VENEZIA Quando se ne vanno, il dolore è straziante. Cani, gatti, ma anche conigli, furetti o pesci sono parte della famiglia di chi li ama: la loro morte è un lutto a tutti gli effetti. E da sempre seppellirli nel giardino di casa (per chi ce l’ha) diventa un conforto, un modo per sentirli vicini. Peccato che fino ad oggi, nel Veneto, questa consuetudine fosse fuori legge. Ma ora non più. Una delibera della Regione Veneto approvata mercoledì in giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sanità Luca Coletto, permette di seppellire gli animali da compagnia nei propri giardini o in aree attrezzate che possono diventare cimiteri per animali. La delibera prende spunto da un Regolamento Comunitario, unica avvertenza: la sepoltura dev’essere fatta in modo che altri animali carnivori o onnivori non possano arrivare al corpo sepolto.

Un fenomeno sociale

«E’ un grande atto di amore verso i nostri animali domestici – dice il governatore del Veneto Luca Zaia — . Con questa delibera riconosciamo che il rapporto affettivo di persone e famiglie con un animale domestico è sempre più un fenomeno sociale. Quando questa relazione finisce è una perdita che lascia dolore e nostalgia. Per molti il cagnolino o il gattino sono una compagnia fondamentale». Finora era possibile seppellire il proprio amico a quattro zampe in giardino solo facendo richiesta all’autorità sanitaria preposta (che in ogni Comune è il sindaco), una procedura per cui i municipi avevano già pronti appositi moduli. Ma in realtà utilizzata pochissimo. Perché la pratica di tenere accanto a sé l’animale anche dopo la morte, in giardino, campo, bosco o terreno vicino a casa, è sempre stata diffusissima. E in pochi si sono posti il problema se fosse permesso dalla legge o meno. Con questa delibera la Regione Veneto offre una sorta di sanatoria a chi l’ha già fatto. E legittima chi vorrà farlo. «Dare la possibilità di seppellire gli animali in aree private è un segnale di attenzione verso una realtà innegabile – ribadisce il governatore Zaia – : per molti l’animale da compagnia ha un significato che va oltre le parole. Poter tenere accanto a sé l’amico che se ne va non è un desiderio da banalizzare».

Le reazioni

Il Veneto era una delle ultime regioni in Italia che ancora non permetteva la sepoltura dei «pet» in aree private. «Noi abbiamo sempre informato i nostri clienti sulla normativa vigente – fa sapere Tommaso Furlanello, veterinario direttore dei laboratori della clinica veterinaria San Marco di Padova e Veggiano – . Anche se il nostro consiglio è quello della cremazione, che però ha un costo ingente. Sono convinto che anche dal punto di vista dell’inquinamento ambientale la cremazione sia consigliabile. Non dimentichiamo che un animale morto per eutanasia o comunque dopo avere assunto sostanze chimiche può diventare fonte di inquinamento del terreno o di falde acquifere». Diverso il parere di Roberto Venturini, veterinario titolare delle cliniche omonime tra Padova e Vicenza: «I miei animali che sono mancati li ho sempre sepolti – dice – . E’ una questione psicologica, la scelta va lasciata alla sensibilità individuale. Nel caso di un animale piccolo, poi, nel giro di due anni resta nel terreno solo lo scheletro. Il divieto era nato ancora ai tempi in cui la sepoltura di bovini poteva liberare nel terreno un batterio, il carbonchio ematico, la cui tossicità durava anche un secolo. Storicamente la norma partiva da lì». Debora Carrara, educatrice cinofila, commenta: «Questa delibera è una notizia bellissima per tutte le persone che amano gli animali. Tenere vicino il proprio animale quando muore è importante per lenire in parte il grande dolore della perdita. Ormai i cani e i gatti sono parte delle nostre famiglie, non dimentichiamolo».

11 aprile 2018 (modifica il 12 aprile 2018 | 11:29)

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