Quando Muslihudin è arrivato alla clinica veterinaria a tre ore di macchina lungo le strade montane di Bogor, in Indonesia, l’impatto è stato più che scoraggiante. Lui aveva con sè una gattina, trovata investita da un’auto, ma secondo il veterinario non c’era nulla da fare: sarebbe stato troppo costoso anche solo provare a salvarla. 

Muslihudin – detto Uli – però, non si è dato per vinto e ha convinto il medico: “I miei amici pagheranno per l’intervento e la salveranno”. I suoi amici vivono lontano: Usa, Germania, Regno Unito e molti altri stati nel mondo, e lui li chiama i suoi angeli. Anche loro gli hanno dato un soprannome: il Gandhi di Bogor. 

Grazie al crowdfounding, infatti, gli angeli di Uli lo aiutano a salvare i gatti in pericolo di vita, pagando per i medicinali, le sterilizzazioni e anche coprendo i costi degli interventi chirurgici. Prima di scoprire questo sistema, Uli poteva fare molto poco: dava da mangiare ai mici e preparava dei rimedi naturali per curarli, ma spesso gli animali randagi avevano bisogno di cure mediche specifiche.  

Spesso, poi, alcuni gatti vengono feriti, avvelenati e uccisi dalla popolazione locale che li considera un fastidio. Micetti appena nati spesso vengono lasciati a miagolare lungo le strade e molti rimangono orfani ancora prima di aprire gli occhi. Uli invece li salva, per onorare il ricordo dei suoi nonni che adoravano i gatti, e cerca di intervenire per aiutare ognuno di loro. 

“Non c’è nessuno che li aiuta in questa zona, le loro vite dipendono da me. Loro non hanno scelta, io sì”. Uli però ha una famiglia e un lavoro e a un certo punto ha dovuto cercare aiuto, e qui sono entrati in gioco i suoi angeli. Nel 2014 una donna californiana si è imbattuta nel profilo Facebook dell’uomo: “Uli adora i gatti e io ho subito voluto conoscerlo”, così gli ha mandato una richiesta di amicizia e gli ha chiesto cosa fare per aiutarlo. 

A quel punto è iniziata la catena di aiuti, Connelly ha creato una rete di altri amanti di animali in giro per il mondo, prima quattro persone e poi molte di più, grazie ad un account sulla piattaforma GofoundMe. A quel punto, in poco tempo, avevano raccolto abbastanza denaro per prenotare molte visite per i gatti di Bogor in una clinica di Jakarts, dove farli sterilizzare. 

Uli, intanto, ha costruito con le sue mani un rifugio per gatti nel villaggio, con reti protettive e anche un tetto, dove poter ospitare i gatti soli, feriti e affamati. “I randagi ora vengono, anche solo per avere un posto dove dormire per qualche notte”, ha raccontato. E anche i suoi compaesani ora hanno preso l’abitudine di portare da lui i gatti feriti che trovano e alcuni si sono anche offerti di aiutarlo. 

Così, grazie all’amore e alla solidarietà, i cittadini sono passati dall’odiare i felini al considerarli parte della comunità. Tutto grazie all’impegno di Uli e dei suoi angeli. 

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