Gli italiani amano i loro cani e gatti, ma non li vaccinano. È quando emerge da un recente studio che rivela la scarsa attenzione in fatto di salute dei proprietari verso i loro amici a 4 zampe

Gli animali domestici fanno parte della nostra vita, è vero. Sono parte della famiglia e sempre più cerchiamo di far avere loro i diritti che gli spettano in tutte le cose. E, forse, era inevitabile che finissero anche loro coinvolti in quella che sembra essere la battaglia del momento: i vaccini. Già perché, come dicono le più recenti statistiche, sono 16,8 milioni gli italiani che convivono con un pet, 7,7 milioni di famiglie “allargate” che accolgono sotto il loro tetto un cane, un gatto o tutti e due.

Eppure, sebbene l’80 per cento di chi possiede un animale domestico ritenga importante che gli amici a 4 zampe siano curati e in buona salute, all’atto pratico solo il 46 per cento dichiara di “farli vaccinare regolarmente”, il 42 per cento li porta dal veterinario soltanto se ammalati, e appena il 12 per cento fa fare esami del sangue e visite di controllo anche se sono in salute.

Insomma, l’amore c’è, ma è meno l’attenzione verso la loro cura. Secondo gli esperti, il problema è legato alla scarsa percezione dell’importanza di un animale in salute in relazione anche al benessere e alla sicurezza dell’uomo e dell’ambiente in cui si vive. Ma, a influire, è sicuramente anche il costo delle cure mediche veterinarie, che spesso non sono alla portata di tutti e che non vengono messe in preventivo al momento della scelta di un cane, un gatto o qualsiasi altro compagno di vita.

Nella vita reale questo si traduce in errori quotidiani: non sono in molti a pulire le zampe al cane (44 per cento) o al gatto (17 per cento) dopo la passeggiata, ancora meno si preoccupano di controllare il pelo (26 per cento cane, 15 per cento gatto). I dati sulla prevenzione sono in linea: solo il 56 per cento fa le vaccinazioni di base; il 43 per cento la profilassi contro parassiti come zecche o pulci; il 29 per cento contro la filaria, la leishmaniosi e così via, il 25 per cento le vaccinazioni specifiche come l’antirabbica. E c’è anche un 17 per cento che non fa nessuna vaccinazione o profilassi. Ma in questo modo che rischi corrono questi animali e i loro proprietari?

Photo Credits Facebook

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