Firenze, 7 dicembre 2015 – E’ morto il labrador Cannella, 12 anni, uno dei cani simbolo delle terapie con gli animali. E in queste ore stanno arrivando centinaia di messaggi di cordoglio alla fattoria di Antropozoa, l’associazione che si occupa da 20 anni di attività assistite con gli animali e che è in Italia il punto di riferimento della pet therapy pediatrica.

Cannella era una quattro zampe speciale che ha contribuito a costruire la storia di questa disciplina in Italia, varcando e attraversando mondi nuovi nella sanità. Donava coccole e cure ai bambini, ai disabili, agli anziani, ai malati, ai ragazzi con autismo, sempre in coppia con i suoi operatori a due zampe. La sua morte ha colpito molte persone che stanno mandando messaggi fisici e virtuali (anche attraverso la pagina Facebook di Antropozoa) a Francesca Mugnai, l’esperta di pet therapy con cui Cannella “lavorava”.

Molte persone hanno incontrato Cannella  negli ultimi 12 anni nei reparti dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze dove era di casa: entrava dalla porta principale, come tutti i cani di Antropozoa, e aveva libero accesso col suo operatore umano in tutti i reparti, anche quelli più delicati come l’oncoematologia e la rianimazione. Tanti bambini l’hanno rappresentata nei loro disegni, moltissimi genitori l’hanno amata per la sua capacità di accompagnare nel silenzio e nel dolore della malattia i piccoli, con leggerezza, delicatezza e tanto generosità. Una dote naturale, ma anche imparata grazie alla sua lunga esperienza in naturale frutto di dono ma anche di una lunga esperienza di lavoro in coppia con il suo operatore umano.

Cannella è stato il primo cane a costruire un modello di intervento nella umanizzazione delle cure, integrando il suo modo di essere, pieno di empatia, con il reparto in cui si trovava. È stata anche una maestra per tanti altri 4 zampe di Antropozoa. Migliaia di bambini hanno incontrato e amato il suo musetto e quello sguardo che parlavano da soli.

La sua presenza ha permesso agli operatori sanitari di fidarsi di un cane sia a livello emotivo che igienico sanitario, di costruire protocolli e di credere che anche la cura con la coda è speciale e in certi momenti davvero fondamentale nell’accompagnare e sostenere i piccoli. Era amata dai medici e dagli infermieri che avevano imparato il suo modo di comunicare attraverso il suo sguardo, la sua calma. Il lavoro di Cannella è stato protagonista di ben quattro pubblicazioni scientifiche e ha permesso di progettare il “metodo Antropozoa”: l’operatore è l’attivatore e facilitatore insieme e con l’animale di dinamiche relazionali complesse e strategiche, in cui si realizza il cuore dell’intervento di pet therapy.

Molti i bambini che ha convinto ad alzarsi dal letto dopo difficili interventi neurologici: è stata per loro uno stimolo a reagire psicologicamente e fisicamente. Ha accompagnato molti piccoli nella malattia fino all’ultimo giorno, soffrendo per la loro partenza e consolando in maniera istintiva le loro famiglie. In suo nome nascerà un gruppo donatori di sangue, composta da cani generosi che oltre a distribuire sorrisi potranno aiutare altro loro compagni a 4 zampe.

Per noi è stata una compagna, una collega, un’amica – dice Francesca Mugnai -. Grazie al suo istinto, abbiamo potuto testare insieme a Cannella nuove prospettive della pet therapy della quale è stata una pioniera. Non verrà mai dimenticata. I messaggi di affetto che ci stanno arrivando anche dall’estero testimoniano che è rimasta nel cuore e nella mente di molte più persone di quanto potessimo immaginare, lasciando l’impronta della sua zampa in tanti cuori”.

Ecco alcune delle centinaia di messaggi arrivati a Antropozoa per Cannella 

Paola: “RIP dolce angelo. ho avuto l’immensa fortuna di conoscerti quel giorno hai donato l’impossibile… ciao Cannella”

Francesca: “Cannella era e rimarrà un simbolo. Ha deciso di lasciarci solo per continuare il lavoro che le riusciva meglio: riempire di amore e dolcezza tutti quei bimbi che sono volati in cielo prima di lei. Anche lassù hanno bisogno di lei. Grazie di tutto, dolce Cannella, un esempio per tutti noi”

Mara: “Ciao Cannelluzza… maestra, amica, esempio di saggezza, pazienza, dolcezza ed empatia. Hai dato tanto a tutti quelli che hanno avuto l’onore di conoscerti. Una carezza e un biscotto, so che apprezzerai”

Antonella: “Cannella per me è il simbolo delle Terapie e Attività Assistite dagli Animali. È merito suo se ho imparato a conoscere questo mondo fantastico. Ed è merito suo se mi sono innamorata dei labrador al punto da… averne uno per amico. Buon viaggio Cannella. Buon viaggio meravigliosa creatura”.

LA PET THERAPY

La presenza dell’animale insieme all’operatore umano ha effetti positivi sull’area della socializzazione (depressione, autismo, disturbi generici dello sviluppo), sull’area cognitiva (bambini con disturbi psichiatrici e neurologici), emotiva (bambini con difficoltà di adattamento, disturbi dell’apprendimento) e motoria (bambini con problemi neuromotori). Altro settore è quello della riabilitazione motoria con l’animale in cui il cane o il cavallo fungono da importante motivatore al recupero psicofisico. La pet therapy, intesa come terapia specifica, è indicata per tutti coloro che presentano problemi di comunicazione, di relazione e di socializzazione. Per l’autismo, i disturbi pervasivi dello sviluppo, i disturbi del comportamento e psichiatrici è uno strumento riabilitativo importante.

Anche per le malattie croniche è uno strumento importante, monitorando l’aspetto di salute e la fase di malattia a livello psicologico. Recenti studi scientifici – riportati nel libro “L’attaccamento agli animali. Una visione integrata della relazione uomo-animale nella pet therapy” (di Turner, Beetz, Julius e altri, edizioni Hogrefe, 2014), edizione italiana a cura di Francesca Mugnai – dimostrano che il legame tra madre e figlio e tra uomo e animale è causato dallo stesso ormone: l’ossitocina. Prodotta naturalmente dall’organismo umano, in particolare durante il parto e l’allattamento, è alla base anche dell’affetto che ci lega ai nostri amici a quattro zampe. Alla base della pet therapy dunque c’è anche un fattore chimico-scientifico, forte come il legame che si crea tra un bambino e la sua mamma.

LA PET THERAPY AL MEYER

Da 14 anni, i cani sono parte integrante del protocollo di accoglienza e assistenza dell’AOU Meyer di Firenze grazie all’operato dell’associazione Antropozoa Onlus, unica in Italia a lavorare in modo costante e continuativo in una struttura sanitaria pubblica: Grazie al sostegno economico della Fondazione Meyer, i cani possono entrare ovunque nei dipartimenti di pediatria internistica, chirurgia pediatrica, neuroscienze, area critica, oncologia pediatrica e neonatale e nella rianimazione. Un libero accesso che avviene dopo meticolose pratiche igieniche e con trimestrali controlli veterinari specifici e comportamentali che seguono il “Protocollo organizzativo sulle misure di prevenzione e la trasmissione nosocomiale delle infezioni negli interventi assistiti con gli animali” stilato dall’Aou Meyer e che è un esempio per tante altre strutture in tutta Italia. Gli animali entrano dal portone principale e la loro presenza è sistemica: arriva a tutto l’ospedale. Anche gli operatori e i genitori trovano beneficio nel vederli passare lungo il percorso che viene quotidianamente tracciato dagli infermieri e i medici.

ANTROPOZOA ONLUS

Da 20 anni collabora in maniera continuativa e costante sia nel panorama regionale che extraregionale con strutture pubbliche e private, ospedali, case di riposo, centri di salute mentale, scuole e Università, con progetti e interventi che prevedono l’ausilio degli animali. Il gruppo Antropozoa è costituito e collabora attivamente con professionisti specializzati con conoscenza ed esperienza nel campo delle scienze psicologiche educative e riabilitative e specialisti del mondo animale. È l’unica associazione in Italia a lavorare in modo costante e continuativo in una struttura sanitaria pubblica: l’AOU pediatrica Meyer di Firenze grazie al sostegno della Fondazione Meyer. Qui i cani entrano in tutti i reparti. Antropozoa opera con circa una ventina di cani, di diverse razze e molte altre specie animali, quali asini, caprette altri animali da fattoria e sta ultimando la realizzazione di una ‘therapy farm” a Castelfranco di Sopra (Ar).

Il principio caratterizzante il “Modello Antropozoa” è che l’operatore è l’attivatore e facilitatore insieme e con all’animale di dinamiche relazionali complesse e strategiche, in cui si realizza il cuore dell’intervento di pet therapy. Ha vinto vari premi internazionali e partecipato a congressi mondiali sulla pet therapu L’associazione Antropozoa si occupa di – Interventi di alta specializzazione negli ospedali pediatrici e nei reparti di pediatria; – Progetti per psicopatologie pediatriche (in particolare autismo) – Progetti per anziani (in particolare Alzheimer) – Interventi nelle scuole di ogni ordine – Formazione professionale nei programmi assistiti con l’ausilio degli animali, con particolare attenzione al lavoro negli ospedali; – Giornate ed incontri con i bambini ospedalizzati nelle aree rurali; – Organizzazione di gruppi di studio, di ricerca , seminari e convegni; – Incentivazione di studi e ricerche sulle attività e terapie assistite con l’ausilio degli animali.

La presidente di Antropozoa, dottoressa Francesca Mugnai, è tra i curatori dell’unico libro scientifico sulla pet therapy, “Attachment to pets” di Turner et al., nella traduzione italiana “L’attaccamento uomo-animale” edito da Hogrefe (2014). 

RIPRODUZIONE RISERVATA

0 Comments

Leave a reply

©2024 ForumCani.com