In India ci sono 30 milioni di cani randagi, capaci di mordere fino a un milione di persone l’anno e di ucciderne 20 mila l’anno, provocando loro la rabbia.

Sono dati allarmanti (anche se, secondo alcune associazioni animaliste, sovrastimate) quelli che riguardano il randagismo in India.

Una piaga che, è evidente, c’è ed è diffusa in tutte le città, specie da quando nel 2001 è stato reso illegale uccidere i cani, e che, stando ai numeri, provoca il 35% delle morti da rabbia nel mondo.

Una piaga alla quale però risulta difficilissimo porre rimedio: sia perchè, come detto,  è (giustamente) illegale uccidere i cani,  sia perché i tentativi di alcuni villaggi (nel Kerala e nel vicino Tamil Nadui) di assoldare, in barba al governo centrale,  dei ‘cacciatori di cani’ non hanno avuto quasi nessun successo, sia perché alcune proposte (come quella del deputato che ha chiesto che i cani venissero deportati in Cina in una zona in cui sono considerati edibili) sono risultate risibili ove non offensive, sia, soprattutto, perché i costi di una sterilizzazione degli animali risultano troppo elevati (circa 1000 rupie per animale) e data la quantità di cani, rischierebbero di non avere nessuna efficacia.  

Una crisi, quella dei randagi, che apre endemica e che, in alcuni casi (come mostrato dalla BBC in questo video) rende difficile attraversare le strade di una città, i cui abitanti sono tenuti in scacco dalle mute di randagi.

Una piaga però, sulla cui esistenza, in molti nutrono dei dubbi. In primo luogoi morsi forieri di rabbia potrebbero non essere necessariamente da attribuire ai randagi, ma anche, ove non addirittura soprattutto, ai cani domestici: uno  studio su casi di morso di cane condotto in un ospedale nel Kerala l’anno scorso ha mostrato che il 75% dei pazienti era stato morso da cani e solo un quarto era stato causato da randagi. Allo stesso modo, uno studio del 2013 in 13 scuole Tamil Nadu, ha rilevato che i cani da compagnia rappresentano oltre la metà dei morsi di cane subiti dagli studenti.

In secondo luogo, poi,  c’è il dubbio che i randagi, seppur numerosi, non siano in numeri tali da rendere ingestibile la loro esistenza: il gruppo animalista Humane Society International  ritiene che il problema dei cani randagi in India sia esagerato, dal momento che in alcune comunità dell’America Latina ci sono fino a 50 cani ogni 100 umani, mentre il tasso di cani in India è circa 7-8 cani ogni 100 umani.

Infine, a rendere torbide le acque, c’è il fatto che non tutti i cani che appaiono randagi lo sono effettivamente: spesso si tratta solo di cani di campagna che pur avendo un padrone, vivono soli per strada.

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