Sono già oltre 1.200 i gatti domestici che stanno partecipando alla maratona di WWF per salvare i grandi cugini dei mici di casa. Il 29 luglio, infatti, in tutto il mondo si celebra il Tiger Day, La data è stata scelta nel 2010 per aumentare la conoscenza su questo grande felino ancora bisognoso di aiuto e tutela. Nel mondo restano solo 3.890 tigri in natura ed è questo il numero di “adozioni simboliche” che il WWF Italia vuole raggiungere entro i prossimi giorni in una maratona di raccolta fondi a favore dei progetti di tutela nei Paesi dove vive il raro felino.

In soccorso della tigre WWF ha rivolto un appello ai “gatti italiani” chiedendo ai loro proprietari, attraverso la campagna “A-Mici” di adottare una tigre e inviare ai social Facebook, Instagram, Twitter, WWF un selfie con il proprio micio che il WWF pubblicherà sui propri profili.

L’obiettivo a livello mondiale è di raddoppiare il numero di tigri rimaste in natura entro il 2022, e impedire che vengano ancora cacciate per le loro pelli, denti, ossa e altre parti che il fiorente mercato illegale sfrutta con la complicità di trafficanti e funzionari corrotti.

Il gatto e la tigre, nonostante la grande differenza di peso e misure, appartengono entrambi al mondo dei felini. La domesticazione del gatto – ricorda una nota dell’organizzazione – è partita dalla regione mediterranea, soprattutto dal Nord Africa, dall’Egitto 5.000 anni prima di Cristo con la specie Felis libica nordafricana e il motivo era la difesa dei granai dai topi. La tigre è sempre stata invece selvaggia ed eternamente solitaria: con i suoi 2,6 metri più quasi un metro e mezzo di coda la tigre nel mondo dei felini è senz’altro l’indiscusso regina. Eppure nonostante la sostanziale differenza di taglia sono tanti gli elementi comuni tra la Panthera tigris e il Felis silvestris catus. L’unica vera grande differenza tra tigri e gatti domestici è il rapporto con i propri simili: animali essenzialmente solitari le tigri, tranne nei periodi degli accoppiamenti, animali sociali fino a formare nutrite colonie invece i gatti, un comportamento che li accomuna più ai leoni.

Sette vite quelle dei gatti, ma sette sono anche le cose da sapere sulla ‘tigre’ nascosta ‘in salotto’:

Piccole e grandi prede. Che si tratti di antilopi, cervi o porcospini per la grande e famelica tigre, o di topi, lucertole e uccelli per il piccolo e scattante gatto, la sostanza è la stessa: un grande fiuto, un’enorme attenzione ai più piccoli movimenti e la straordinaria capacità di avvicinarsi alla preda senza destare il minimo sospetto sono le virtù che rendono i nostri amici felini degli straordinari cacciatori.

Gioco con la preda. I cuccioli di tigre giocano con la preda come farebbe un gatto col topolino, un modo per imparare le tecniche di caccia e di gestione della cattura.

Pulizia maniacale. Nella caccia è essenziale non lasciare alla vittima la possibilità di fiutarti in anticipo…ecco quindi per poter sfruttare al massimo l’effetto sorpresa, l’incredibile attenzione dei felini per l’igiene e la pulizia. Tigri e gatti possono passare le ore a leccarsi e lustrarsi, per una pelliccia a prova di “naso”.

Niente tracce. Un altro ottimo stratagemma per non dare segnale della propria presenza e giocare di anticipo sulle proprie vittime è quello di non lasciare dietro di sé evidenti segnali di presenza: proprio per questo tigri e gatti amano seppellire, meglio ancora se sotto la sabbia o la terra, le proprie feci.

Segnali di accoppiamento. Nel folto della jungla, nelle savane asiatiche, nelle foreste di mangrovie, oppure nelle strade urbane, nelle nostre case o al sicuro in un giardino, tutti i felini sanno bene come attirare un potenziale compagno nel periodo della riproduzione: tracce di urina, forti miagolii (o ruggiti nel caso delle tigri), scortecciamento di alberi (o divani nel caso dei gatti) sono tutti sistemi per attirare l’attenzione di un compagno con cui condividere l’avventura della riproduzione.

Amore di Mamma. La mamma felino, come tutti sappiamo, sarà una straordinaria protettrice, nutrice ed educatrice: sia che si tratti di cuccioli di tigre o di cuccioli di gatto i piccoli cresciuti accanto alla mamma saranno capaci di sopravvivere nella foresta e nelle difficili città umane, imparando a cacciare qualunque cosa che si muova a portata dei loro artigli.

Le fusa. La tigre, tra i felini, è uno dei pochi che fa le fusa, esattamente come un gatto. Si pensa faccia parte del comportamento nuziale, cioè del corteggiamento, della relazione madre-piccoli, ma li può vedere con evidenza anche nei casi in cui le tigri sono in cattività, quando hanno un rapporto affettuoso con il loro conduttore.

In apertura l’immagine simbolo della campagna WWF “Cats 4 Cats”

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