rappresentazione artistica del Captorhinus (credito immagine: University of Toronto)

La coda negli animali può rappresentare un punto di vantaggio ma spesso anche un peso o addirittura una parte del corpo che può portare a diverse problematicità soprattutto in chiave di difesa dei predatori. La coda, infatti, è una delle parti del corpo che predatori riescono ad afferrare meglio per catturare le prede e ciò vale anche per gli animali estinti e vissuti centinaia di milioni di anni fa.
È questo il caso, infatti, di uno speciale rettile, simile ad un grossa lucertola, denominato Captorhinus e vissuto all’incirca 289 milioni di anni fa.

Tuttavia questi rettili avevano sviluppato un metodo intelligente per non soccombere ai predatori proprio in relazione al problema di cui sopra: il rettile poteva attuare il distacco della coda, una vera e propria autoamputazione, affinché il predatore, una volta addentata la coda stessa o bloccata quest’ultima in qualche modo, restasse con questa in bocca o tra le zampe permettendo al Captorhinus di guadagnare quei pochi secondi onde sfuggire e scappare.
Questi particolari rettili onnivori e erbivori, che pesavano poco meno di 2 kg, non risultavano molto grandi ed erano dunque oggetti dell’attenzione di moltissime tipologie di predatori, spesso ben più grandi di loro.

Il distacco della coda veniva attuato grazie a delle vertebre molto fragili, così fragili che se un predatore addentava la coda, le vertebre andavano a rompersi all’altezza del morso, come afferma Aaron LeBlanc, l’autore principale dello studio apparso su Scientific Reports.
Non si tratta di una novità assoluta: anche oggi esistono specie di lucertole, come ricorda lo stesso LeBlanc, che possono attuare il distacco della coda per sfuggire al predatore o anche solo per distrarlo e dunque poter scappare. Tra di essi si trovano gli scinchi (Scincus scincus), definiti anche pesci delle sabbie in quanto riescono a “nuotare” proprio nella sabbia.
Questa caratteristica, secondo i paleontologi, scomparve del tutto quando il Captorhinus si estinse ma è tuttavia ricomparsa nelle lucertole 70 milioni di anni fa.

Fonti e approfondimenti

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