marco – si sono registrati circa 430 focolai (allevamenti con presenza di animali infetti ndr) di tubercolosi bovina. Di questi 330 erano in Sicilia, 100 nel Comune messinese di Caronia». Dati a cui ne va aggiunto un altro significativo. «Nel 2016 a Messina ci sono state 133 persone affette da brucellosi».

Ancora tre mesi di lavoro, tra pascoli, allevamenti, mattatoi e aziende zootecniche della Sicilia. Dopodiché la commissione ispettiva sulle attività veterinarie voluta dal presidente della Regione Rosario Crocetta consegnerà i risultati definitivi.

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