La presidente dell’associazione era stata denunciata dalla onlus Grandi amici e Mare, gip del tribunale di Terni archivia il fascicolo

Adozioni di cani in Germania, Roeckl di Animalia scagionata dalle accuse: «Solo illazioni»

Scagionata da ogni accusa Claudia Roeckl presidente dell’associazione Animalia per le adozioni di cani italiani compiuti da famiglie tedesche. È direttamente il legale dell’esponente animalista, l’avvocato Raffaella Sili, a rendere noto che il gip del tribunale di Terni ha archiviato la posizione della Roeckl alla luce «dell’assoluta inconsistenza di tutte le accuse» avanzate da alcune associazioni ambientaliste per maltrattamento di animali.

Scagionata da ogni accusa Claudia Roeckl e l’associazione Animalia L’avvocato Sili ricorda l’esposto presentato il 3 febbraio scorso alla procura della Repubblica da Silvia Festuccia, responsabile dell’associazione Grandi Amici, Sonia Desideri e Alma Galli, rispettivamente responsabile della delegazione Umbria-Lazio e presidente dell’associazione Mare (Movimento antitraffico randagi in Europa) secondo le quali «le adozioni dei cani in Germania compiute da Animalia avrebbero realizzato un traffico di animali a scopo di lucro nell’ambito del quale i cani perderebbero ogni tracciabilità col rischio di finire alla vivisezione, di essere utilizzati per pratiche sessuali o per contrabbandare droga». Sulla denuncia hanno indagato gli uomini della Forestale non rilevando alcun illecito sull’operato di Animalia, tanto che il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione della Roeckl, a cui però le associazioni denunciati si erano opposte.

Gip: «Accuse inconsistenti» Il caso è stato chiuso negli ultimi giorni dal gip che, come da nota diffusa dall’avvocato Sili, ha rilevato: «Le indagini espletate dalla Forestale hanno evidenziato l’assoluta inconsistenza di tutte le accuse mosse. Festuccia e Desideri sono state risentite nel corso delle indagini preliminari ma non hanno fornito spunti investigativi precisi e contributi ulteriori rispetto a generiche affermazioni e mere illazioni relative al fatto che, a loro avviso, i cani venivano adottati in maniera dubbia e che in Germania i controlli sarebbero meno rigorosi di quanto non preveda la legislazione italiana». E poi: «Appare pertanto evidente – scrive il gip – l’assoluta inconsistenza della notizia di reato con conseguente inutilità di tutti gli ulteriori accertamenti istruttori richiesti dalle odierne opponenti, posto che la differente regolamentazione della materia delle adozioni in Germania, evidenziata nell’atto di opposizione, non certo rende illegittime le adozioni stesse e, comunque, non costituisce certo la prova, né rende di per sé legittimo il sospetto che gli animali adottati subiscano maltrattamenti per quanto sopra riferito».

La sentenza del Tar Sulla vicenda delle adozioni in Germania si era pronunciato anche il Tar dell’Umbria che aveva annullato alcuni di questi affidi firmati dal sindaco di Stroncone ma semplicemente «per una questione formale – come ricorda lo stesso giudice – ovvero perché i provvedimenti di autorizzazione alla adozione dei cani randagi erano stati adottati dal sindaco, nonostante la sua incompetenza a provvedere, senza che sia stato esaminato il merito della vicenda». Nell’ambito del procedimento amministrativo gli avvocati delle associazioni ambientalisti denunciati avevano anche presentato una richiesta di sospensiva per tentare in via cautelare di bloccare gli affidi. La richiesta però è stata respinta e in questo senso anche il gip del tribunale di Terni rileva come il respingimento costituisca «un indice della ritenuta non ravvisabilità di qualsiasi pregiudizio alla salute degli animali».

Roeckl: «Si spendano energie per aiutare cani» Rispetto alla tracciabilità degli animali adottati da famiglie in Germania, nell’ambito dell’archiviazione, l’avvocato Sili ha anche riportato un altro stralcio dell’archiviazione disposta dal giudice: «Sebbene in Germania l’anagrafe canina su base volontaria e non obbligatoria dalle indagini è emerso che “i proprietari dei cani devono obbligatoriamente denunciare il possesso del cane al comune di residenza a seguito del quale viene riconosciuta al cane una medaglietta di riconoscimento che l’animale deve portare al seguito, con conseguente tracciabilità della destinazione finale del cane stesso». Attraverso il proprio legale Roeckl commenta: «Se le forze che in questi anni sono state utilizzate da alcune associazioni di volontariato per cercare di dimostrare che sono una “trafficante” di cani fossero state impiegate per cercare una casa alle centinaia di migliaia di animali rinchiusi senza speranza nei canili italiani, tanti di loro oggi non morirebbero al freddo dimenticati da tutti. Mi auguro che inizino a combattere per questo».

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