Martedì, 27 Ottobre 2015 12:51

sanità medici vetrataCorso di laurea in Medicina e per Professioni Sanitarie. Malgrado la diffida del MIUR, una numerosa platea di aspiranti sanitari valuta alternative all’attuale sistema di accesso.
Quella di Enna sara una “estensione” della Facoltà di Medicina e professioni sanitarie dell’università rumena “Dunărea de Jos”, resa possibile da un accordo con la Fondazione Proserpina – di cui è amministratore delegato l’ex senatore Vladimiro Crisafulli (Pd) e presidente Adelfio Elio Cardinale, ex preside della facoltà di medicina di Palermo ed ex sottosegretario alla salute.

Malgrado una diffida del MIUR si sono già svolti i test di lingua :su 53.268 candidati che l’8 settembre hanno sostenuto la prova di ingresso, sono risultati idonei il 48% del totale. I corsi si tengono in lingua rumena,la retta annuale è di 4800 euro per professioni sanitarie (durata 4 anni) e 9400 per medicina (durata 6 anni), con 60 posti disponibili per corso. I titoli vengono pubblicizzati come validi in tutta Europa, senza necessità di ulteriori validazioni sulle seguenti basi normative: il D. Lgs. 17/08/1999 n. 368 e le Direttive 97/50/CE- 98/21/CE-98/63/CE-99/46/CE- DIR. COM. 36/2005).  A dicembre dovrebbero partire le prove di ammissione.

A fine agosto, con una conferenza stampa era stata annunciata la firma di una convenzione tra l’università rumena di Galati e la Fondazione Proserpina, con l’intervento di  Rosario Crocetta, presidente della Sicilia, che chiariva di avere espresso «soltanto la volontà di mettere a disposizione le strutture necessarie allo svolgimento dei corsi, nel caso in cui questi ultimi siano autorizzati dal Ministero competente».

Angelo Nuzzo, coordinatore dell’Unione degli universitari (UDU) di Palermo:«Siamo preoccupati per gli studenti e il sistema» continua Nuzzo «e, come più volte sottolineato, ci pare che la normativa italiana non sia stata in tutto rispettata, anche attraverso un uso poco chiaro dei principi comunitari». Preoccupato anche lo Smi:  «che senso ha calcolare il fabbisogno di medici ogni anno e, quindi, mantenere il numero chiuso e poi permettere che lo sbarramento si possa raggirare iscrivendosi in una facoltà straniera, sempre in Italia?».
Un secco no  alle privatizzazioni del “sapere” è arrivato anche dall’Anaao: «La privatizzazione non è garanzia di buona qualità, anzi. È un sistema universalistico perfettibile che deve essere garanzia di una formazione migliore. Anche là dove – spiega ancora Montemurro – una università privata abbia il benestare del ministero, deve poi sottostare alle regole disciplinate per l’accesso degli studenti a Medicina”. (fonte Doctor33.it)

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