COLLECCHIO

«Adesso basta». Sono esasperati gli abitanti di San Martino Sinzano, dopo aver trovato l’ennesimo sacchetto con animali morti in via Zunti.

All’inizio della settimana una cittadina di San Martino, mentre era a passeggio con il cane in via Zunti, la strada a senso unico che conduce dal centro della frazione di San Martino Sinzano alla provinciale per Sala, ha visto l’animale scattare verso un sacchetto abbandonato nel fosso che costeggia la via. Facendosi coraggio si è avvicinata alla busta – biodegradabile, di quelle usate per la raccolta differenziata – e aprendola ha scoperto una lepre e un gatto nero tagliato all’altezza del busto.

La donna ha chiamato un’amica che è accorsa a controllare. E che, confermando il contenuto della busta, spiega di voler rimanere anonima, visto che ormai la scomparsa di gatti a San Martino sta diventando una prassi, e la gente ha paura per i propri animali.

«Succede da anni di ritrovare in questa strada sacchetti con animali. Forse è qualcuno che si diverte a rubarli e poi li viene a buttare in questa strada, isolata e di sera buia – continua la donna – È macabro che il gatto fosse tagliato a metà. Non è possibile che si tratti di animali finiti sotto una macchina o tagliati da trattori o da qualche attrezzo agricolo. Qui a San Martino spariscono gatti e si ritrovano morti nei sacchetti, oppure avvelenati, sempre in via Zunti. E’ opera di persone crudeli e siamo preoccupati per i nostri animali».

Le due donne hanno avvertito l’Enpa di Parma. «San Martino Sinzano è da tempo teatro di atrocità sui gatti – dice Lella Gialdi dell’Enpa – Quest’ultimo è un episodio preoccupante e terribile. Il gatto è stato tagliato da morto o torturato da vivo? Riuscire ad appurarlo è un dovere morale».

L’appello di Lella Gialdi è chiaro: «Non lasciate liberi i gatti. L’Enpa è spesso accusata di essere troppo rigorosa nel dare in adozione i gatti, perché verifichiamo che non vengano lasciati liberi. E’ difficile, soprattutto in campagna, ma è necessario in un mondo dove personaggi squallidi per cinismo, crudeltà o scopi commerciali si accaniscono sugli animali, e nello specifico sui gatti».

L’Enpa invita i cittadini ad uscire allo scoperto: «Le persone che si accaniscono contro gli animali sono socialmente molto pericolose. Ci sono studi che dimostrano come il maltrattamento sugli animali si trasformi in maltrattamento sugli esseri umani. Non si possono ignorare i primi segnali. Chi è a conoscenza di maltrattamenti deve segnalarlo, non solo a noi in forma anonima. Deve avere la determinazione per esporsi in prima persona e, con il nostro sostegno, fare regolare denuncia. Bisogna tutelare i gatti che sono fortemente a rischio».C.P.

I PRECEDENTI

Micetti spariti, gatti ritrovati feriti o ammazzati e abbandonati in sacchetti, piccoli felini sgozzati o avvelenati. Fare i conti con la crudeltà contro gli animali non è cosa nuova per gli abitanti di San Martino Sinzano.

Gli orrendi episodi si ripetono, nella frazione collecchiese, dal 2010. Gli ultimi atti clamorosi risalgono al novembre 2014: un gatto ritrovato morto, con evidenti tracce di sangue al collo e alla testa, in un sacchetto di plastica in un fossato sempre lungo via Zunti.

Chi ha avuto gatti lo sa bene: i felini ogni tanto «prendono e partono», ma poi tornano. Quando spariscono a San Martino si sa invece che non li si rivedrà più. E’ successo a novembre ad una famiglia di strada Farnese che non ha più rivisto il gattone rosso Swifer.

Il 2012 è stato l’annus horribilis per i gatti di San Martino. Tra luglio ed agosto sono stati uccisi quattro mici, uno dei quali ritrovato proprio davanti a casa della sua famiglia in via Zunti, e decine di gatti sono scomparsi o sono stati ritrovati morti in modo cruento. Mentre nell’estate 2010 sono stati trovati una decina di gatti avvelenati, compresa una gatta neomamma i cui sei cuccioli in seguito sono morti.

Gli abitanti di San Martino non sono propensi a pensare a crudeltà occasionali, credono invece che ci sia qualcuno che detesti fortemente i gatti e tenti di portare a termine una vera e propria opera di sterminio. «Parma è una città sensibilissima agli animali – dice Lella Gialdi, presidente dell’Enpa di Parma – Ci arrivano tutti i giorni decine di richieste di consiglio e di aiuto. Per tutti gli animali c’è molta solidarietà, ma a fronte di questa sensibilità ci sono delinquenti che si accaniscono contro gli animali. Il caso di Sinzano rappresenta una situazione che non si può ignorare e che rischia di incancrenirsi».​

IL CODICE PENALE

l maltrattamento di animali è previsto dall’art. 544-ter del codice penale: «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da cinquemila a 30 mila euro». La pena aumenta della metà se l’animale muore. «La stessa pena – recita il codice – si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate o li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute».

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