Un momento dell’allestimento (foto Balostro9

Un momento dell’allestimento (foto Balostro9

Genova – Un tuffo nella storia fra i grandi predatori marini, un’immersione nell’era giurassica alla scoperta dei rettili che oltre 300 milioni di anni fa dominavano gli abissi, fra lucertoloni di 5 metri, mega-squali con denti da 17 centimetri o creature acquatiche che hanno ispirato il leggendario mostro di Loch Ness. Quasi come se si muovesse all’interno di “Jurassic park” in versione marina, il parco dinosauri della sognante pellicola di Steven Spielberg, il pubblico potrà compiere un viaggio indietro nel tempo in cui il piacere della conoscenza abbraccia la meraviglia davanti alle mille sfaccettature della vita sulla terra.

Da domani fino al 31 marzo 2018, alla Galleria Atlantide dell’Acquario, sarà aperta al pubblico la prima mostra in Europa sugli animali marini preistorici: “Paleoaquarium, il mare al tempo dei dinosauri”. L’esposizione, curata dai paleontologi Stefania Nosotti e Simone Maganuco, è realizzata da Costa Edutainment in collaborazione con gli experience designer di Ett e lo studio paleontologico “Prehistoric Minds”, capaci di creare un perfetto equilibrio fra divulgazione più tradizionale ed esperienze multimediali che grazie a moderni visori di realtà virtuale permettono di affrontare un viaggio fantastico, che rimane sulla pelle.

Il percorso inizia all’esterno, nell’area del Porto Antico, con alcuni esemplari di animali marini preistorici che “emergono” dal suolo, pronti a catturare l’attenzione del pubblico. «Sotto l’Acquario si va alla scoperta degli abissi», sottolinea Beppe Costa, presidente di Costa Edutainment «valorizziamo questi spazi con il sogno di produrre sempre più contenuti con cui allestire nuove esposizioni».

Il cuore pulsante del “Paleoaquarium”, 500 metri quadrati di cui 300 con vetrofanie ricche di informazioni e riproduzioni fedeli, è il teatro della realtà virtuale. «Il visitatore può immergersi nell’era giurassica accedendo a un teatro VR Gear con 10 poltrone dinamiche per un viaggio in 4D a ritroso nel tempo» spiega Maganuco «comodamente seduto e con indosso i visori, il pubblico inizia il percorso su un’immaginaria macchina del tempo, partendo dall’Italia dei giorni nostri e facendo una prima tappa in Brasile 112 milioni di anni fa e poi una seconda in Inghilterra, 163 milioni di anni fa, dove nelle profondità marine ritroverà il grande Liopleurodon, il Tylosaurus e il Cryptoclidus». L’animazione dei modelli 3D degli animali preistorici è la frontiera più avanzata della ricostruzione scientifica. «È una sfida sia per i paleontologi che per gli esperti di tecnologia» continua Maganuco «è importante che la realtà virtuale riproduca in modo credibile e aderente alle informazioni di cui disponiamo l’ambiente di vita degli animali». Il coinvolgimento dello spettatore è possibile anche grazie a poltrone dinamiche appositamente progettate, che seguono i movimenti di camera dei video offrendo dinamicità all’immersione tecnologica.

Un’altra postazione iconica è il laboratorio del paleontologo. Al centro, su un grande monitor, scorrono video che raccontano storie e curiosità sui rettili marini preistorici, con la guida di Georges Cuvier, padre della paleontologia. «Inoltre, come in una radiografia» anticipa il direttore creativo Roberto Frasca «nella postazione denominata “XRay”, il visitatore potrà far scorrere un monitor lungo il disegno in vivo di un rettile acquatico e scoprire la parte di scheletro dell’animale».

La tecnologia lascia spazio anche alla spettacolarità della riproduzione a grandezza naturale. «Ci si potrà ritrovare davanti a un esemplare del plesiosauro Cryptoclidus dal lungo collo, rettile acquatico famoso per aver ispirato la leggenda del mostro di Loch Ness» svela Nosotti «ci saranno anche l’ittiosauro Ophthalmosaurus, che rimanda ai delfini dei giorni nostri, il mastodontico Dunkleosteus, che visse circa 370 milioni di anni fa, e il temibile Charcharocles megalodon, lo squalo più grande che sia mai esistito». Con cui i più coraggiosi potranno anche scattarsi un selfie.

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