Olbia, 12 marzo 2018 – Ogni venerdì si riuniscono nella loro sede e fanno il punto della situazione: ripassano le normative (che sono tante), si aggiornano sulle nuove leggi o i suoi nuovi regolamenti, stabiliscono le attività di routine. Il tutto con un solo obiettivo: ottemperare al loro ruolo nel migliore dei modi e sempre con passione.

Stiamo parlando delle guardie zoofile dell’Ages, l’associazione – diretta dal presidente Ignazio Sanna – che ormai da diversi anni, grazie alla collaborazione con la Polizia Locale, si occupa della protezione degli animali nel Comune di Olbia. I soci sono circa una trentina, mentre gli operativi circa sono 20: le attività partono al mattino presto e spesso si chiudono molto tardi perché gli incidenti in cui vengono investiti degli animali non sono affatto rari.

Grazie ai loro interventi così capillari (7/8 al giorno solo grazie alla convenzione con il Comune di Olbia), l’Ages conosce molto bene il territorio e le problematiche legate agli animali. “Il cane è sicuramente l’animale più critico – spiega Ignazio Sanna -. A Olbia ci sono tantissimi cani e c’è tanta attenzione per questo animale: questo è un fatto positivo perché gli olbiesi si dimostrano più sensibili, ma ci sono anche i lati negativi. Ci sono tanti cani nelle campagne che non sono sterilizzati e che vengono lasciati liberi: ogni anno danno vita a decine e decine di cucciolate“.

Cuccioli che, nella migliore delle ipotesi, finiscono in canile: nella peggiore, muoiono. Lo Stato italiano non obbliga nessun proprietario a farlo, ma solo la sterilizzazione costituisce un argine alla proliferazione dei cani liberi che a Olbia, in alcune zone, rappresentano un problema. “Capita spesso che ci chiamino per delle pecore uccise da questi cani, che poi fanno branco – continua Sanna -. Perché la vita di una pecora deve valere meno di quella del cane? Ecco perché è importante sterilizzare”. Ed ecco perché è importante fare educazione, cosa che l’Ages ha sempre cercato di fare in tutti questi anni di attività: del resto non potrebbe essere diversamente, poiché – sebbene l’associazione sia relativamente giovane – al suo interno vi sono guardie zoofile con esperienza decennale.

I problemi relativi ai cani non sono, però, solo in periferia: anche il centro urbano ha le sue criticità e queste sono create esclusivamente dai padroni. “Tanti cani vengono lasciati uscire da soli – continua Ignazio Sanna, Ages Olbia -. Aprono il cancello e li fanno uscire per i bisogni. Sono molti a farlo e tanti di loro affermano di amare il loro cane, ma come puoi dire ‘amo il mio cane, dorme con me’ se poi lo lasci uscire fuori da solo? Un cane incustodito per strada rischia sempre di essere investito“.

Gli aneddoti dell’Ages in merito a questi cani sono tantissimi e tutti molto tristi: nel 2017 sono stati 58 i cani investiti da un’auto e uccisi. “58 sono quelli in cui siamo intervenuti noi – precisa Sanna – e ce ne saranno molti altri di cui non siamo venuti a conoscenza”.

Altro problema del mondo cinofilo olbiese è la refrattarietà a microchippare il cane: “Nonostante sia obbligatorio dagli anni ’90 e nonostante sia gratuito grazie alla Assl, a Olbia 4 cani su 10 sono senza microchip. Alcuni padroni credono ancora oggi che non sia obbligatorio, ma lo è ed è utile. Se il cane viene smarrito, del resto può capitare, con il microchip si risale subito al padrone“.

Ogni giorno le guardie zoofile dell’Ages recuperano qualche cane vagante: il microchip è essenziale per risalire al proprietario e dunque per evitare al povero cagnolino una permanenza lunga e shockante in un canile.

Terzo problema “canino” è il non-uso del guinzaglio: moltissimi proprietari utilizzano i pochi spiazzi liberi della città per far correre il cane il libertà senza guinzaglio. Una condotta “fuori legge”, forse anche dovuta alla mancanza di aree per cani. “Questa è una delle motivazioni plausibili – spiega Sanna -. Effettivamente al momento c’è solo un’area per cani, quella del Fausto Noce. Recentemente è stata divisa in due, per dividere le taglie piccole da quelle grandi. La situazione dovrebbe però cambiare in breve tempo: so che il Sindaco si sta occupando di questo aspetto e che ha tutta l’intenzione di aprire nuove aree”.

Tra le novità che a breve vedranno luce, anche grazie al fondamentale apporto dell’Ages, c’è il Regolamento dedicato agli animali: uno strumento che a Olbia ancora non c’è e di cui si sente il bisogno.

Insomma, tirando le somme Olbia è una città che sta radicalmente cambiando sul fronte sensibilità, ma permangono ancora molte criticità e sacche di ignoranza: non solo per via dei cani abbandonati o liberi, ma anche per quelli maltrattati. Cani legati a catena sotto al sole senza acqua e ripari non sono affatto rari ed è grazie alla sensibilità dei cittadini se questi casi vengono scoperti. “Prima di usare le maniere forti, cerchiamo sempre di far capire dove si sbaglia e diamo un po’ di tempo per mettersi in regola“, spiega Sanna. Non sempre il cittadino ottempera alle indicazioni delle guardie zoofile olbiesi e così scattano le sanzioni, ma anche le denunce penali ove necessario.

La soddisfazione più grande, però, è quando le guardie zoofile riescono a risolvere una situazione, magari mettendo in salvo degli animali in difficoltà come quella volta in cui un Germano reale femmina e i suoi pulli rischiavano di essere investiti all’imboccatura del tunnel: a salvare la famigliola sono stati proprio i ragazzi dell’Ages.

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