Martedì, 10 Maggio 2016 15:00

aethina in alveareA due anni dall’arrivo di Aethina tumida che rende invendibile il miele l’IZS rassicura gli apicoltori: in Sicilia, oggi non ci sono focolai.
Ma l’attenzione deve comunque restare alta perché il coleottero  potrebbe provocare notevoli danni agli alveari delle oltre mille aziende apistiche sparse in tutta l’Isola. L’importanza delle api, indispensabili per l’impollinazione dei fiori di molte piante da frutto, è stata al centro di un convegno a Palermo, organizzato dall’Istituto Zooprofilattico della Sicilia, che da anni è specializzato, nell’ambito della biologia molecolare, nelle analisi dei campioni di miele, nell’esame del Dna dei vari tipi di api e nella tutela dell’Ape nera sicula.

Due anni fa, il parassita di origine africana, Aethina tumida, arrivò a Melilli, dove venne registrato il secondo focolaio presente in Italia, dopo il caso della Calabria. Le due regioni furono considerate “zone rosse”: molti alveari furono bruciati, sigillati, accatastati e bruciati. I terreni furono arati e cosparsi di pesticidi anti-larvali. Il coleottero, infatti, si nutre di polline e miele, lo fa fermentare e lo rende invendibile: entra nell’arnia, depone le uova e dopo pochi giorni nascono le larve che escono e cadono nel terreno per trasformarsi in insetti adulti. Gli insetti colonizzano molti apiari e si spostano volando anche a 15-20 chilometri di distanza, attirati dall’odore delle arnie.

L’Unione Europea ha prorogato fino al 2017 il divieto di esportare apiari al di là dello Stretto, per evitare ancora il rischio di contaminazione. L’Istituto Zooprofilattico ha creato un servizio a sportello, per fornire assistenza tecnico-scientifica agli apicoltori, che dagli anni ’80 a oggi, dall’ingresso dell’apicoltura razionale, hanno dovuto imparare da soli, spesso senza supporto scientifico. “Il nuovo ufficio assisterà gli apicoltori per il monitoraggio e il controllo dell’infestazione da varroa e sarà in grado di diagnosticare e gestire le principali patologie – ha spiegato Stefano Reale, dirigente biologo dello Zooprofilattico di Palermo.

Per far fronte alle importazioni di miele dall’estero, Salvatore Seminara commissario straordinario dello Zooprofilattico, raccomanda di “controllare sempre l’etichetta. La parola “Italia” deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale. Nel caso in cui il miele provenga da più paesi dell’Unione Europea, l’etichetta deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”. Se proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE. (fonte)

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